Politica

Misericordie revolution: i 100 giorni della grande svolta

Dagli equilibri interni ai rapporti con la Chiesa e la Regione. In poco tempo la Confederazione ha cambiato marcia. E perso qualche pezzo...

di Stefano Arduini

Bastano 100 giorni per cambiare faccia a un?associazione quasi millenaria? Probabilmente no, ma Gabriele Brunini, dallo scorso ottobre presidente, è sulla strada giusta. Eletto con uno scarto inusuale per chi è abituato al ?testa a testa? sul filo del rasoio (318 a 179) fin da subito ha messo mano agli equilibri interni delle Misericordie. Nel nome di un manifesto elettorale che, malgrado fosse intitolato all??Unità del movimento?, qualche maldipancia lo ha procurato. Quello, per esempio, del provveditore di Firenze Andrea Ceccherini che, a inizio gennaio, non ci ha pensato due volte a dare l?addio (provvisorio, per ora) alla Confederazione. Ma anche quello di Giuseppe De Stefano, la cui delega per il servizio civile proprio in questi giorni è stata trasferita a Maria Pia Bertolucci. De Stefano non è un consigliere qualunque, ma il regista della candidatura di Angelo Passaleva, poi uscito sconfitto alle urne. De Stefano di fatto rappresenta quindi la minoranza interna. Una minoranza che però appare sempre più timida. L?ultimo consiglio nazionale di gennaio ha infatti approvato all?unanimità l?operato del presidente. Brunini, insomma, pare avere saldamente in pugno l?organizzazione.In una struttura complessa come sono le Misericordie, l?intepretazione dei dettagli è cruciale. In questo senso la lettura di Misericordie d?Italia, il periodico della Confederazione nazionale, ha un rilievo non indifferente. Il numero di dicembre per esempio riportava un?omelia dell?arcivescovo di Firenze, Ennio Antonelli. Mentre il numero che uscirà a febbraio (per la prima volta nella storia) ospiterà un?intervista all?assessore regionale alle Politiche sociali: nel caso in questione, Gianni Salvadori. Insomma, Brunini ha riaperto un dialogo con le istituzioni del territorio con un?intensità tale «che non si vedeva da anni», riferiscono i ben informati. Non sorprenda quindi che proprio monsignor Antonelli sia sceso in campo per ricucire lo strappo con Firenze e che Salvadori abbia fatto sua l?idea di esportare in Europa il modello toscano nella gestione del trasporto sanitario, come proposto da Brunini, proprio nei giorni in cui sulla materia è piovuta la spada di Damocle della Corte di giustizia europea (vedi <a href="http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=88925" target="_blank">Volontariato, a Bruxelles si gioca pesante</a>). A chiudere i primi cento giorni della gestione Brunini, da ultimo, l?incontro con il numero uno delle Pubbliche assistenze: Fausto Casini. A memoria d?uomo, giurano negli uffici di via dello Steccuto, da queste parti non si era mai vista la faccia del presidente delle Anpas.

Il sito dell?associazione: <a href="http://www.misericordie.org" target="_blank">Misericordie</a>

Chi è

Classe 51. Nato a Borgo a Mozzano (Lucca), Gabriele Brunini è sposato, ha due figlie e altrettante nipoti. Fa parte di numerose associazioni culturali e religiose ed è vicepresidente del Comitato per la valorizzazione della Linea gotica e componente del cda del Teatro Colombo di Valdottavo. È presidente nazionale dal 6 ottobre 2007.


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