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Ministro Veronesi, se ci fosse Einstein non te la perdonerebbe

di Giuseppe Frangi

Verso metà degli anni ’80 il biologo americano Stanley B. Prusiner scoprì che l’agente infettivo che causava la degenerazione del sistema nervoso negli animali e, più raramente, negli uomini era il prione. Nella sua autobiografia, lui stesso ricorda che quella scoperta venne bollata come un’eresia. Per la gran parte dei biologi molecolari infatti era “un dogma” il fatto che una proteina non potesse duplicarsi. Tutti sappiamo come sono andate le cose. Mucca pazza è la triste conferma della veridicità di quella scoperta, per altro sancita dal Nobel che Prusiner ha ricevuto nel 1997.
In questi giorni abbiamo ancora visto gli scienziati scontrarsi brutalmente su questioni che, come il prione, toccano da vicino la salute di tutti. Abbiamo sentito il ministro Umberto Veronesi, tra i maggiori oncologi del mondo, spergiurare sull’innocuità delle onde elettromagnetiche. Abbiamo visto un’autorità come Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina, difendere a spada tratta la libertà di ricerca e di sperimentazione degli Organismi geneticamente modificati. Siamo ben poca cosa per opporci alla loro autorità. Potremmo chiedere, un po’ allarmati, al ministro Veronesi cosa ne pensa di quel rapporto dell’Istituto nazionale degli Stati Uniti per la sanità ambientale (Nhies) che nel 1998 ha scritto che «la classificazione di campi elettrici e magnetici a 50 e 60 Hz come possibili cancerogeni è una decisione cautelativa che riguarda la salute pubblica, basata su una limitata evidenza di aumento di rischio di leucemia infantile…». Ma non glielo chiediamo, perché non è questo il punto. Quanto alla signora Montalcini, ci piacerebbe capire cosa ne pensa di quel documento della Royal society of Canada (il paese terzo produttore al mondo di culture transgeniche), secondo il quale gli Ogm non sono sicuri. Ma, anche in questo caso, non è qui il punto.
Il punto è un altro. La ricerca canadese sugli Ogm si intitola Elementi di precauzione. Ecco, quello che vorremmo chiedere a tutti è di restare fedeli al principio che rende ragionevole ogni ricerca scientifica: quello di precauzione. Non scambiare le supposizioni per conoscenze acquisite. Lo hanno richiamato, con spirito costruttivo, un gruppo di scienziati che il 10 aprile hanno scritto una lettera aperta al presidente Ciampi, dove hanno ricordato che il compito di chi ricerca non è quello di essere “informatori scientifici”, cioè propagandisti di una tesi. Per esempio, secondo loro sull’elettrosmog ci sono tanti elementi che suggeriscono di muoversi con i piedi di piombo. Nella lettera gli scienziati hanno citato, come esergo, una frase di Albert Einstein: «Chiunque si pone come arbitro in materia di conoscenza è destinato a naufragare nella risata degli dei». Certo in queste settimane gli dei hanno purtroppo di che ridere…

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