Famiglia

Minori immigrati cambia tutto

Fino a novembre 2000 i minori, non potendo essere espulsi, per legge venivano inseriti automaticamente nel nostro contesto sociale.

di Redazione

Minori immigrati cambia tutto Sono il presidente di un?associazione di volontariato senza scopo di lucro che opera da alcuni anni con il Comune di Torino per lo sviluppo di progetti mirati all?inserimento nel nostro contesto sociale di minori extracomunitari, ultraquattordicenni, soli, che si trovano sul nostro territorio ed entrati clandestinamente in Italia. Fino a novembre 2000 i minori, non potendo essere espulsi, per legge venivano inseriti automaticamente nel nostro contesto sociale, in presenza di un percorso scolastico e lavorativo, mediante l?istituto della tutela civile. Ogni minore veniva affidato a un associato (tutore nominato dal giudice tutelare), che personalmente lo accompagnava nello sviluppo del progetto di inserimento, ed era monitorato nel suo percorso dalla scuola, dal datore di lavoro e dai servizi sociali; gli era permesso di procedere, senza intoppi e con la speranza di un futuro migliore, fino al raggiungimento della maggiore età, quando, verificate le condizioni positive (studio, lavoro, casa, possibilità di autosufficienza), la Questura rilasciava un regolare permesso di soggiorno che permetteva al ragazzo, al compimento dei 18 anni, la prosecuzione della sua presenza nel nostro contesto sociale per studio e/o per lavoro. Nel novembre 2000 una circolare (che a nostro avviso stravolge completamente lo spirito della legge) inviata a tutte le Questure modificava radicalmente la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni, non solo, impediva ai giovani minorenni, quand?anche ne avessero la possibilità, di lavorare per potersi mantenere. Questo stato di cose ha portato a una vera e propria confusione nell?ambito dei minori stranieri. In linea con le varie convenzioni internazionali sui diritti dei minori, lo Stato italiano protegge il minore impedendone l?espulsione, fino al compimento della maggiore età, offrendogli la possibilità di usufruire dei servizi ?a bassa soglia?, ma poi, come se improvvisamente si spegnesse una luce, si disinteressa completamente di lui e da Stato tollerante diventa carogna al compimento dei 18 anni impedendogli di rimanere. Ma allora, a cosa sono servite tutte le energie spese dagli educatori per accompagnare il ragazzo nel suo percorso di inserimento? A cosa sono serviti i fondi spesi per il suo mantenimento se poi gli si impedisce di rimanere in Italia, dove, lavorando, potrebbe in qualche modo ?restituire? allo Stato quanto è stato erogato per lui, sotto forma di tasse, contributi, ecc.? A cosa serve tricerarsi dietro i diritti dei minori sanciti dalle varie convenzioni internazionali, mantenendoli fino al raggiungimento della maggiore età e poi, di punto in bianco, cacciarli fuori dal nostro contesto sociale senza più alcuna speranza per il futuro solo perché hanno raggiunto i 18 anni. La situazione a nostro avviso si sta aggravando costituendo un vero e proprio problema per la nostra società. Molti ragazzi, ai quali viene impedito di lavorare in quanto minorenni, non avendo nessuna risorsa finanziaria, possono essere stimolati a compiere atti di microcriminalità per poter avere in tasca qualche soldo. Inoltre, poiché gli viene rifiutato il permesso di soggiorno al compimento della maggiore età, non ritornano al loro Paese, vengono espulsi dai ?servizi a bassa soglia? e ,senza poter avere più un lavoro, una casa, restano in Italia in una situazione di ?limbo?, fino a quando, per qualche motivo, la Questura li individua ed essendo loro ormai maggiorenni, vengono classificati come clandestini e quindi espulsi dal territorio nazionale. Per quanto sopra esposto, per non creare illusioni, inutili aspettative, sprecare risorse personali ed economiche, meglio sarebbe essere chiari e stabilire che, non appena si rintraccia un minore sul nostro territorio nazionale, lo si prende e lo si rimpatria immediatamente! email firmata, Torino


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