Economia

MINORI. «Dare una famiglia a una famiglia» sbarca in Emilia

Fondazione Paideia e Comune di Torino continuano l'esportazione del progetto di sostegno e affiancamento familiare che si pone come alternativa ad affido e adozione

di Lorenzo Alvaro

La Regione Emilia Romagna ha deciso di avviare sul proprio
territorio il progetto «Dare una famiglia a una famiglia» ideato da Comune di Torino e Fondazione Paideia.
Il progetto, avviato nel 2007 a Torino e attualmente in fase di sperimentazione anche nel Comune di Ferrara, prosegue dunque la sua diffusione oltre i confini piemontesi, per promuovere ed estendere le pratiche di affiancamento familiare destinate a supportare i bambini che vivono situazioni di fragilità e disagio.
A Bologna, presso la sede della Regione, Comune di Torino e Fondazione Paideia hanno presentato i risultati ottenuti in questi due anni nel capoluogo piemontese, all’interno di un convegno organizzato dall’Assessorato alla Promozione delle Politiche Sociali e di quelle Educative per l’Infanzia e l’Adolescenza. Fino ad oggi a Torino sono stati 77 i minori supportati, appartenenti ai 54 nuclei famigliari che hanno potuto usufruire dell’affiancamento, tra cui: 26 con genitori in difficoltà, 9 al cui interno è presente un familiare disabile e 19 in cui è presente un solo genitore.
I risultati, accompagnati dalla testimonianza di una famiglia affiancante che ha aderito al progetto, sono stati presentati da Giuseppe Taddeo (Responsabile Ufficio Interventi Territoriali Minori – Città di Torino) e da Fabrizio Serra (Direttore Fondazione Paideia). Il progetto nasce da un’esigenza fondamentale: limitare al massimo l’allontanamento dei bambini dalla propria famiglia sostenendo le figure genitoriali in difficoltà e senza dunque ricorrere, ove non sia assolutamente necessario, a procedimenti di adozione o affido.
Obiettivo del progetto è quello di sostituire il sostegno professionale a domicilio (di solito indirizzato esclusivamente ai minori) con un sostegno dell’intero nucleo familiare, attraverso l’affiancamento di un altro nucleo in grado di esercitare un’azione di supporto orientato, anziché di tutela e controllo.
Le tipologie di criticità a cui il progetto si riferisce in maniera particolare riguardano prevalentemente: difficoltà organizzative nella vita quotidiana, condizioni di malattia o di particolare affaticamento delle figure genitoriali; carenze educative dei minori; difficoltà ad orientarsi e utilizzare appieno la rete dei servizi e delle opportunità del territorio.


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