Mondo

Misericordie d’Italia nelle adozioni internazionali

Si apre stamani a Bologna l'assemblea nazionale della Confederazione nazionale che raggruppa 604 misericordie e 670mila fra volontari e soci. La relazione del presidente Gianfranco Gambelli.

di Giampaolo Cerri

Si è aperta stamani a Bologna, l’Assemblea autunnale delle Misericordie d’Italia, che si concluderà domenica 28.
Nella relazione del presidente della confederazione nazionale Gianfranco Gambelli, che anticipiamo, l’annuncio che l’organizzazione ha già avviato le pratiche per essere abilitata alle adozioni internazionali.
Alle 604 misericordie d’Italia – attive nella protezione civile e in numerosi settori socio-sanitari – fanno capo oltre 670mila fra volontari e associati.
Ai lavori dell’assemblea, che si svolgono al Centro Congressi Holiday In, partecipano il ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi, il sottosegretario al Welfare Grazia Sestini e il capo dell’agenzia della Protezione civile, Guido Bertolaso.

«Consorelle e confratelli carissimi è con grande piacere che ci ritroviamo qui a Bologna a svolgere la nostra annuale assemblea programmatica, nella quale si inserisce anche la celebrazione di 90 anni dalla fondazione della locale Misericordia.
Ci uniamo alla loro ricorrenza , facciamo festa insieme nel riconoscere l?importanza che ha avuto e che ha questa associazione che, nel silenzio e nell?anonimato offre aiuto , soccorso , cura ed allieva le sofferenze di tantissimi bisognosi interpretando magnificamente la parabola evangelica del Buon Samaritano. Questo loro comportamento deve rappresentare stimolo ed esempio per tutti noi.
Il 2001, che volge al termine, è stato l?anno internazionale del volontariato, molte sono state le occasioni di incontro e di confronto, ma non sempre le Istituzioni hanno capito che cosa veramente siamo e che cosa rappresentiamo: ne sono a riprova le dichiarazione che il Ministro della Sanità ha fatto a Genova in occasione del meeting Anpas. Evidentemente non ci conosce: io che ero presente ho immediatamente fatto notare che noi non siamo divisi, non rappresentiamo né sosteniamo alcun schieramento politico, tantomeno non siamo a caccia di finanziamenti.
Sappiamo che per le istituzioni il volontariato è scomodo e spina nel fianco quando critica e quando propone scelte difficili ed impegnative E? comodo tappabuchi quando sostiene uno stato sociale che ancora fa acqua e non trova la giusta strada per intervenire sui bisogni della collettività. Noi vogliamo essere non solo attenti osservatori e verificatori ma anche validi interlocutori propositivi così come anche la legge 328/2000 ci indica.
Il tragico evento dell?11 settembre ci ha fortemente scossi e non possiamo non esprimere tutta la nostra solidarietà al popolo americano per le gravi perdite subite soprattutto in vite umane, insieme anche ad una forte preoccupazione per il futuro di tutta l?umanità e sgomento per le guerre in atto.
Un altro evento ha purtroppo funestato quest?ultimo scorcio di anno: un elicottero del 118 della Regioni Toscana con cinque persone a bordo, 4 membri di equipaggio ed un ferito, nella notte del 9 ottobre è precipitato nei pressi di Grosseto Tutti gli occupanti sono deceduti. E? stata una perdita grave che ha gettato nello sconforto i nostri volontari che avevano più volte svolto servizi insieme a quegli uomini ed ha messo ancora in evidenza i rischi che si corrono nelle nostre molteplici e difficili attività di soccorso.
Sono passati già due anni dalla mia elezione e credo di aver realizzato gran parte di quanto mi ero prefisso, penso alla nuova Sede che presumibilmente verrà inaugurata ad anno nuovo, penso alla costituzione della Società di servizi, penso ai rapporti con le autorità ecclesiastiche che attualmente sono del tutto soddisfacenti. Sto cercando di migliorare la qualità e la tempestività della risposte alle Misericordie; è un percorso un po? complesso che richiede ancora un po? di tempo e di pazienza.
Un anno ci separa dalle elezioni per il rinnovo delle cariche Mi auguro di aver completato per allora tutti gli impegni assunti.
Esaminiamo in dettaglio le attività svolte e quanto propongo per l?ultimo scorcio di legislatura e che pongo al vostro dibattito, in particolare per quanto riguarda le adozioni, la formazione e la cooperazione.

RAPPORTI ISTITUZIONALI
Per quanto attiene gli organi istituzionali, nel corrente anno si sono tenute tre riunioni del Consiglio nazionale nelle quali si è discusso, fra l?altro, della proposta di modifica degli articoli dello statuto che domani andremo a sottoporre all?Assemblea, sono state affiliate quindici nuove Misericordie, è stato approvato il regolamento confederale per il servizio civile.
Sono state anche dichiarate cessate alcune Misericordie per le quali sono in corso gli atti formali di chiusura e non vi nascondo la sofferenza che tale operazione genera ma che al tempo stesso ripropone e stimola una riflessione seria sulla costituzione delle stesse.
Fra i vari passaggi istituzionali assume rilevanza l?adesione all?Unione mondiale delle Misericordie organismo che racchiude le Misericordie sparse in tutto il mondo. A questo proposito è doveroso sottolineare lo spessore di questo passaggio oltre che per il suo intrinseco valore per l?importanza degli scambi di esperienze fra le varie realtà provenienti da culture diverse, da esperienze diverse ma certamente tutte con lo stesso denominatore comune: l?uomo sofferente.
Fra le attività della presidenza che hanno carpito la maggiore attenzione si rileva il contratto collettivo per i dipendenti delle Misericordie sottoscritto con i sindacati confederali nel luglio scorso.
E? questo un obiettivo di notevole rilevanza nel quadro delle attività confederali poiché la forte crescita del movimento delle Misericordie in termini di acquisizione di nuovi servizi, oltre ad un numero sempre maggiore di volontari, ha fisiologicamente generato l?incremento del numero dei dipendenti motivo questo che, anche su sollecitazione delle confederate, ci ha imposto di affrontare la problematica contrattuale.
Non abbiamo la pretesa di essere riusciti ad offrire il massimo, anche per le ovvie difficoltà incontrate per assemblare in un unico testo i numerosi contratti applicati nelle Misericordie. Tuttavia riteniamo di aver messo a disposizione uno strumento più che valido e sicuramente da migliorare; questo non può che avvenire con la fattiva collaborazione di tutti, e sottolineiamo fattiva, e ci auguriamo che il prossimo testo (il contratto scade il 31 dicembre 2001) rappresenti un ulteriore ed importante salto di qualità per le diversificate esigenze delle Misericordie, in particolare per quelle del centro sud che dopo anni di sviluppo e di crescita in termini di volontariato si stanno interrogando sulla problematica legata all?acquisizione o meno di personale dipendente per l?ovvia continuità di un servizio ed un collegamento costante fra il Movimento ed i suoi interlocutori, pubblici e privati.
Per quanto attiene la proposta di modifica di alcuni articoli dello statuto c?è da sottolineare che essa rappresenta il miglioramento del testo già approvato a Montecatini nel 1998 con alcune novità, evidenziate e discusse nell?Assemblea di Palermo, rielaborate successivamente dal Consiglio nazionale.
Nella memoria che è stata inviata a tutte le Misericordie si danno indicazioni sulle motivazioni che hanno indotto alla proposta di modifica. E? opportuno soffermarci in questa sede solamente sul alcune che rappresentano esigenze particolarmente sentite e richieste dal movimento.
In materia elettorale si propone la riorganizzazione dei collegi sollecitata da molti e particolarmente dai confratelli della Sardegna. Da cinque si passa a dieci nel tentativo di dare ancora maggiore rappresentatività al territorio. L?introduzione di tale modifica ha fatto venir meno i presupposti per la presenza dei delegati delle regioni non rappresentate in Consiglio nazionale e per questo si è coordinata la norma prevista all?articolo 19 sulla composizione dell?organo politico confederale.
Sempre in tema elettorale sono stati adottati correttivi per la presentazione delle deleghe in Assemblea dietro sollecitazione della Commissione verifica poteri e del Collegio probivirale della Confederazione.
Ulteriore importante aspetto è rappresentato dalla riforma del Collegio dei Probiviri sia nella composizione che nelle attribuzioni. Tale modifica si è resa necessaria per l?alta mole di consultazioni cui il Collegio è chiamato a far fronte vuoi per semplici pareri vuoi per problematiche di varia natura all?interno delle associate e per le quali il Collegio locale non è in grado di soddisfare quando addirittura è totalmente assente.
Il terzo punto di rilievo è rappresentato dalla composizione del Consiglio di presidenza che viene proposto con due componenti in meno degli attuali e con la nomina diretta da parte del Presidente dei cinque membri che vanno ad aggiungersi alle cariche elette dal Consiglio nazionale e già statutariamente previste.
Si ritiene questo passaggio di grande ed irrinunciabile rilevanza all?interno dello scenario confederale per dar luogo ad una governabilità stabile, affiatata e collaborativa che operi in snellezza produttiva per dare risposte efficaci ed efficienti.
Sono state infine approntate norme migliorative per l?affiliazione di nuove Misericordie, con l?introduzione di un tutoraggio volto al supporto del gruppo nascente, che per il commissariamento di quelle strutture che si trovano in difficoltà oggettive.

SERVIZIO CIVILE

A tutti noi sono ben note le vicissitudini politiche e gli accesi dibattiti sull?obiezione di coscienza e sul futuro Servizio Civile che viene definito ?Volontariato? anche se, a nostro avviso conterrà ben poco del reale spirito di carità che ha da sempre animato le nostre Confraternite.
La promulgazione della Legge 64/2001 ?Istituzione del servizio Civile Nazionale? avrà certamente profonde ripercussioni sulla nostra operatività, se non ci attiveremo rapidamente per assolvere i complessi adempimenti amministrativi richiesti dalla Legge per la utilizzazione di tale servizio, che potrà essere prestato sia dai maschi che dalle femmine.
Dobbiamo anche riconoscere che ci siamo troppo adagiati sull?utilizzo degli Obiettori di Coscienza, talvolta anche incidendo negativamente sulla sensibilizzazione dei Fratelli e Sorelle volontari, che costituiscono in realtà il nucleo portante di ogni Misericordia; disattendere questo principio, per noi ultrasecolare, significa affossare lo spirito, la continuità e il futuro delle nostre Istituzioni.
Pur approfittando dell?importante ausilio che viene fornito dai giovani in Servizio Civile rispettiamo i canoni gestionali che indichiamo nel relativo ?Regolamento? che è stato emanato dalla Confederazione; osservandolo in tutte le sue parti sarà possibile inserirsi meglio nella situazione attuale, nell?ottica di una strutturazione futura che non possiamo assolutamente trascurare per i gravi ed imprevedibili riflessi negativi a danno delle nostre Associate.
Seguo personalmente con attenzione il lavoro delicato ed assai laborioso del nostro ufficio competente e vorrò che sempre siate portati sollecitamente a conoscenza della evoluzione del settore.
Raccomando pertanto a tutti la massima collaborazione ed il più scrupoloso impegno nell?osservanza delle norme vigenti, verso le quali siamo costantemente sollecitati dall?Ufficio Nazionale Servizio Civile.
Sento il preciso dovere di evidenziare ancora le gravi carenze di funzionalità che certamente incontreremo se non saremo pronti a sfruttare convenientemente le potenzialità che il nuovo Servizio Civile può offrire.

SETTORE INTERNAZIONALE – ADOZIONI

Per quanto riguarda l?Internazionale entro la fine dell?anno le richieste ai vari Ministeri (Esteri, Giustizia, Pari Opportunità) saranno già consegnate.
Entro il 2002 il progetto delle adozioni sarà realtà.
Mentre per l?ospitalità dei bambini Bielorussi dovremmo necessariamente riorganizzare con le Misericordie interessate tutto il progetto per aumentare il numero, vista la necessità e le richieste in aumento.
Il progetto in Kossovo è al termine e gli aiuti sono arrivati indistintamente ai Mussulmani agli Ortodossi e ai Cattolici, in una visione di vera INTERCONFESSIONALITA?.

AREA SERVIZI

L?anno che si sta avviando alla conclusione è stato di importanti cambiamenti politici nel nostro Paese. Infatti le elezioni dell?aprile scorso hanno visto vittoriosa la coalizione di Centro destra a discapito di quella di Centro sinistra che aveva governato per cinque anni. Durante il Meeting di Lucca avevamo rivolto ad autorevoli esponenti dei due schieramenti (precisamente al candidato Premier Rutelli e a Casini) alcune domande che erano anche una sorta di impegno programmatico delle rispettive coalizioni nell?ambito del terzo settore.
E? ovviamente ancora presto per trarre delle conclusioni e fare delle verifiche ma certamente alcune cose importanti si sono viste ed alcuni segnali sono già partiti.
Mi soffermerei per primo sul progetto di revisione generale del sistema ?non profit? attraverso la creazione di vere e proprie imprese non lucrative. Si tratta di una proposta che potrebbe cambiare gli equilibri di tutto il settore ridisegnando indirettamente un ruolo diverso, anche giuridicamente, per le associazioni di volontariato e le cooperative.
Relativamente alla cooperazione, anche se non propriamente su quella sociale, il Governo ha già preso importanti posizioni che certamente apriranno dibattiti forti anche nel prossimo futuro.
Certamente, per quello che ci riguarda più direttamente, non possiamo esimerci da portare all?attenzione del Governo la necessità di una revisione della Legge sul volontariato. Non riteniamo ci sia bisogno di una riscrittura ma, senz?altro, di un adeguamento a quelli che sono i tempi riconoscendo anche alle nostre associazioni vantaggi fiscali che già vengono riconosciuti ad altre forme associative quali quelle di promozione sociale.
In tal senso giungono da più parti proposte di sgravi fiscali, di agevolazioni e di quant?altro nelle forme più variegate e , spesso, contorte. La nostra posizione è e sarà quella di sostenere prima di tutto forme di agevolazioni semplici e chiare in modo da evitare paradossi e contraddizioni quali ad esempio quella dell?IVA che ci ha attanagliato per anni e che ancora non ha visto una conclusione.
Da un punto di vista più strettamente giuridico la revisione delle Legge sul volontariato dovrà dire una parola chiara circa le forme di rapporto di lavoro possibili all?interno delle associazioni di volontariato cercando in questo modo di far emergere eventuale lavoro nero e, nello stesso tempo, di consentire collaborazioni più flessibili in un settore che non lega il proprio funzionamento alla produzione, quindi, di più difficile programmazione.
Scendendo in alcuni settori specifici vorrei partire dalla Sanità che interessa moltissime delle nostre Misericordie.
Ritornando sulle dichiarazioni del Ministro Sirchia, di cui ho accennato all?inizio, il quale ha criticato l?eccessiva politicizzazione del volontariato. Ritengo che, come tutte le volte in cui si generalizza, tale affermazione possa talvolta valere ma talaltra essere impropria. E? vero ci sono casi in cui il volontariato ha piegato i propri valori ad ideali politici e, spesso, in questo modo si è fato identificare con un marchio di destra, di sinistra o di centro. Le Misericordie non sono mai cadute in questa trappola, a volte pagando la loro neutralità con assenze, talora importanti, in organi decisionali di nomina politica. Per questo signor Ministro non ci sentiamo politicizzati. Ma se Lei, criticando la politicizzazione voleva indicare una nuova strada con cui valutare il volontariato cioè misurandolo sulle cose fatte e sulle cose da fare, allora troverà nelle Misericordie un interlocutore non solo attento ma anche protagonista. Per questo la decisione di sciogliere la Consulta della sanità diviene per noi un segnale forte se interpretabile nel senso di creare un vero luogo non solo consultivo ma anche decisionale attraverso cui le Associazioni di volontariato operanti in sanità possano portare il loro fattivo contributo.
Nell?ambito della Protezione Civile, con l?avvento del nuovo Governo si è avuta la cancellazione dell?Agenzia ed il ritorno del Dipartimento sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Anche questo segnale speriamo che sia nel senso di dare più forza alla Protezione Civile e più spazio al volontariato che della Protezione Civile è elemento insostituibile.
In tal senso occorre ripensare l?organizzazione del Comitato facendolo diventare un organo più snello e non autoreferenziale quasi astruso dalle reali problematiche della Protezione Civile.
Con la sostituzione del Direttore dell?agenzia Prof. Barberi, al quale va il nostro ringraziamento, con il Capo del Dipartimento Dott. Bertolaso, si apre anche una necessaria riflessione circa il ruolo che il Dott. Bertolaso già ricopre quale Direttore dell?Ufficio Nazionale per il servizio civile. Ci auguriamo che la sommatoria delle due cariche non ci faccia correre il rischio di una presenza meno pregnante nel settore del servizio civile che, invece, proprio in questo periodo, deve affrontare scelte decisive per il suo futuro.

IMPRESA SOCIALE E COOPERAZIONE

Già un anno or sono, all?Assemblea di Palermo, il Movimento ha evidenziato il crescente sviluppo, a fianco e spesso dentro le nostre associazioni, di forme di impresa sociale.
Oggi questo fenomeno mostra contorni sempre più evidenti, con due diverse caratteristiche, in Toscana e nel Sud..
Þ In Toscana numerose Misericordie, in forza della loro storia spesso secolare e del radicamento culturale nelle comunità, hanno acquisito patrimoni ed attività che sono nettamente di impresa, a tutti gli effetti (economici, giuridici, gestionali). Questo le porta ad avviare cooperative, società ed altre forme di impresa, oppure a gestire direttamente opere che non possono proprio essere definite di volontariato.
Þ Fuori Toscana, invece, e particolarmente nelle regioni meridionali (ove tra l?altro più marcata è la crescita numerica delle nostre associazioni), la dimensione lavorativa è presente spesso fin dalla nascita o dai primissimi periodi di vita delle nostre associazioni, complice anche la rilevanza del problema occupazionale. Con commistioni spesso tutt?altro che chiare e con strumenti contrattuali non proprio trasparenti?..
In entrambi i casi questa dimensione imprenditoriale sta crescendo impetuosamente perché sovente sono le stesse pubbliche istituzioni, ai diversi livelli, a proporci la gestione di strutture o servizi complessi.
Dunque, grandi opportunità, grandi prospettive, ma anche grandi rischi di snaturamento della nostra identità.

L?Assemblea di Palermo ha affidato alla Confederazione il compito ? cito testualmente ? di ?guidare questo processo di sviluppo verso forme di impresa sociale che possono affiancare l?associazione di volontariato, sperimentando le modalità organizzative più idonee ed assistendo le Misericordie nelle loro necessità di crescita in questa direzione?.
Come stiamo assolvendo questo impegno?
Con 4 strumenti principali.
1. Anzitutto abbiamo dato vita all?Area Sviluppo, con il compito specifico di offrire alle Misericordie un supporto concreto alla crescita di attività nuove, anche d?impresa sociale, ma con una chiara prospettiva etica. L?Area Sviluppo deve offrire capacità ed esperienze di alta professionalità ma anche coerenti con il nostro essere Misericordie. Deve, in qualche modo, essere il ?timone? dello sviluppo del Movimento. Ed per questo abbiamo affidato la responsabilità dell?Area al Vicepresidente Nazionale, Emilio Capriolo, proprio a sottolineare il ruolo strategico che il Consiglio di Presidenza le assegna.
2. Stiamo inoltre per avviare una ricerca scientifica sul fenomeno Misericordie, sul peculiare modello organizzativo e gestionale che ha consentito la sopravvivenza e la diffusione di una esperienza che è ad un tempo di autentico volontariato ma anche di impresa sociale. Uno studio indispensabile per comprendere meglio le dinamiche evolutive e poter quindi essere artefici, e non meri spettatori, del cambiamento che stiamo vivendo.
3. Abbiamo inoltre ripreso con vigore l?attività formativa, non a caso incardinata nella stessa Area Sviluppo. Sulla formazione intendo riparlarne più avanti, ma mi preme qui evidenziare quanto già il Movimento ha espresso a Palermo. Di nuovo cito testualmente le mozioni conclusive: ?Particolare attenzione dovrà essere posta nella formazione etica, culturale e sociale per preparare i dirigenti delle nostre Confraternite a gestire possibili sviluppi delle attività in direzione dell?impresa sociale.?
4. Infine abbiamo avviato un rapporto costruttivo con le principali organizzazioni di impresa sociale e di cooperazione, consapevoli che un lavoro di rete è indispensabile anche per orientare meglio il nostro sviluppo. In questa direzione mi preme ricordare il crescente rapporto con Confcooperative – Federsolidarietà, la principale organizzazione di cooperazione sociale nel nostro paese, e con CGM che rappresenta la sua struttura operativa.

Ma tutto questo ha un senso solamente se ci diamo regole etiche precise, inossidabili, che guidino le nostre scelte nella gestione di attività di impresa. Se diciamo chiaramente cosa è essere Misericordie, cosa è altro.
Io mi permetto suggerirne una, che mi pare fondamentale e che porto all?attenzione dell?Assemblea.
Netta distinzione tra l?azione volontaria e l?attività lavorativa o di impresa.
Ben vengano entrambe, non rinunciamo a gestire servizi d?impresa, ma con una chiara distinzione dei ruoli e delle funzioni.
Anche ? direi soprattutto ? a livello di persone fisiche. Nessun dirigente o volontario della Misericordia può avere rapporti di interesse, a qualsiasi titolo, diretto od indiretto, con la Misericordia o con strutture ad essa collegate. Non si può essere, in una parola, controllato e controllore. Altrimenti è la natura stessa della Misericordia ad essere compromessa.
È un principio che può sembrare scontato, quasi banale. Ma siamo proprio sicuri sia applicato?
Ecco, questo è la prima regola che propongo per far chiarezza, un criterio per misurare cosa fare e come agire, una ?cartina di tornasole? per verificare le nostre scelte.
Un criterio che dovrà animare anche l?azione della Confederazione al proprio interno e nell?opera di assistenza alle Misericordie.
Con una consapevolezza comune: nessuno è perfetto, e l?essere confratelli sta anche nella capacità di aiutarci l?un l?altro, possibilmente senza traumi, ad evitare errori od a saperli rimediare. Ma anche senza cedere a compromessi.

FORMAZIONE

Come dicevo, stiamo cercando di rilanciare l?attività formativa. A tutti i livelli, sia tecnico che dirigenziale.
Già oggi la Confederazione cura direttamente od offre supporto progettuale e didattico a numerosi percorsi formativi per le nostre Misericordie. Negli spazi assembleari attigui a questa sala potete vedere i pannelli schematici di molte di queste attività.
Tuttavia non siamo soddisfatti. Riteniamo nostro dovere fare di più.
Abbiamo quindi affidato a Beppe De Stefano il compito di amalgamare tutte questa attività formative, di rilanciarle, e, soprattutto, di orientarle ad un obbiettivo ambizioso: far crescere il Movimento, aiutare la maturazione di quadri dirigenti certo preparati tecnicamente ma soprattutto fortificati sul piano motivazionale ed aperti dal punto di vista culturale.
Questo è il punto fondamentale su cui desidero sollecitare la vostra attenzione, l?obbiettivo che vi propongo come prioritario.
Non si tratta, dunque, di diversificare ulteriormente l?offerta formativa quanto, prima di tutto, di costruire un quadro logico unitario ed unidirezionale, un piano formativo che ? dall?ambito spirituale fino a quello tecnico-sanitario ? sia permeato da un comune denominatore: la consapevolezza del ruolo delle Misericordie e la crescita culturale della nostra classe dirigente.
Certo che non deve mancare la preparazione dei nostri soccorritori, dei nostri confratelli impegnati in protezione civile, dei nostri dirigenti amministrativi, ecc.; ci mancherebbe! Ma permettetemi di parafrasare S.Paolo e dire che tutto questo, se non c?è la Misericordia, non serve a niente.
Il Settore Formazione sta già lavorando ad un progetto formativo globale per il Movimento. Un percorso che si snodi a tutti i livelli, con il costante apporto della Confederazione, con il coinvolgimento di tutti i settori di attività.
Ma è indispensabile che questo sia il nostro percorso, il cammino intrapreso da tutti noi insieme, non da un ristretto gruppo, non da un vertice. Ho ritenuto quindi fondamentale portare all?attenzione dell?Assemblea questo orientamento, anche per la rilevanza che assumerà nelle linee programmatiche del Movimento per il prossimo anno.
Nel frattempo, desidero segnalarvi due attività che considero strategiche in questa direzione.
Anzitutto gli Stages per Quadri Dirigenti, ripresi proprio da quest?anno. È un percorso residenziale di due giorni fortemente coinvolgente, che ha raccolto in questa nuova edizione un successo davvero notevole tra i partecipanti, anche per la capacità di ?fare gruppo?, di rapportarsi tra confratelli di diverse Misericordie, che riscoprono così il loro tessuto comune. Chiedetelo ai confratelli che vi hanno partecipato!
Questi Stage si terranno come appuntamento stabile, ogni 3 mesi circa, e sono indirizzati a tutti i dirigenti delle Misericordie, sia nuove che antiche, perché è proprio dallo scambio comune che si genera ricchezza e iniziativa.
E non saranno un momento episodico, isolato, ma l?avvio di un percorso che, già dai prossimi mesi, si svilupperà in periodici momenti di incontro e di crescita tra i partecipanti ai primi due Stage, proprio nello spirito del Movimento delle Misericordie.
In secondo luogo (ma non certo per ordine di importanza) la formazione spirituale ed etico-motivazionale dei dirigenti e dei confratelli. È un aspetto dell?attività formativa che abbiamo purtroppo trascurato: dobbiamo riprenderlo e rilanciarlo con convinzione, a tutti i livelli. Ed abbiamo già iniziato un percorso in questo senso.
Intendiamoci. Non si tratta di dare una connotazione eccessivamente ?confessionale? alle nostre associazioni, che da sempre sono di frontiera, aperte a tutta la comunità in cui sono inserite. Si tratta però di mantenere chiara la nostra identità, il nostro patrimonio genetico. Che è anche la nostra forza.
Siamo CONFRATELLI, non solo volontari.

CENTRO MISSIONARIO
Il progetto per la realizzazione del centro missionario diocesano ?Giovanni Paolo II? sull?isola di Taiwan che le Misericordie d?Italia si sono impegnate a realizzare, sta andando avanti.
Dopo che il Santo Padre ha benedetto la prima pietra il 29 Aprile 2000 durante il nostro pellegrinaggio giubilare, il Cardinale Paul Shan, Presidente della Conferenza Episcopale di Taiwan , ha deciso di destinare una superficie di proprietà della diocesi alla costruzione del seminario diocesano, di migliorare le strutture della parrocchia di Chishan e Gaoshu, al fine di realizzare la Casa di Misericordia e il centro per l?evangelizzazione.
Questi inaspettati doni ci chiamano ad un maggiore impegno. In questo momento ciascuno di noi è chiamato a rispondere concretamente all?impegno assunto, impegno che deve concretizzarsi mediante raccolta di fondi da gestire alla realizzazione delle opere. Opere che rappresentano l?amore al fratello, opere che si calano in un momento storico in cui il maligno si insinua oscurando il bene.
Se il Padre Celeste vorrà donarci la forza di realizzare questa opera significa che il suo amore per noi è grande.
Sul piano puramente operativo il Consiglio Nazionale ha ritenuto opportuno procedere attraverso la richiesta di fondi sia all?interno del movimento che all?esterno.
Il piano di recupero fondisi sviluppa in 10 anni, tenuto conto del consistente costo.
Maggiori dettagli verranno comunicati tramite un fascicolo che verrà inviato a tutte le associate ma il principio resta quello di ?Un Euro a Fratello?. Per meglio dire, ogni Confraternita è chiamata a contribuire nella misura di ?Un Euro a Fratello? iscritto per diaci anni da inoltrare all?atto del versamento della quota sociale annuale.
Questo a significare che l?opera realizzata non è frutto della generosità di una decisione Magistrale ma è la partecipazione concreta di ogni singola persona, perché la ?Salvezza? è fatto personale non comunitario.
In questo modo, rendendoci strumento per l?evangelizzazione, comprendendo l?amore al fratello bisognoso, sopporteremo la sofferenza, doneremo al nostra opera con assoluta gratuità, diventeremo testimoni della ?civiltà dell?amore?.

CONCLUSIONI

Dicevo all?inizio che un anno è ancora passato un anno nel quale ho speso molte energie nel tentativo di conoscere sempre meglio e più da vicino il movimento. Ho cercato di essere presente al maggior numero di inaugurazioni, convegni, cerimonie organizzate da nostre associazioni, ho girato in lungo e in largo tutta la penisola portando il saluto della Confederazione, ascoltando le loro necessità, le loro aspettative ed anche le loro critiche. Non sempre è stato possibile risolvere i problemi, ma Vi assicuro non è mai mancata attenzione, considerazione e condivisione.
Non me ne vogliano quelle associazioni alle quali ho dovuto dire di no (i sabati e le domeniche nell?anno sono in tutto 108) mi auguro di avere la possibilità di rimediare.
Le considerazioni di fondo che voglio fare sono 2.
La prima riguarda la quota associativa, veramente troppe sono quelle Misericordie che non l?hanno ancora pagata. Questo dimostra insensibilità e, se mi consentite, mancanza di rispetto nei confronti di quelle consorelle che hanno provveduto, e che quindi sostengono tutto il movimento, questo fa ancora più male quando si viene a scoprire che molti hanno convenzioni con Enti Pubblici per l?assegnazione dei servizi.
Sapete benissimo che per fondati motivi alcune associazioni sono state esentate dal pagamento.
E? un atteggiamento deplorevole che non trova nessuna dico nessuna giustificazione.
L?altra considerazione riguarda la tendenza che ho purtroppo notato in alcune associazioni di scostarsi da quelli che sono i principi ispiratori delle nostre associazioni che fondano sulla gratuità e sul servizio assolutamente disinteressato le loro ragioni di esistere e operare che rischiano di trasformare in vere e proprie Aziende Associazioni nate con i migliori e più autentici ideali si trovano, per opera di qualche scaltro soggetto che intravede la possibilità di buoni affari, a vedere trasformata la propria Misericordia in impresa dove ben poco o niente si fa gratuitamente fino anche ad escludere anche il rapporto con il correttore perché scomodo.
Sia ben chiaro che non mancherò di perseguire le associazioni che attuano questo comportamento, fino ad arrivare alla disaffiliazione quando questo si rendesse necessario.
Cari confratelli Vi ricordo e Vi ricorderò sempre che il nostro compito è solo ed unicamente quello del servizio nell?atteggiamento di servo umile, che per quando facciamo non dobbiamo aspettare alcun riconoscimento o compenso ed alla fine delle nostre giornate possiamo dire: ?siamo soltanto servitori. Abbiamo fatto quel che dovevamo fare?(Luca, 17,10).
Consentitemi di terminare con questa preghiera che ho sentito in occasione di una vestizione, cercate di meditarla perché possa aiutarvi a trovare il giusto atteggiamento, la giusta disponibilità nello svolgere il vostro difficile compito.

?Voglio tentare , Signore
di smettere di lodarmi
perché faccio qualche opera buona.

Voglio smettere di ammirarmi
Perché non faccio del male a nessuno.

Voglio cominciare a pensare che
fare il proprio dovere
non è eroismo, ma normalità.

Voglio cominciare a pensare
che fare il bene agli altri
è raggiungere la pienezza di se stessi.

Voglio cominciare a pensare
Che servire gli altri con amore
Non è tanto un dovere
Quanto invece un bisogno che
-se soddisfatto-
è pienamente appagante.

Dopo tutto
il mondo gira
anche senza di me
e c?è sempre qualcuno
che fa ed opera meglio di me
ed anche più di me. Amen»

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