Famiglia

Minori: la denuncia di Telefono Azzurro sui figli dei detenuti

"Ci sono migliaia di bambini, in Italia, i cui diritti fondamentali sono negati: sono i figli di detenuti, nel 2007 15.548", è l'allarme della onlus

di Redazione

“Nonostante la presenza di norme che garantiscono una tutela formale dei diritti dell’infanzia – dichiara il Presidente di Telefono Azzurro Ernesto Caffo nel corso della campagna di raccolta fondi sulla Rai tramite l’Sms 48582 – nel rapporto con il mondo carcerario esistono ancora drammatiche violazioni”.

E’ necessario tutelare i diritti di questi bambini e adolescenti non solo quando vivono una condizione di separazione dal genitore detenuto, ma a maggior ragione quando – come accade per alcuni bambini da 0 a 3 anni – vivono in carcere con le loro madri. Secondo la Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo ogni bambino ha il diritto di avere una famiglia e di crescere in maniera armoniosa e dignitosa all’interno di essa. E’ quindi a rischio ogni condizione familiare che limiti i suoi potenziali evolutivi.

“Non ci si puo’ dimenticare – continua Caffo – che un detenuto con figli e’ comunque un genitore. Per i bambini e le bambine figli di detenuti il rapporto con il genitore e’ un bisogno fondamentale che non puo’ essere negato. A cio’ va aggiunto – conclude – che il bambino che entra in contatto con il carcere e’ esposto ad una situazione difficile da comprendere e da affrontare”.

Cosa fa Telefono Azzurro per i bambini figli dei detenuti?
Dal 1999 Telefono Azzurro gestisce il Progetto “Bambini e Carcere”, nato come impegno dei volontari e rivolto alla tutela di quei bambini di cui uno o entrambi i genitori sono detenuti. La prima delle iniziative attuate, il “Nido”, e’ rivolta a bambini da 0 a 3 anni che si trovano in carcere con la propria madre e nasce dalla volonta’ di supportare la relazione madre-bambino. La seconda iniziativa mira invece a supportare quei bambini e adolescenti che si recano periodicamente in visita al genitore detenuto ed e’ pensata per attenuare l’impatto con la dura realta’ carceraria attraverso la permanenza in una “Ludoteca” prima, durante o dopo il colloquio con il genitore.


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