Famiglia
Minori in Italia se indispensabile
I minori non accompagnati possono soggiornare in Italia solamente in presenza di motivi specifici e molto gravi.
Vorrei avere informazioni sull?ipotesi di far soggiornare un minore in Italia per motivi di studio: nel caso specifico, una bimba togolese, di cui sostengo da anni gli studi in loco tramite contributo ai genitori di mia conoscenza, potrebbe (previe tutte le autorizzazioni necessarie del Paese di origine) soggiornare presso la mia famiglia per frequentazione di scuola elementare e successive? Quali i problemi nel riconoscimento del grado scolastico del Togo? Giorgio R.,email
Risponde Marco Scarpati
Il soggiorno di minorenni non accompagnati in Italia è previsto e rigidamente regolato per motivi specifici e assai gravi.
Di norma esso, se non meramente temporaneo, deve essere motivato da ragioni di cura o dall?assoluta impossibilità di procedere altrimenti nel Paese di origine del piccolo.
Si può quindi ottenere, ma anche questo non è affatto semplice, che un bambino venga in Italia non accompagnato dai suoi genitori, soltanto se tale viaggio è spinto da un grave stato di necessità. Se le pubbliche amministrazioni, infatti, sono propense a chiudere un occhio e aiutare un?operazione umanitaria inerente un minore a rischio di vita, ovvero che non può trovare cure adeguate nel proprio Paese, o ancora a dare un sostegno psicologico a un minore in palese stato di abbandono, ciò pare assai arduo nel caso in questione.
La bambina che il lettore ci descrive, infatti, ha dei genitori nel suo Paese che, anche grazie al generoso intervento del suo aiuto, va regolarmente a scuola e non appare, fortunatamente, in stato di necessità o di abbandono. Non solo: il suo Paese, il Togo, non è attualmente in stato di guerra o sottoposto ad altre calamità naturali (se non quelle che ?normalmente?, purtroppo, accompagnano troppi Paesi del continente africano) e, fortunatamente non vengono descritte malattie che ne chiedano l?immediato ricovero in Italia.
Ma ancora: la bambina frequenta le scuole elementari e, anche pensando a una situazione non del tutto agevole, scuole di pari grado sono certamente presenti anche nel suo Paese. Una delle possibili vie di convincimento della amministrazione italiana potrebbe, infatti, essere la necessità di dover frequentare scuole o corsi di formazione non presenti nel Paese d?origine, cosa che però potrà riguardare soltanto altri periodi della vita futura della piccola. In definitiva (e riteniamo correttamente) lo Stato italiano osteggia l?ingresso di bambini che potrebbero comodamente stare con la propria famiglia, seppure in stato di povertà, ritenendo più equo e corretto intervenire per risolvere le motivazioni di tale ingiustizia.
Per quanto riguarda il riconoscimento dei titoli di studio stranieri (ma per la bambina in questione è un caso che non ha alcuna rilevanza) non vi sono problemi per i titoli inerenti il periodo della scuola dell?obbligo, dal momento che per lo Stato italiano è un dovere fornire a qualsiasi bambino, da qualsiasi parte del mondo provenga, presente anche in via temporanea sul suo territorio, l?istruzione adeguata almeno fino alla terza media.
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