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Minori: Caffo, le pene più severe non servono

Lo ha affermato il presidente di Telefono azzurro, Ernesto Caffo, nel corso di un'audizione davanti alla commissione Giustizia della Camera.

di Redazione

”Non serve l’inasprimento delle pene previsto dalla riforma della giustizia minorile presentata dal governo. Mettere in carcere un ragazzino è inutile e controprodudente se non in casi estremi. Bisogna trovare altre strade”. Lo ha affermato il presidente di Telefono azzurro, Ernesto Caffo, nel corso di un’audizione davanti alla commissione Giustizia della Camera. ”La repressione – ha spiegato Caffo – deve essere solo l’estrema ratio nella giustizia minorile. Prima bisogna battere altre strade che possono dare gli stessi risultati ma con meno danni. Penso ad esempio alla mediazione penale, cioé all’affidamento del minore ai servizi sociali per la realizzazione di un progetto specifico. Su questo punto c’e’ stato dibattito in commissione e ci deve essere dibattito anche nel Paese perché si tratta di una questione molto importante”. Caffo è invece d’accordo su altri aspetti della riforma: ”Il tribunale della famiglia che riunisce le competenze di tribunali minorili e ordinari – ha detto – è una buona cosa perché evita quella frammentazione che tanti danni ha provocato”. Giudizio positivo anche sul ridimensionamento del ruolo dei giudici onorari: ”I consulenti devono fare i consulenti – ha spiegato ancora Caffo – e la decisione finale deve essere presa solo dal giudice e solo secondo la legge. Mi sembra un principio di fondamentale importanza”.

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