Politica

Miraglia (Arci): «Lo Ius Italiae? Bisogna migliorarlo, ma nella giusta direzione»

Nei giorni scorsi Antonio Tajani ha presentato il testo della proposta di legge sullo Ius Italiae. Miraglia (Arci): «Le nostre richieste per la riforma della cittadinanza restano altre, ma questa iniziativa migliorerebbe la vita di decine di migliaia di ragazzi. Ora l’opposizione incalzi, provando poi a migliorare il provvedimento»

di Ilaria Dioguardi

immigrazione cittadinanza

«Sicuramente la proposta di Forza Italia, dello Ius Italiae, sarebbe un miglioramento rispetto all’attuale condizione: interessa molte decine di migliaia, se non centinaia di migliaia, di ragazze e ragazzi di origine straniera. Ma ci sono anche degli aspetti irritanta», dice Filippo Miraglia, responsabile immigrazione di Arci e animatore del Tavolo Asilo e Immigrazione.

Miraglia, quali sono i punti «irritanti» della proposta dello Ius Italiae?

Suggeriscono, come al solito, che la cittadinanza la si debba meritare. Il fatto che un bambino deve fare 10 anni di scuola con esito positivo, che vuol dire? Se uno sta male un anno e viene rimandato, o bocciato, non può prendere la cittadinanza? Sembra una cosa che segue il trend di questa destra di governo e anche di Forza Italia, in questo caso. C’è sempre l’idea del merito, a prescindere dalle condizioni delle persone.

Filippo Miraglia

La proposta di Forza Italia rappresenta, secondo lei, un’apertura importante?

Interviene su una specifica fascia di persone, ma sicuramente interessa molte decine di migliaia, se non centinaia di migliaia, di ragazzi di origine straniera.

Sarebbe comunque un passo avanti?

Sì, sarebbe comunque un miglioramento. Un passo che migliorerebbe la condizione dei più giovani, perché per i bambini che arrivano in Italia prima dei 5 anni di età, i genitori a 16 anni potrebbero chiedere la cittadinanza italiana. La nostra richiesta di modifica della legge n.91 del 1992 tuttavia l’abbiamo depositata nel 2012, con la campagna “L’Italia sono anch’io” e quello, per noi, rimane il riferimento: cambiava tanti elementi importanti della legge, senza modificarla del tutto. Se Forza Italia avesse la forza di portare la sua proposta fino in fondo, l’opposizione dovrebbe approfittarne per incalzarli, provando a modificarla e, alla fine, cambiarla. Auspico quindi che, nella discussione parlamentare, si possano modificare delle parti di questo testo.

Quali sarebbero le modifiche, in primis, da apportare alla proposta?

Innanzitutto la questione dei 10 anni scolastici superati con profitto: toglierei il requisito del profitto. E i 10 anni proverei a portarli a cinque, così i ragazzi possono diventare italiani ben prima dei 16 anni. Nella proposta c’è anche l’aumento fino a 600 euro della cifra necessaria per le pratiche burocratiche per avere la cittadinanza, ritengo che sia una cifra davvero eccessiva (in realtà l’aumento riguarda solo gli oriundi che fanno richieste di cittadinanza per ius sanguinis, quindi persone nate all’estero e cittadine di un altro paese che però dimostrano la propria discendenza diretta da un cittadino italiano e che in conseguenza di ciò chiedono la cittadinanza italiana. L’innalzamento della cifra non riguarderebbe le richieste di cittadinanza italiana presentate da cittadini stranieri che vivono in Italia, ndr). Mi faccia ribadire che, rispetto allo Ius Italiae, il referendum sulla cittadinanza è un’altra cosa.

Come guidica la mobilitazione che ha portato a raccogliere 637mila firme per il referendum?

Ha rappresentato un’iniziativa straordinaria dal punto di vista del successo della raccolta delle firme. Ha rappresentato il fatto che, in questo Paese, c’è tanta gente che vuole cambiare, al di là del dibattito pubblico.

Foto di apertura di note thanun su Unsplash. Foto dell’intervistato dell’ufficio stampa Arci

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