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Misericordie in preghiera con Francesco

Le Misericordie d'Italia hanno risposto all'appello del Papa a pregare il Rosario nella giornata odierna. Il presidente Domenico Giani: «La nostra partecipazione è un segno tangibile del nostro impegno per costruire un futuro di pace e fraternità»

di Giampaolo Cerri

«Oggi il mondo intero si è unito in un abbraccio spirituale: in risposta all’appello di Papa Francesco, le Misericordie hanno organizzato una serie di iniziative per celebrare il World Rosary Day, coinvolgendo migliaia di volontari e fedeli in tutta Italia». Così una nota dell’antica associazione di volontariato.

Pregare pensando all’Ucraina, al Medio Oriente

«In un momento storico segnato da conflitti e divisioni», spiega il presidente delle Confederazione nazionale Misericordie d’Italia, Domenico Giani, «la preghiera comune diventa un gesto di speranza e di unità. Le Misericordie, fedeli alla loro missione di servizio ai più bisognosi, hanno sentito il dovere di partecipare a questo momento di profonda spiritualità. La guerra in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente e i numerosi conflitti in corso a livello globale hanno reso ancora più urgente l’appello alla pace».

Domenico Giani, presidente delle Misericordie d’Italia

In Italia, numerosi eventi sono stati organizzati per l’occasione, con particolare rilievo alla partecipazione delle Misericordie fiorentine, che hanno dato il via alla preghiera comune dalla Loggia del Bigallo, l’antico edificio all’angolo fra Piazza del Duomo e Via Calzaiuoli, nel cuore di Firenze, una delle prime sedi della Misericordia nel ‘300.

La preghiera per riconciliare i popoli

«Il Rosary Day», prosegue Giani, «è stato un’importante tappa nel nostro cammino di servizio alla comunità. Oggi, più che mai, sentiamo l’urgenza di proseguire sulla strada tracciata, rafforzando la nostra rete di solidarietà e rispondendo ai bisogni sempre più complessi del nostro tempo. La nostra partecipazione  è un segno tangibile del nostro impegno per costruire un futuro di pace e fraternità. Crediamo fermamente», conclude il presidente, «che la preghiera e il dialogo siano strumenti indispensabili per superare le divisioni e promuovere la riconciliazione tra i popoli».

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