Famiglia

Minori, per socializzare ora si va nei centri commerciali

Il 73% vi trascorre almeno 3 ore al giorno: questo il quadro dipinto dall'Osservatorio sui diritti dei minori

di Chiara Sirna

Cambiano repentinamente i luoghi di socializzazione degli adolescenti e sono gli imponenti centri commerciali, con i loro richiami consumistici, a polarizzare le masse in eta’ evolutiva.
ll dato emerge da un’inchiesta realizzata dall’Osservatorio sui Diritti dei Minori, stimolata da genitori che si sono rivolti all’organismo presieduto dal sociologo Antonio Marziale per segnalare, con viva preoccupazione, la crescente tendenza dei figli a chiedere denaro.
L’inchiesta e’ stata realizzata nel periodo che va’ dal 1 al 30 settembre 2007, su un campione di 500 adolescenti – 250 maschi ed altrettante femmine – in eta’ compresa fra i 14 e i 18 anni residenti a Milano e provincia. I risultati evidenziano che il 73% di loro trascorre mediamente 3 ore al giorno all’interno dei vari centri commerciali dislocati sul territorio, che diventano anche 6 ore per il 19% costituito da quanti hanno dichiarato di trovare nei megacomplessi il rifugio ideale nelle giornate in cui si decide di marinare la scuola.
Sono i punti di consumo alimentare, dotati spesso di televisori sintonizzati su canali musicali, quelli che risultano essere massicciamente fruiti dall’81% degli intervistati che ha dichiarato di gustare stuzzichini e aperitivi, seguiti a ruota dai punti di rivendita di abbigliamento ed accessori (87%) e di tecnologia (79%). Solo l’8% ha evidenziato qualche incursione in libreria.
”Dai dati emersi dall’inchiesta si evince nitidamente la difficolta’ delle aree urbane, sempre piu’ cementificate, a proporre momenti di aggregazione, infatti – evidenzia il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori – quello che Bauman definisce ‘sciame inquieto dei consumatori’ trova nei centri commerciali il luogo ideale per fare gruppo intorno alla centralita’ dell’agire di consumo piuttosto che dell’agire culturale in senso lato, con pesanti ricadute nel rapporto con i genitori destinatari di richieste finanziarie sempre piu’ insostenibili. La carenza di politiche sociali volte all’aggregazione giovanile rendono di fatto periferiche le citta’ come luogo d’incontro, a danno anche delle prospettive d’impegno civico, perche’ i soggetti in eta’ evolutiva costruiscono la loro visione del mondo in base alla loro esperienza di vita, che in questo momento e’ quasi esclusivamente commerciale e consumistica e non lascia intravedere spiragli valoriali alternativi”.

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