Welfare
Minori non accompagnati, una legge per i più vulnerabili
I più piccoli che sbarcano in Italia sono anche i meno protetti, a causa di un sistema che fa acqua da tutte le parti. Save The Children vara un progetto normativo per cambiare rotta
I più deboli, i più vulnerabili. E i meno tutelati. Stiamo parlando dei minori stranieri che arrivano in Italia senza famiglia. Una pattuglia di invisibili che finisce spesso in un ginepraio di norme, rimpalli di responsabilità, incapacità gestionale. Ogni anno arrivano via mare in Italia almeno 2.000 minori stranieri non accompagnati, e quest’anno sono già 1.257, il doppio dello stesso periodo nel 2012. Sono 5.656 minori stranieri non accompagnati che al 30 maggio erano presenti nelle comunità per minori in Italia. "Come succede purtroppo da tempo ogni anno, l’Italia affronta l’accoglienza solo in termini di emergenza, senza poter contare su un sistema nazionale organizzato, con un continuo rimpallo di competenze e responsabilità tra istituzioni locali e nazionali e tra gli stessi ministeri, con l’effetto immediato e continuato di esporre proprio chi è più vulnerabile a rischi anche gravissimi", dice Valerio Neri, direttore generale di Save The Children Italia.
Per uscire da questa situazione, Save The Children ha messo a punto la prima proposta per un Disegno di Legge organico per la Protezione e la Tutela dei Minori Stranieri non Accompagnati in Italia, con l'obiettivo di armonizzare la normativa sull’immigrazione con quella sulla protezione dei minori in un testo organico, che recepisca anche i principi fondamentali della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
I problemi, oggi, sono molteplici e ormai insostenibili: disparità nelle procedure di identificazione e accertamento della minore età, condizioni critiche e mancanza di fondi garantiti per l’accoglienza, inadeguatezza del sistema di tutela.
La proposta, che si sviluppa in 26 articoli e punta a superare le principali criticità del contesto normativo e operativo attuale, nasce da un’esperienza specifica di quasi 10 anni maturata nel nostro Paese da Save the Children.
“La legislazione italiana stabilisce che i minori stranieri non accompagnati non sono espellibili e che lo Stato deve farsi carico della loro accoglienza e della loro integrazione, assumendo ogni scelta in rispetto del loro “superiore interesse”. La condizione di minore età è dunque considerata prevalente rispetto alle norme ordinarie sulla immigrazione, ma, tuttavia, in assenza di un quadro organico di riferimento, ad un minore può capitare di essere accolto in una comunità di qualità e di essere accompagnato verso l’autonomia, mentre ad un altro capita di rimanere invisibile, facile vittima di circuiti di sfruttamento e di illegalità. Dopo un viaggio spesso drammatico, per troppi minori stranieri anche l’arrivo in Europa rischia di trasformarsi in un incubo. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questi drammi” spiega Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children.
“Per esempio la normativa non risulta sufficientemente chiara rispetto ai criteri in base ai quali viene stabilita la competenza di un Ente locale a sostenere gli oneri dell’accoglienza. Nulla viene stabilito rispetto a flussi migratori che si concentrano in aree determinate del Paese. Paradossalmente, secondo la legge ordinaria, il Comune di Lampedusa in quanto comune di primo “rintraccio” dei minori ad oggi dovrebbe stabilmente prendersi carico di migliaia di giovani migranti, tutti quelli che sono approdati sull’isola.”
Tra le principali carenze del sistema legislativo attuale si evidenzia la non uniformità e chiarezza delle procedure di identificazione e accertamento dell’età dei minori migranti, che portano spesso all’errato riconoscimento di minori come maggiorenni e viceversa, come riscontrato da Save the Children nelle procedure seguite agli sbarchi a Lampedusa, in Sicilia e in Calabria, o come dimostra la presenza di minori rilevata nel 2012 da Save the Children nei CIE e CARA in Puglia (25), Sicilia (29) e Calabria (6), dove sono frequenti scontri anche violenti che li espongono a gravi rischi .
Le inadeguate condizioni di accoglienza nei centri di primo soccorso, e poi nelle comunità per minori, sono un secondo aspetto molto critico. I 265 minori stranieri non accompagnati arrivati via mare con gli sbarchi delle ultime settimane in Sicilia (a cui si aggiungono quelli in arrivo nelle ultime ore), che sono in maggioranza Egiziani, Eritrei, Somali, con una età media dai 14 ai 17 anni ma che comprende anche chi ne ha solo 12, sperimentano infatti le condizioni critiche a causa del sovraffollamento del CPSA di Lampedusa o dell’ex ospedale Umberto I a Siracusa, dove 95 di loro condividono una situazione di totale promiscuità con adulti, donne e uomini, nelle stanze e nei bagni, dormendo a terra su materassi vecchi e non ignifughi. I 5.656 minori stranieri non accompagnati che risultano invece presenti nelle comunità per minori, in gran parte in Puglia, Calabria e Sicilia, fanno i conti spesso con problemi relativi ai beni di prima necessità, alle carenze dei servizi di assistenza legale e di mediazione culturale (fondamentale per superare le difficoltà della lingua), con la conseguenza dell’aumento dell’eventualità di fuga dei minori dalle comunità stesse, come è già avvenuto per 1.418 di essi che risultano al 30 maggio 2013 irreperibili .
La mancata continuità di un fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, che non gravi sulle spese dei Comuni di rintraccio spesso a corto di fondi e costretti a diffidare le comunità dall’accogliere i minori, e le carenze del sistema di assegnazione dei tutori, insieme alla loro frequente inadeguatezza, sono ulteriori gravi impedimenti a garantire le condizioni minime di accoglienza e tutela per i minori migranti non accompagnati .
L’iniziativa ha già raccolto l’adesione trasversale di deputati competenti dei principali gruppi parlamentari che si sono impegnati a presentare un Disegno di Legge e a sostenerne l’iter fino alla approvazione in Parlamento, tra i quali Sandro Gozi e Sandra Zampa (PD), Mara Carfagna (PDL), Manlio Di Stefano, Silvia Giordano e Matteo Dall'Osso (M5S), Nicola Fratoianni (SEL) e Antimo Cesaro (Scelta Civica)
NEL DETTAGLIO
L’applicazione del Disegno di Legge organico proposto da Save the Children consentirebbe di:
• Uniformare le procedure di identificazione e accertamento dell’età
• Istituire un sistema nazionale di accoglienza, con un numero adeguato di posti e standard qualitativi garantiti, e attivare una banca dati nazionale per governare l’invio dei minori che giungono in Italia nelle strutture di accoglienza dislocate in tutte le regioni, sulla base delle disponibilità di posti e di eventuali necessità e bisogni specifici dei minori stessi (attraverso una “cartella sociale”)
• Garantire continuità ad un fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati che non gravi sulle spese dei Comuni di rintraccio
• Promuovere la partecipazione attiva e diretta dei minori stranieri non accompagnati a tutti i procedimenti che li riguardano, nel rispetto dei principi della Convenzione delle nazioni unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
• Promuovere la presa in carico e un sostegno continuativo per i minori in condizioni di particolare vulnerabilità (come le vittime di tratta e di sfruttamento o i richiedenti asilo)
• Sostenere in modo organico l’integrazione sociale, scolastica e lavorativa dei minori stranieri non accompagnati anche in vista del compimento della maggiore età, il diritto all’istruzione e alla salute
• Coinvolgere le comunità locali nel sostegno dei minori non accompagnati attraverso l’istituzione della figura dei “tutori volontari”, adeguatamente selezionati e formati, e la promozione dell’affido familiare dei minori come alternativa alle strutture di accoglienza.
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