Famiglia

Minori: in Italia sono 400mila a lavorare

La ricerca presentata dall'Ires e dalla Cgil sul lavoro minorile in Italia dà un'immagine desolante: in 40mila lavorano più di 8 ore, mentre quasi un minore su dieci ha un' "occupazione"

di Paolo Manzo

Sono 400 mila in Italia i minori che lavorano. Un piccolo esercito tra i 7 ed i 14 anni che vengono impiegati nei lavori piu’ diversi: il 57% nel commercio, il 30% nell’artigianato e l’11% nell’edilizia ma anche nella cura della famiglia per lavori stagionali o continuativi. Sono 70 mila, infatti, gli adolescenti che lavorano piu’ di 4 ore al giorno. Di questi almeno 40.000 ne lavorano almeno piu’ di otto ore. E’ questa la fotografia presentata oggi dall’Ires e dalla Cgil sul lavoro minorile in Italia. Una fotografia impietosa che si rispecchia nei dati mondiali forniti dall’Ilo e dall’Ipec secondo cui sono 250 milioni i bambini che lavorano, come a dire 1 bambino su 6, (127 milioni in Asia, 61 milioni in Africa e Medio Oriente e 5 milioni nei paesi industrializzati ed Est Europa) 73 milioni dei quali non hanno ancora compiuto 10 anni. In Italia i minori compresi tra i 7 ed i 14 anni sono complessivamente 4 milioni e 500 mila, di cui 1 milione e 700 mila sotto la soglia di poverta’. Di questi, dunque, 360-400 mila, l’8-9%, sono coinvolti in forme di lavoro precoce. Un dato che stride con quello ufficiale dell’Istat secondo cui sono 144 mila (il 3,2%) i minori che lavorano. Il piccolo esercito comunque e’ impiegato nel 50% dei casi in aiuti familiari; nel 32% in lavori stagionali e nel 17,5% dei casi (70 mila)in lavori continuativi. Di questi ultimi circa 40 mila (oltre il 50%) lavora per 8 ore o piu’ al giorno per una retribuzione che si attesta tra i 200 e i 500 euro al mese. Per gli altri l’orario di lavoro oscilla tra meno di 4 ore (l’11%) e le 4-7 ore (il 23%). Nel solo ‘triangolo’ Milano-Roma-Napoli l’Ires ne ha censiti 26 mila su 846.640 minori presenti di cui il 3,7% e’ al di sotto dei 13 anni e l’11,6% ha 14 anni. ”Rispetto a dieci anni fa, i numeri registrano una crescita. Come Cgil denunciamo quanto drammaticamente in Italia il livello di guardia nella lotta al lavoro minorile si stia spaventosamente abbassando”, ha spiegato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che oggi ha presentato, assieme ad Agostino Megale e Betty Leone, il rapporto in questione, che esce simbolicamente a 9 anni dall’uccisione di Iqbal Masih, il piccolo ‘sindacalista’ pakistano assassinato a 11 anni. Secondo il segretario generale della Cgil, il lavoro minorile in Italia “è destinato a crescere”, per tre motivi: “aumento delle aree di povertà e di emarginazione; aumento del lavoro irregolare e clandestino, soprattutto degli immigrati; dispersione e abbandono scolastico, fenomeni in aumento”. A questo proposito l’Ires ricorda che con la riforma Moratti chi non rispetta l’obbligo della frequenza scolastica dei figli non va più in carcere, ma è punito con una multa di 67 mila lire. Secondo la Cgil, che riassume in 15 punti le cose da fare per invertire la tendenza, «gli investimenti necessari per affrontare i problemi dei minori che lavorano sono pari a un punto percentuale del Pil».


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