Famiglia

Minori straniere vittime della tratta: scomparsa una su due

I numeri ufficiali parlano di 268 minori su 575 arrivate non accompagnate che sono oggi irreperibili: "Dopo la prima accoglienza non trovano i giusti riferimenti e finiscono vittime degli aguzzini", spiega l'avvocato esperto di migrazioni Alessandra Ballerini. Le soluzioni ci sono

di Daniele Biella

Non bastano le violenze durante il viaggio migratorio verso in Nord del mondo, e la concreta possibilità di rimanere coinvolti in un naufragio nel mar Mediterraneo: per i minori stranieri non accompagnati anche l’arrivo in Italia è solo la continuazione di un calvario senza fine apparente. Il dato più sconvolgente riguarda le ragazze: il 50 per cento delle minorenni che arrivano nel nostro paese nel giro di poche settimane diventano irreperibili. Nel solo 2014, ben 268 sulle 575 registrate sono scomparse nel nulla. “E’ molto probabile che finiscano nella tratta della prostituzione minorile”, spiega Alessandra Ballerini, avvocato esperto di migrazioni che collabora con l'ong Terre des hommes e altri enti gestori di progetti di accoglienza e autrice del libro “La vita ti sia lieve” (Editore Melampo 2014).

Le dinamiche che portano una minore non accompagnata su due (per i maschi il dato è poco al di sotto del 30 per cento, irreperibili 3.439 su 9.961, spesso in fuga verso altri Stati europei a differenza delle ragazze) a far perdere le proprie tracce “sono complicate, ma hanno caratteristiche pratiche piuttosto chiare”, specifica Ballerini. “Le minorenni provengono soprattutto da Nigeria, Camerun ed Eritrea, e dopo un primo periodo in cui rimangono nelle prime strutture di accoglienza, cominciano a sentirsi in difficoltà: spesso si trovano in promiscuità con adulti, e quando non trovano mediatori o interpreti non riescono a capire e a far capire le proprie esigenze”. Che sono quelle di ragazze spesso vittime di violenze nei Paesi di passaggio: “sono molti i casi in cui le giovani arrivano in stato di gravidanza dopo avere subito abusi dai trafficanti, alcune devono prendere la scelta se abortire o meno ma non hanno nessuno che le ascolta, che le prenda in carico,che spieghi loro le leggi italiane, in particolare riguardo ad avere un figlio in minore età”.

Un dramma che, come in un girone infernale, le spinge a finire direttamente nella mani degli aguzzini, “perché magari hanno un numero di telefono di riferimento di persone che le possono fare lavorare e che invece le mettono sulla strada”, aggiunge l’avvocato, che negli anni ha raccolto molteplici storie di questo tipo, terrificanti. “Sfuggono così al sistema di accoglienza ufficiale per scomparire nel buio della tratta, quasi sempre rimanendo in Italia, essendo il mercato nostrano uno dei più floridi d’Europa”.

Cosa bisognerebbe cambiare per invertire la rotta? “Bisognerebbe fin da subito che queste ragazze vengano affiancate da una figura di riferimento, una sorta di tutor, che risponda a tutte le loro domande – dove siamo, cosa posso e non posso fare, posso andare a scuola, quando posso chiamare o rivedere la mia famiglia d’origine – e le convinca a seguire la strada dell’accoglienza governativa”, indica Ballerini. Accoglienza che è da mesi in attesa dell’approvazione di una nuova legge che renda più adeguate le condizioni nei centri in cui sono ospitati i msna, minori stranieri non accompagnati. Legge auspicata da gran parte del mondo associazionistico tra cui l’ong Save the children: “Ci sono più di 700 minori non accompagnati bloccati da settimane o mesi in condizioni non adeguate nelle strutture di prima accoglienza dove dovrebbero invece stare per il tempo stretto necessario al trasferimento nelle comunità per minori. Abbiamo condiviso alcuni impegni assunti da Stato e Regioni per migliorare l’accoglienza dei minori, tuttavia riteniamo indispensabile attivare al più presto in Italia un sistema di accoglienza e protezione strutturato come prevede invece la proposta di legge che abbiamo promosso nell’ottobre 2013 e che da tempo è pronta e già votata in Commissione Affari Costituzionali della Camera”, sottolinea Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children. “Da più di due mesi inspiegabilmente il Governo fa attendere il parere tecnico necessario perché la Commissione Bilancio possa dare il benestare per la definitiva approvazione, bloccandone l’iter e conseguentemente causando danni concreti e talvolta gravissimi nella vita dei minori, che già giungono in Italia con storie terribili alle spalle”.

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