Famiglia

Minori, Ernesto Caffo alla Camera: più abusi in pandemia

Il fondatore della storica help-line ricevuto a Montecitorio dal presidente Roberto Fico. Nel Rapporto presentato, i dati delle segnalazioni arrivate, nel 2021, al numero "114" e al Centro d'ascolto della linea 19696, con un incremento deciso nei periodi di lockdown. L'appello: "E’ tempo che anche l’Italia definisca linee guida e protocolli efficaci nella prevenzione e contrasto all’abuso minorile"

di Giampaolo Cerri

Portare nel cuore del Parlamento il dramma dell'abuso sessuale contro i minori. Lo ha fatto, il 22 febbraio scorso, Ernesto Caffo, fondatore di Telefono Azzurro l'associazione nata nel 1987 a Bologna per poter dare una risposta concreta al “diritto all’ascolto” riconosciuto al bambino dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia firmata dalle Nazioni Unite.

"Con la pandemia", spiega una nota dell'associazione, "si è registrato un deciso incremento dei casi di abusi sessuali sia online sia offline, con importanti ricadute sociali. Le vittime di violenza sessuale in età infantile o adolescenziale, infatti, hanno una maggiore probabilità di sviluppare disturbi emotivi e comportamentali e di tentare atti suicidari".

Caffo ha presentato al presidente della Camera "un Rapporto con le evidenze dei casi gestiti tra gennaio e ottobre 2021 dal Centro di Ascolto e Consulenza 19696 e dal Servizio 114 Emergenza Infanzia gestito per conto del Dipartimento per le Politiche della Famiglia. Il Rapporto delinea con drammatica precisione i dati di un fenomeno in triste crescita".

Tramite Fico, Caffo ha voluto indirizzare a tutti i decisori politici un appello accorato: “Quotidianamente", ha detto, "raccogliamo richieste di aiuto che disegnano uno scenario preoccupante. L’incontro con il presidente Fico, fortemente voluto da Telefono Azzurro, ci ha dato la possibilità di illustrare la situazione e chiedere formalmente un impegno concreto da parte delle Istituzioni affinchè possano intervenire in maniera decisiva nella lotta contro gli abusi sessuali sui minori. E’ tempo che anche l’Italia definisca linee guida e protocolli efficaci nella prevenzione e contrasto all’abuso minorile”, ha dichiarato il docente di neuropsichiatria infantile e presidente di Telefono Azzurro.

Gli abusi off-line

Il Rapporto presentato al presidente Fico illustra come, da gennaio a ottobre 2021, il Servizio 114 Emergenza Infanzia abbia registrato il 22% in più di minori coinvolti in episodi di abuso sessuale offline: 169 contro 139 dello stesso periodo 2020, per un totale di 146 casi gestiti (+40% rispetto al 2020) In crescita del 28% (124 in tutto) anche i minori coinvolti nei casi gestiti dal Centro Ascolto e Consulenza 19696, per un totale di 116 casi (+32% rispetto al 2020). Nella larga maggioranza di episodi segnalati, i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime.

Adolescenti (15-17 anni) e preadolescenti (11-14 anni) sono i soggetti maggiormente presi di mira, anche se c’è un inquietante 39,9% dei casi gestiti dal Servizio 114 che interessano bambini tra 0 e 10 anni. Le vittime di abuso sono in maggioranza femmine.

Sono invece 144 i casi per i quali i due Servizi hanno deciso di attivare la rete dei servizi territoriali: Procure e Tribunali, in primis, seguiti da Forze dell’Ordine e di Pubblica Sicurezza, Servizi Sociali, Servizio Sanitario Nazionale, Istituzioni scolastiche.

Le mura domestiche sono il luogo nel quale questi crimini vengono perpetrati nella larga maggioranza dei casi (49% per quelli segnalati al 114, 51% quelli giunti al Centro Ascolto 19696). Seguono, a distanza, le case di parenti e la scuola e, infine, i luoghi pubblici, la strada, la Rete, le chiese e gli oratori, le comunità protette e gli impianti sportivi.

"E, all’interno di queste abitazioni trasformate in scenari di crimini, i genitori sono in larga maggioranza i presunti colpevoli: nel 41% e 49,5% dei casi registrati, rispettivamente, dal Servizio 114 e dal Centro Ascolto 19696. Seguono, a distanza, i fratelli e sorelle, gli amici, i parenti, i nuovi conviventi di uno dei genitori. Infine, in percentuale molto minore, vicini, educatori, estranei, religiosi, insegnanti".

“In linea con la letteratura scientifica nazionale e internazionale, l’abuso sessuale sui minori è più frequente all’interno della famiglia e nella cosiddetta ‘cerchia della fiducia’. È fondamentale coinvolgere tutta la società civile, le istituzioni, le organizzazioni e le realtà associative, le forze dell’ordine, i professionisti del settore e i bambini e ragazzi stessi nel contrasto all’abuso. Dobbiamo considerare bambini e adolescenti come parte attiva nell’ideazione di programmi d’intervento, promuovendone l’espressione in contesti adeguati, a loro misura e in un clima di fiducia”, ha spiegato Caffo.

Gli abusi in Rete

Internet e le tecnologie digitali hanno contribuito a esporre bambini e adolescenti a un nuovo livello di vulnerabilità, aumentando così il rischio di divenire vittime di abuso e/o sfruttamento sessuale. Con la chiusura delle scuole, la sospensione delle attività extracurriculari e, in generale, la limitazione degli spostamenti a seguito della pandemia, bambini e adolescenti hanno passato molto tempo confinati in casa, trascorrendo svariate ore al giorno su Internet e sui social media: una delle condizioni che hanno determinato un aumento negli abusi sessuali e delle violenze perpetrati online.

I dati del Rapporto di Telefono Azzurro lo dimostrano: nel 2021 è più che triplicato il numero di minori coinvolti in episodi di abuso sessuale online (157 in totale) e più che raddoppiato il numero totale (164) dei casi regristrati dal Servizio 114 rispetto al 2020. Il Centro di Ascolto 19696 di Telefono Azzurro ha invece gestito in totale 74 casi con 77 minori coinvolti. Crimini online, pedopornografia, grooming e sexting sono le principali motivazioni dei casi portati all’attenzione dei due servizi.

Vittime degli abusi online, adolescenti e preadolescenti, in larga prevalenza femmine. Minore, nel caso dell’online, il coinvolgimento di bambini da 0 a 10 anni. Presunti responsabili, in questo caso, sono in larga maggioranza soggetti estranei alla rete familiare (nel 67% dei casi registrati dal Servizio 114 e nel 34% di quelli giunti al Centro Ascolto 19696).

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