Famiglia

Minori: Save the children, ecco le cifre della tratta

542 bambini sono costretti a prostituirsi, i neonati vengono venduti per poche migliaia di euro. È quanto denuncia la ong in un rapporto

di Gabriella Meroni

Migliaia di bambini e ragazzi dagli otto ai diciotto anni vittime di abusi di ogni tipo, rapiti alle famiglie e tenuti in condizione di schiavitu’, costretti a prostituirsi e venduti come oggetti per alimentare i mercati clandestini delle adozioni internazionali e del traffico di organi. Una piaga che non risparmia neanche i neonati, il cui prezzo stabilito dalle organizzazioni che si occupano della tratta dei minori varia dai 7mila ai 15mila euro. Il quadro emerge dal ”Rapporto informativo sulla tratta dei minori” in sei Paesi europei, realizzato da Save the Children e presentato oggi a Roma (programma in allegato)nell’ambito di un seminario internazionale per analizzare le cause del fenomeno e individuare soluzioni per porre fine al traffico. Lo studio ricostruisce passo per passo i ‘cicli’ della tratta in sei Paesi – Bulgaria, Romania, Italia, Spagna, Danimarca e Regno Unito – dividendoli in Paesi di origine, di transito e di ultima destinazione. Ne viene alla luce una fotografia inquietante in cui le uniche vittime sono i piu’ piccoli. ”Negli ultimi 10 anni – afferma Save the Children – e’ cresciuto costantemente il numero delle bambine e dei bambini vittime della tratta, soprattutto provenienti dall’Est europeo. Si tratta di bambini estremamente vulnerabili perche’ possono essere facilmente sottoposti a coercizione e hanno meno possibilita’ di ‘sfuggire’ da una relazione di sfruttamento”. Ma non solo: la maggior parte di loro ”corre il rischio di essere ulteriormente vittimizzata e di subire ulteriori violenze, derivanti da politiche erronee o non chiare, in materia di immigrazione o da pratiche di polizia e giudiziarie potenzialmente abusanti”. Una realta’ dalla quale l’Italia, considerato un Paese di transito, non e’ esclusa. Secondo gli ultimi dati disponibili, il numero dei bambini vittime della tratta che hanno usufruito dei programmi di protezione sociale in un anno e’ di 134. Il numero totale delle piccole vittime, afferma pero’ Save the Children, e’ ben piu’ alto e molte sono quelle avviate alla prostituzione: su un numero di persone coinvolte che varia da 10mila a 13mila, l’incidenza dei minori e’ infatti tra il 4,2% e il 6,2%. Significa che nella migliore delle ipotesi 542 bambini sono costretti a prostituirsi, a diventare merce per i pedofili, a prendere parte a film pornografici. Nella peggiore sono 663. Le principali vittime che raggiungono il nostro Paese proviene da Albania, Romania, Bulgaria, Moldavia, Ucraina, Russia e stati del Baltico. Il reclutamento, spiega il rapporto, avviene su base locale, nelle zone piu’ povere e svantaggiate. Le vittime vengono attratte con annunci pubblicitari sui giornali, con false promesse di lavoro, matrimoni e condizioni migliori di vita all’estero. Molto spesso si ricorre al rapimento e, comunque, non e’ raro che siano genitori e parenti dei bambini a mettersi in contatto con i trafficanti per venderli. Quanto alle politiche da mettere in atto per contrastare il fenomeno, Save the Children parla di un ”ruolo crescente” riservato all’Europa, che deve assumere una posizione ”efficace” nella protezione delle vittime. Necessario inoltre sviluppare un sistema per la raccolta dei dati a cui tutti i Paesi possano accedere e adottare procedure comuni per l’identificazione alle frontiere dei minori vittime della tratta. ”E’ assolutamente imprescindibile per ogni politica di contrasto, prevenzione e recupero – prosegue il rapporto – tenere in considerazione che i minori sono innanzitutto delle vittime e, quindi, prevedere provvedimenti specifici rivolti ai minori che devono fondarsi sul riconoscimento e la tutela dei loro diritti”. Critiche anche alla Bossi-Fini che ”deve essere modificata” perche’ ”crea difficolta’ rispetto al ricongiungimento familiare”.


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