Famiglia

Minori: Telefono azzurro esplora il pianeta infanzia

Alla vigilia della Giornata italiana dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, arriva il 3° Rapporto Telefono Azzurro-Eurispes. La presentazione di Ernesto Caffo

di Giampaolo Cerri

Sarà presentato a Pescia il “Terzo Rapporto su infanzia e adolescenza” realizzato da Telefono Azzurro e Eurispes. Ecco di seguito l’introduzione del professor Ernesto Caffo. “Ogni politica che sia rivolta a favore dell?infanzia e dell?adolescenza deve avere come fulcro un?ottica di prevenzione, abbracciando in un approccio multidimensionale tutti gli aspetti dell? ?universo bambino?. Le situazioni di rischio e di disagio sono, infatti, determinate ed influenzate da fattori individuali, familiari, sociali e culturali. Affinché siano messi in atto interventi efficaci, è necessario conoscere le problematiche che riguardano bambini ed adolescenti. Accostarsi al mondo dell?infanzia oggi è sempre più difficile perché c?è il rischio che, a seconda dell?angolazione da cui viene osservato, vengano fuori aspetti diversi, talvolta anche contrastanti. Questo ?Terzo Rapporto sulla condizione dell?infanzia e dell?adolescenza? vuole dunque tentare di ridefinire i reali contorni di queste età della vita, aiutando gli adulti a vedere i bambini come soggetti da tutelare, con la loro dignità, i loro problemi e i loro diritti, primo fra tutti quello di essere se stessi. A tal fine sono stati somministrati circa 7.000 questionari (tra bambini frequentanti terza, quarta, quinta elementare e prima media e adolescenti frequentanti seconda e terza media e tutte le classi degli istituti secondari superiori) che hanno consentito di rappresentare i comportamenti, gli atteggiamenti e le tendenze attuali dell?infanzia e dell?adolescenza in Italia. I risultati sono stati esposti in 40 schede, con relative tabelle di rilevazione sviluppando due sezioni specifiche sull?identità del bambino e dell?adolescente. Per cominciare, i bambini intervistati nella ricerca hanno dichiarato di non sentirsi ascoltati dagli adulti nel 29,6% dei casi; i ragazzi sono il 17,9%: d?altronde, se è vero che il 66% dei bambini e il 46,3% degli adolescenti, quando ha un grave problema o una difficoltà, ne parla/parlerebbe con i familiari, è anche vero che il 12,4% dei bambini e il 9% dei ragazzi non ne parla/parlerebbe con nessuno. A PROPOSITO DEI DIRITTI. I risultati dell?indagine sono interessanti: su un campione di 3.200 bambini (frequentanti terza, quarta, quinta elementare e prima media) e 3.800 adolescenti (frequentanti seconda e terza media e tutte le classi degli istituti secondari superiori) di tutta Italia emerge che il 52,5 % dei bambini e il 44,1 % degli adolescenti non conosce la Convenzione Onu sui Diritti del Fanciullo. Tra quanti la conoscono è però significativo che la principale fonte di informazione sia risultata la scuola (33,9% dei bambini e 32,4% degli adolescenti). I bambini percepiscono tra i valori maggiormente rispettati quello ad avere una famiglia (56,4%), il diritto alla vita (51%) e il diritto allo studio (49%). Per gli adolescenti, invece, i valori più alti si registrano nei livelli di tutela intermedi, ?poco? e ?abbastanza?; il diritto avvertito come meno tutelato è quello legato alle discriminazioni razziali (il 17,7% degli intervistati ritiene infatti che sia poco tutelato); al contrario, una buona percentuale ritiene che il diritto alla vita sia molto tutelato (26,4%). Particolarmente interessante la relazione che intercorre tra la percezione che gli intervistati hanno del rispetto da parte degli adulti del loro diritto ad avere una propria opinione e quanto si sentono ascoltati dal mondo ?dei grandi?: il 52,9% dei bambini che dichiarano di non essere per niente ascoltati ritiene che il diritto al rispetto delle proprie opinioni sia per niente o poco rispettato; il 40,3% di coloro che si ritengono abbastanza ascoltati percepiscono il diritto come abbastanza rispettato; allo stesso modo, il 33% di quanti si sentono molto ascoltati ritiene tale diritto molto rispettato. La situazione è piuttosto simile per gli adolescenti: il 32,8% di quanti non si sentono affatto ascoltati dichiara che il diritto alle proprie opinioni non è per niente rispettato; di contro, il 54% di quanti si sentono molto ascoltati, ritiene che tale diritto sia abbastanza o molto rispettato. A PROPOSITO DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE. L?immagine dell?infanzia che i media danno oggi è strettamente legata alla rappresentazione del dolore, e per questo fortemente viziata. Gli organi di informazione parlano di bambini e adolescenti soprattutto relativamente a fatti di cronaca nera o giudiziaria, che li vedono vittime di abusi di ogni genere o autori di crimini violenti e talora efferati, con un gusto morboso o cinico; nelle fiction essi sono utilizzati come elemento emotivo delle storie, tendenti a provocare commozione o pietà. La pubblicità dà invece dell?infanzia una versione furbesca: i bambini risultano simpatici e accattivanti soprattutto quando emulano gli adulti o si mostrano in atteggiamenti ammiccanti e in vario modo seduttivi; immagine, questa, che non è loro propria né ovviamente consona. Il ritratto che ne risulta è di un bambino espropriato delle sue caratteristiche, connotato da sofferenza, ansia, violenza, crudeltà. Dall?indagine si evince che bambini e adolescenti possiedono, nella propria camera, un vero e proprio ?arsenale? tecnologico: hanno a loro disposizione un pc il 41,3% dei bambini e il 52,5% degli adolescenti, un televisore il 55,3% dei bambini e il 64,2% degli adolescenti, una radio il 57,4% dei bambini e l?83% degli adolescenti; risultano inoltre molto diffusi lo stereo, il videoregistratore e la playstation. Bambini e adolescenti si confermano importanti utenti televisivi: il 69,1% dei primi e il 64,6% dei secondi guardano quotidianamente la tv per 1-2 ore; il 17,3% dei bambini e il 24,1% degli adolescenti la guardano per 3-5 ore al giorno; il 7,9% dei più piccoli e il 5,2% dei più grandi la guardano per più di 5 ore. Il 69,4% dei bambini e il 47,4% degli adolescenti intervistati hanno dichiarato di essere rimasti impressionati da una scena violenta vista in televisione: tra questi, la maggior parte ha riferito che si trattava di una scena di un film o un telefilm (73,1% dei più piccoli, il 69,3% dei più grandi). Scene violente sono state riscontrate anche nei telegiornali, in fatti di cronaca che riguardavano bambini, ma notiamo che al 19,2% dei bambini è capitato di assistere ad una scena di violenza in un cartone animato (contro il 6,4% degli adolescenti). Per quanto riguarda la pubblicità, i bambini si dividono abbastanza equamente tra quanti ne sono infastiditi (43,8%) e quanti la ritengono un fatto positivo: diverte il 21,7% e informa il 21,1% (e lascia indifferente il 13,4%). Diversa la situazione per gli adolescenti: il 44,8% ne è infastidito, il 31,7% è indifferente, il 13,6% ne è divertito, il 9,9% la reputa una fonte di informazione. Maggiori differenze tra bambini e adolescenti si riscontrano ovviamente nella fruizione di Internet: la maggior parte dei bambini non si collega mai (60,8%), mentre il 71,3% degli adolescenti lo fa occasionalmente (58,6%) o quotidianamente (12,7%). I bambini usano Internet soprattutto per giocare (47,5% contro il 35,7% degli adolescenti), gli adolescenti per cercare cose che li interessano (81,9% contro un comunque significativo 44,6% dei più piccoli). Entrambi lo usano per studiare: il 31,9% dei bambini e il 50,5% degli adolescenti. Significativa la differenza tra le due classi d?età per gli usi comunicativi della Rete (chat, posta elettronica, invio di SMS), maggiormente diffusi tra i più grandi. Anche in Internet agli intervistati è capitato di imbattersi in immagini violente, anche se in misura minore rispetto al mezzo televisivo: si tratta infatti del 13,4% dei bambini e del 35,7% degli adolescenti. I più piccoli sono rimasti impressionati per lo più dalle immagini di un videogioco (42,3% contro il 39,7% degli adolescenti); i più grandi da immagini pornografiche (72,4% contro il 29,9% dei bambini). La differenza tra i due gruppi si riduce per le altre categorie: immagini di guerra, di violenza su bambini, di violenza su adulti. A PROPOSITO DEL CONSUMO E ABUSO DI SOSTANZE STUPEFACENTI. Dall? indagine fatta nelle scuole è risultato che la quasi totalità del campione adolescenziale non ha mai usato Lsd/allucinogeni, ecstasy/acidi, eroina e cocaina; il 12% ha consumato occasionalmente hashish o marijuana, mentre il 7% circa le ha consumate spesso. Fa riflettere il dato che 23,6% del campione afferma che nella propria scuola si verifica spaccio di droga. Il 26,4% beve spesso vino o birra; il 50,8% lo fa occasionalmente; il 35,5% afferma di consumare occasionalmente superalcolici, il 12% spesso. A PROPOSITO DI ?BANDE GIOVANILI?. Spesso le difficoltà a relazionarsi con il gruppo dei pari sfociano in comportamenti di prevaricazione genericamente definiti col termine ?bullismo?: a causa di una errata percezione di sé, del rifiuto delle regole e della mancanza di autocontrollo, unitamente ai modelli familiari, agli stereotipi imposti dai media, ad una scarsa attenzione da parte della scuola verso le dinamiche relazionali, alcuni soggetti di età compresa tra i 7-8 e i 14-16 anni, manifestano la loro aggressività, verbale o fisica, verso coetanei più deboli. Dai risultati del questionario somministrato nelle scuole emerge infatti che il 41% dei bambini e il 46,6% degli adolescenti ha minacciato o picchiato qualcuno o entrambe le cose. Inoltre il 30,7% dei bambini e il 33,5% dei ragazzi sostiene che nella propria scuola si verificano minacce o atti di prepotenza; il 15,5% dei più piccoli e il 10,8% degli adolescenti afferma che vi si verificano anche continue violenze fisiche; il 10,6% dei bambini e il 24,3% dei ragazzi rileva poi atti discriminatori nei confronti di compagni di scuola stranieri. Non trascurabile il dato dei furti nelle scuole: ne è a conoscenza il 23,7% dei bambini e il 56,9% dei ragazzi. A PROPOSITO DI COMPORTAMENTI RISCHIOSI. Un altro aspetto del disagio è costituito dall?attrazione verso comportamenti rischiosi per soddisfare il desiderio di vivere ?sensazioni forti?: tra questi, rapporti sessuali non protetti, guida pericolosa, gioco d?azzardo. Queste condotte sono sostenute da un ingiustificato ottimismo, fondato sulla credenza di essere immuni dal pericolo, e dall?egocentrismo tipico dell?età. Sempre dall?indagine fatta nelle scuole emerge, ad esempio, che il 56,5% degli intervistati va in motorino senza casco qualche volta (35%), spesso (12%) o addirittura sempre (9,5%). Per ciò che riguarda i limiti di velocità, in motorino o in auto, essi non vengono rispettati mai dal 17,8% degli intervistati. Rimanendo nel campo della sicurezza stradale, è da notare anche che il 45,7% degli adolescenti in auto non usa sempre o spesso le cinture di sicurezza. Da imputare maggiormente all?incuria degli adulti il dato che riguarda i bambini: sono circa il 40% quelli che viaggiano in auto senza cintura, spesso (17,1%) o sempre (21,5%). A PROPOSITO DI ADOLESCENTI E SESSUALITA?, il 29,6% degli adolescenti ha dichiarato di avere avuto rapporti sessuali: il 58,8% di loro ha sempre usato un anticoncezionale (nel 53% dei casi si tratta del preservativo) ma il 9,6% non l?ha mai usato. A PROPOSITO DI DEVIANZE E REATI SESSUALI. I dati evidenziano poi che un numero crescente di ragazzi tra i 14 e i 18 anni esibisce nuove forme di violenza all?interno della famiglia e della scuola, comunemente riconoscibili in atti di vandalismo, violenza negli stadi, aggressioni razziali, sassi dal cavalcavia, ?baby gang?, violenze sessuali. L?evoluzione del fenomeno della delinquenza minorile può essere descritta sulla base degli indicatori empirici relativi agli ingressi nei Centri di Prima Accoglienza e negli Istituti di Pena Minorili. Gli ingressi nei Cpa, relativi agli anni 1991-2001, rivelano un andamento sufficientemente stabile del fenomeno: le cifre sono attestate su un numero oscillante tra i 4.200 circa (con l?eccezione relativa al 1992, in cui sono ben 4.552 i soggetti che transitano nei Cpa) e i 3.700 circa. Il 23,7% delle denunce a carico di minorenni nel 2000 ha riguardato reati contro la persona, che comprendono anche reati sessuali. Il tema dei minori autori di violenze sessuali, i cosiddetti ?young sex offenders?, è di recente esplorazione e la quantità di dati rilevati a livello internazionale è ancora relativamente bassa, sebbene sempre più consistente. In Italia, ad esempio, nel 2000 ci sono state 561 denunce per reati sessuali commessi da minorenni: l?87% riguarda una vera e propria violenza sessuale nei confronti di altri minori. È fondamentale sottolineare che, nell?ottica di Telefono Azzurro, i comportamenti sessuali devianti attuati da minorenni vanno intesi attraverso il modello della psicopatologia dello sviluppo. Essi, cioè, rappresentano una forma di disagio esternalizzato, da analizzare attraverso un approccio multifattoriale che tenga conto delle condizioni intrinseche ed estrinseche del minore abusante. In questo caso la prevenzione ha una duplice valenza: da un lato aiuta il potenziale autore del reato ad evitare un percorso di devianza psichica e sociale, oltre alle inevitabili implicazioni giuridiche; dall?altro, evita il trauma dell?abuso alle potenziali vittime. DALLA CONVENZIONE DEI DIRITTI DEL FANCIULLO (20 novembre 1989) ALL?ASSEMBLEA GENERALE ONU SULL?INFANZIA (8-10 maggio 2002) In ben tre occasioni negli ultimi dodici mesi i temi dell?infanzia sono stati trattati in importanti incontri internazionali: – il Secondo Congresso Mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei bambini, Yokohama dal 17 al 21 dicembre 2001; – l?Assemblea Generale delle Nazioni Unite sull?infanzia, riunitasi in Sessione Speciale dall? 8 al 10 maggio 2002; – il Vertice Mondiale sullo sviluppo sostenibile, a Johannesburg dal 26 agosto al 4 settembre 2002. Il concetto di globalizzazione, strettamente collegato a quello di sviluppo sostenibile, inteso dall?ONU come ?un modello di sviluppo che coniughi gli aspetti economici, sociali e ambientali in grado di assicurare una società più equa e prospera, nel rispetto delle generazioni future?, è proposto come la panacea di tutti i mali, ovvero come la soluzione degli squilibri e delle differenze tra i paesi del Nord e del Sud del mondo. In realtà il panorama della situazione dei bambini nel mondo è oggi sconfortante: a causa delle guerre sono ben 30 milioni i rifugiati e gli sfollati, di cui la maggioranza sono bambini e donne; circa 250 milioni di bambini tra i 5 ed i 14 anni lavorano nei Paesi in via di Sviluppo e più di 50 milioni tra i 5 e gli 11 anni lavorano in situazioni pericolose; in questo decennio, oltre 2 milioni di bambini sono stati uccisi e oltre 6 milioni feriti e resi invalidi nei conflitti armati; nell?ultimo anno sono stati reclutati a combattere le guerre degli adulti oltre 300.000 ragazzi; il 30% dei bambini sotto i cinque anni, poi, soffre di malnutrizione grave o leggera, mentre un bambino su quattro vive in una famiglia al di sotto della soglia di povertà. Questi dati pongono la questione della globalizzazione in un?ottica molto più complessa, facendo sorgere alcuni interrogativi. In primo luogo: la diffusione delle condizioni di benessere economico va di pari passo con la diffusione dei diritti? In secondo luogo: la diffusione del modello economico occidentale rispetta le differenze culturali dei Paesi in via di sviluppo o cancellerà progressivamente la loro identità? Infine: tale modello di sviluppo pone, in ottemperanza alla Convenzione ONU del 1989, l?interesse del bambino come prioritario e superiore oppure ricerca un compromesso tra i diritti dell?infanzia e il sistema economico? O addirittura li strumentalizza al fine di creare un unico, grande mercato? A riprova dell?incompatibilità tra diritti dei bambini e interessi economici è il fatto che gli Stati Uniti, cioè il Paese più ricco ed industrializzato del mondo, è, insieme alla Somalia, l?unico paese che ancora non ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti dell?Infanzia. Ciò spiegherebbe anche il perché le politiche dei vari paesi siano ancora indirizzate verso un basso livello di prevenzione, l?unico efficace strumento di cambiamento che però richiede forti investimenti di risorse umane ed economiche”.


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