Welfare

Minoranze: il Friuli è un modello per l’Europa

La regione del nord est in prima linea per la tutela delle miniranze

di Paolo Manzo

”Stiamo vivendo un momento irripetibile”: è l’opinione espressa da Alessandra Guerra, vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla Cultura del Friuli-Venezia Giulia, durante l’incontro svoltosi nell’aula consiliare del comune di Cordenons (Pn) per illustrare a rappresentanti di istituzioni, mondo politico, sociale, della scuola e dell’associazionismo, le norme inerenti la tutela delle minoranze linguistiche storiche (legge 482/99) e per promuovere l’insegnamento della lingua friulana nelle scuole elementari e medie. La Guerra ha anche sottolineato che ”con le due leggi nazionali sulla tutela delle minoranze e quella specifica sullo sloveno, con la legge costituzionale 3 del 2001 che amplia alcune previsioni della legge Bassanini, con la riforma Moratti allo studio, con la concreta attenzione dell’Unione europea alle parlate locali, con la legge regionale 15 del 1996 sul friulano e con tutti gli incentivi che queste norme prevedono, abbiamo davanti a noi una sfida. Una sfida che questa regione, che storicamente ha visto convivere pacificamente 4 etnie (italiana, friulana, slovena e tedesca), deve accettare per divenire un modello a livello europeo”. Da parte sua la Provincia di Pordenone, ha assicurato il presidente Elio De Anna, è impegnata a lavorare assieme alla Regione nella gestione delle norme nazionali e regionali. E così pure la Direzione scolastica regionale, con la quale la Regione firmerà un protocollo d’intesa il 22 febbraio prossimo, e in prima linea per attuare il dettato della Costituzione: promuovere e valorizzare le lingue storiche.


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