Welfare

Mio fratello, Matteo Renzi, i dinosauri e le parole giuste

Ieri il premier ha postato sul suo profilo la foto di un libro che aveva appena comprato. L'ha scritto un giovane del Veneto, per raccontare chi è suo fratello Giovanni, con la sindrome di Down: per lui, adesso, semplicemente «una delle meraviglie del mondo, che non si può tenere nascosta». Grazie al premier per la segnalazione, però nel suo post abbiamo scovato un errore...

di Sara De Carli

Ieri il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha postato sulla sua bacheca la foto di un libro, appena comprato: “Mio fratello rincorre i dinosauri – Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più”. Lo ha scritto un ragazzo veneto, Giacomo Mazzariol, che l’anno scorso in occasione della giornata mondiale delle persone con sindrome di Down realizzò un video per raccontare non chi è una persona down «non lo so, non posso dirvelo», disse all’epoca, bensì per dire chi è suo fratello Giovanni, che quel cromosoma in più ce l’ha da 12 anni. Il video in pochi giorni diventò virale. Oggi del suo libro dice soltanto che «parla di una delle meraviglie del mondo, Giovanni, che non si può tenere nascosta». E ricorda che «mamma diceva che amare un fratello non vuol dire scegliere qualcuno da amare; ma ritrovarsi accanto qualcuno che non hai scelto, e amarlo. Ecco, scegliere di amare, non scegliere la persona da amare».

Ieri Giacomo ha ovviamente condiviso il post di Renzi, accompagnandolo con queste parole scanzonate: «Non può che farmi piacere. L'amore va oltre i colori. Poi me lo immagino [il Presidente, ndr] ora che si sta leggendo la parte in cui con mio fratello all'Expo ho saltato le code ai padiglioni perché ero con Gio, anche se a lui non fregava nulla. A Mattè perdonami ma c'era troppa filaaaa:):) Comunque, grazie Presidente».

Me lo immagino [il Presidente, ndr] ora che si sta leggendo la parte in cui con mio fratello all'Expo ho saltato le code ai padiglioni perché ero con Gio, anche se a lui non fregava nulla. A Mattè perdonami ma c'era troppa filaaaa:):) Comunque, grazie Presidente».

Giacomo Mazzariol

Il video dell'anno scorso ricostruisce un presunto colloquio di lavoro, in cui le risposte di Giovanni stridono con le scene di vita reale, quotidiana, che lo ritraggono a scuola e in famiglia, con Giacomo e le sorelle Chiara e Alice e i genitori. Il libro, invece, Giacomo lo presenta così: «È la storia di Giovanni, questa. Giovanni che ha tredici anni e un sorriso più largo dei suoi occhiali. Che ruba il cappello a un barbone e scappa via; che ama i dinosauri e il rosso; che va al cinema con una compagna, torna a casa e annuncia: “Mi sono sposato”. Giovanni che balla in mezzo alla piazza, da solo, al ritmo della musica di un artista di strada, e uno dopo l’altro i passanti si sciolgono e cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le piazze. Giovanni che il tempo sono sempre venti minuti, mai più di venti minuti: se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Giovanni che sa essere estenuante, logorante, che ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle. E se è inverno e non lo trova, porta loro foglie secche. Giovanni è mio fratello. E questa è anche la mia storia». Il nuovo libro, appena uscito, è piaciuto a Giovanni? Giudicate voi, guardando il video simpaticissimo che Giacomo ha postato.

Il libro parla di una delle meraviglie del mondo, Giovanni, che non si può tenere nascosta

Giacomo Mazzariol

A Matteo Renzi, diciamo solo una cosa: nel suo post, presidente, ha scritto «Giovanni, affetto dalla sindrome di Down». Ma presidente, quello è un errore, soprattutto dopo dieci anni dalla Convenzione Onu (agosto 2016)! È stata una battaglia molto cara a Franco Bomprezzi, che lei ben conosce. Claudio Arrigoni la porta avanti tutte le volte che può: «Si dice persona con disabilità. L’attenzione sta lì, sulla persona. La sua condizione, se proprio serve esprimerla, viene dopo. La persona (il bambino, la ragazza, l’atleta ecc.) al primo posto», ha scritto. Basta la fantastica vignetta di Staino che correda quel suo articolo per capire di cosa stiamo parlando. La disabilità non è una malattia, Giovanni non è affetto da nulla e non contagia nessuno. Sono certa che lei lo sa, Presidente, altrimenti non avrebbe nemmeno scritto il post di ieri, ma per cambiare lo sguardo della società occorre anche accompagnare le persone, piano piano, a cambiare il linguaggio. Basta così poco!

Foto by Cruz Lab Production, dalla pagina Fb Jack N John

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