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Miracolo nel Maghreb

La sfida sembrava impossibile ma a sette anni di distanza dalla sua prima vittoria elettorale il presidente algerino può vantare un paese in ottime condizioni economiche

di Joshua Massarenti

Fare dell?Algeria il ?dragone del Maghreb?. Chi mai l?avrebbe immaginato? Solo cinque anni fa questo sogno sarebbe stato fonte di commenti umilianti negli ambienti della diplomazia internazionale. Perché nessuno, o quasi, avrebbe scommesso un euro sulla rinascita dell?Algeria. Nessuno salvo lui, Abd El-Aziz Bouteflika, presidente della Repubblica algerina . Febbraio 1999. Allora in piena campagna elettorale, quello che fu il più giovane ministro del primo governo indipendentista algerino (1962), promise ai suoi compatrioti di rilanciare una nazione devastata da una guerra civile che dal 1991 opponeva il regime militare di Algeri ai fondamentalisti islamici. Le violenze fecero più di 150mila vittime, relegando il Paese nel più completo isolamento internazionale (ad eccezione dell?Italia, fornitore di armi per la lotta contro i terroristi islamici).

Con un debito estero alle stelle (25,3 miliardi di dollari nel 2000) e danni allo Stato per oltre 20 miliari di dollari, la sfida di Bouteflika sembrava impossibile. Eppure, a sette anni di distanza dalla sua prima vittoria elettorale ottenuta con l?appoggio dell?esercito in un clima di forti contestazioni, il 69enne presidente algerino (su cui pesa l?incognita di una salute fisica delicata) può vantare, grazie alla pioggia di petrodollari che si sono riversati nelle casse dello Stato, un paese in ottime condizioni economiche.

Il piano quinquennale lanciato dal governo nel 2005 e che prevede investimenti pubblici pari a 60 miliardi di dollari entro il 2009 è solo l?ultimo tassello del ?miracolo algerino?. In questa intervista esclusiva rilasciata a Vita, il presidente dell?Algeria tiene a «ricordare che investimenti effettuati tra il 2000 e il 2004, pari a 662 miliardi di dinari (7,2 miliardi di euro, ndr), hanno consentito al Paese di realizzare molti passi avanti». Tradotto in cifre? «Il tasso di disoccupazione è sceso dal 29% del 1999 al 15,3% del 2005. L?inflazione è stata bloccata l?anno scorso sull?1,5%, mentre durante il periodo 2002-05 il tasso medio di crescita annua è stato superiore al 5%. Inoltre, a fine agosto il nostro debito estero ammontava a 8,5 miliardi di dollari. Infine, tra il 1999 e il 2005 il nostro Pil pro capite è quasi raddoppiato, passando da 1.623 dollari a 3.100 dollari».

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