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Minori: piano strordinario per i 10.000 in istituto
Un piano straordinario per i diecimila minori, tra bambini e adolescenti, è stato annunciato dal Sottosegretario sen. Grazia Sestini
di Redazione
Un piano straordinario per i diecimila minori, tra bambini e adolescenti, che oggi vivono negli istituti per dare loro un futuro diverso e un luogo dove possano sentirsi come se fosse una vera e accogliente casa. Accanto a persone adulte che sentano vicine, quasi come familiari. Un piano da realizzare entro il 2006, con il contributo di tutti: governo, enti locali, associazioni che gestiscono queste strutture, associazioni di genitori. Lo ha sollecitato il sottosegretario al Welfare, senatrice Grazia Sestini, presentando oggi la seconda Conferenza nazionale sull’infanzia e sul’adolescenza e la Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in programma a Collodi dal 18 al 20 novembre prossimi. Era prevista anche la partecipazione del ministro del Welfare, Roberto Maroni, rimasto pero’ inchiodato nel suo ufficio dai continui contatti telefonici in merito alla vertenza Fiat e alla sua evoluzione, anche in relazione all’innalzamento, giorno dopo giorno, del livello di tensione tra i lavoratori dei diversi stabilimenti coinvolti dal piano di riassetto proposto dalla casa torinese. Il piano straordinario da qui ai prossimi anni, in coincidenza cioe’ con la previsione gia’ indicata di chiusura degli istituti – ha spiegato la senatrice forzista – deve avere pero’ “un approccio di tutti gli interessati che non sia ideologico ma davvero concreto, per non illudere ancora una volta quanti in una condizione di disagio”. E tra di essi ci sono – ha detto ancora la Sestini, usando anche un’espressione che lei stessa ha definito forte – anche bambini o ragazzi che non sono “appetibili” da parte di famiglie che puntano all’adozione o al’accoglimento, perche’ si tratta di bambini o ragazzi con problemi: si va dal bimbo abbandonato sin dalla nascita all’adolescente che e’ gia’ affiliato ad una cosca mafiosa o comunque inserito nel circuito del crimine. Occorre quindi studiare forme diverse dalle attuali in fatto di sostegno”, come le stesse case-famiglia ma facendo in modo da non ricreare “istituti in piccolo”, perpetuando problemi e disagi. Nuove strutture di accoglienza dove dovrebbero esserci figure familiari e non solo operatori. La scelta prioritaria – ha detto il sottosegretario alle Politiche Sociali – dev’essere quindi quella di offrire luoghi di crescita senz’altro diversi dagli attuali istituti. I quali vanno chiusi, “sapendo pero’ da subito dove e’ l’alternativa e che genere di alternativa offriamo”. Sostenere si’ l’affido e l’adozione ma avere anche strumenti “per offrire luoghi dove far crescere i ragazzi, e va capito non solo quanti sono questi ragazzi ma chi sono”. E piu’ in generale, la politica del welfare in direzione dell’infanzia e dell’adolescenza deve “valorizzare esperienze di servizi destinati a questa fascia di eta’” e saper occupare rapidamente e per bene quegli spazi di tempo dei ragazzi che non coperti dalla scuola o dai programmi televisivi. La stessa legge sugli oratori o sui luoghi di aggregazione in via di definizione in Parlamento e’ da considerarsi come “innovativa e significativa”, come insegnano le esperienze-pilota in atto gia’ in diverse Regioni, alcune delle quali hanno anche varato specifiche leggi. E se questo gia’ avviene, vuol sempliciemente dire che in Italia “c’e’ domanda da parte delle famiglie di disporre di luoghi che per i propri ragazzi siano luoghi di aggregazione ma anche di resistenza e barriera a possibili tentazione da parte di forme di devianze”. Se davvero nel Paese si deve parlare di politiche di sostegno alle famiglie – ha detto ancora la Sestini – alloranon si puo’ non parlare direttamente di politiche di sostegno all’infanzia. Alla conferenza stampa erano presenti anche i responsabili del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza, che hanno illustrato il programma della tre giorni di Collodi, promossa dal Ministero del Welfare, e che vuole essere l’occasione per tracciare un bilancio dei risultati raggiunti sinora, ma soprattutto – e’ stato sottolineato – e’ l’opportunita’ per proporre nuovi traguardi, “non solo alle istituzioni ma a tutto il mondo impegnato nella promozione dei diritti dell’infanzia”.
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