Famiglia
Minori, istituti chiusi già nel 2003. Il Veneto punta tutto sullaffido
Potenziate le piccole strutture, ma ampliata soprattutto laccoglienza familiare. In regione sono 1.441 i minori affidati contro i 1.409 ospitati in comunità
di Redazione
Dopo aver provveduto con largo anticipo alla chiusura degli orfanotrofi, il Veneto punta tutto sull?affido familiare quale strumento più adeguato per i minori che non possono contare sulla loro famiglia. «La legge 149 del 2001 ha fissato al 31 dicembre 2006 il termine per la definitiva scomparsa degli istituti educativo-assistenziali», ricorda l?assessore regionale alle Politiche sociali, <b>Stefano Valdegamberi</b>, «ma nel Veneto già dal 2004 è stato completato il processo di chiusura degli ?orfanotrofi?, che potevano accogliere in ciascuna sede 50 e più bambini e ragazzi in situazioni di difficoltà. Ciò conferma la validità delle politiche venete in questo settore e l?efficienza ed efficacia di un sistema di servizi che spesso fa da modello a livello nazionale anticipandone le decisioni e indicazioni. Abbiamo puntato da un lato, a strutture di piccole dimensioni – casa famiglia, gruppo famiglia – capaci di garantire condizioni di accoglienza e ospitalità adeguate e, dall?altro, abbiamo notevolmente potenziato l?affido familiare». «Se gli istituti educativo-assistenziali nel Veneto nel 2002 erano 12», continua Valdegamberi, «scendevano a zero già nel 2003 anche per i finanziamenti specifici (legge regionale n. 51 del 1986) che la Regione erogò in conto capitale a fondo perduto per incentivare la loro trasformazione e adeguamento: 6,5 milioni di euro tra il 2001 e il 2006».
Le politiche di sostegno ai minori in difficoltà sono state oggetto del convegno <i>Il contrasto all?istituzionalizzazione dei bambini e degli adolescenti</i>, tenutosi a Padova, dove è stato fatto il punto della situazione per quanto riguarda le strutture a disposizione. Secondo i dati dell?Osservatorio regionale sui minori, al 31 dicembre 2005 sono oltre 200 le strutture residenziali per minori di cui 96 comunità alloggio residenziali, 70 case famiglia, 40 gruppi famiglia, 7 centri di pronta accoglienza, una comunità terapeutica riabilitativa. I minori accolti sono 1.409 (+29% rispetto al 1998 quando erano 1.089) mentre 1.441 sono i minori in affido (1.016 in affidamento residenziale e 425 in diurno). L?aumento è dovuto alla triplicata presenza di minori stranieri che passano dai 165 di fine anni 90 ai 542 del 2005 (pari al 38% di tutti i minori accolti in struttura). Inoltre, al loro interno è in ulteriore crescita la quota dei minori stranieri non accompagnati (nel 2005, 231 ragazzi). «Dobbiamo continuare in questa direzione », ha detto ancora Valdegamberi, «aiutando i bambini a restare nelle famiglie d?origine, supportando il nucleo familiare con tutta le rete dei servizi territoriali, dal Comune all?Ulss, con operatori formati alle nuove esigenze e al mutato quadro sociale che vede, ad esempio, la presenza consistente di minori stranieri ». «Anche all?interno di una comunità è fortemente necessario puntare a creare e mantenere un rapporto costante con la comunità locale e con la famiglia», spiega <b>Francesco Gallo</b>, direttore del Servizio famiglia della Regione Veneto. «Per questo dobbiamo essere in grado di dare un?offerta studiata in base ai reali bisogni del ragazzo, creando attorno al minore una rete di sostegno che aiuti le famiglie (affidatarie e non, ndr)».
Sul fronte dell?affido familiare spicca l?esperienza della provincia di Verona che conta il più alto numero di affidi nel Veneto, ben 310 nel 2005. È proprio a Verona è andata la fetta più significativa dei finanziamenti regionali (2001-2005), pari a 10 milioni e 300mila.
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