Politica
«Ministro Fontana, noi disabili ci sentiamo presi in giro»
2 milioni di persone con disabilità intellettive pronte a scendere in piazza. «I diritti se non sono esigibili diventano meri enunciati e mere concessioni! Per tali ragioni diciamo basta a questa intollerabile situazione e proclamiamo lo stato di mobilitazione permanente»: così recita la mozione delle persone con disabilità intellettive e del neurosviluppo e delle loro famiglie approvata nell'Assemblea di Anffas. 20 le richieste al ministro Fontana
di Redazione
Egregio Sig. Ministro, l’Assemblea di Anffas si rivolge a Lei, quale garante dei diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari, per richiedere che le tante leggi, che in oltre 60 anni di storia Anffas ha contribuito a far emanare, siano concretamente attuate in modo completo, omogeneo e capillare sull’intero territorio nazionale.
Scrivono così le persone con disabilità che fanno parte di Anffas, insieme alle loro famiglie. L’Assemblea Nazionale tenutasi il 29, 30 e 31 maggio scorsi ha approvato all’unanimità una mozione che mette nero su bianco 20 richieste precise. «Caro Ministro non ci risponda con le consuete frasi, spesso usate dalla politica, “vi sono vicino”, “sono molto sensibile alle vostre tematiche”, “purtroppo non ci sono risorse”, “dopo la riforma del titolo V della Costituzione sono le Regioni che hanno potestà legislativa esclusiva o concorrente e, pertanto, è a loro che dovete rivolgere le vostre istanze”… Se così fosse ci sentiremmo, ancora una volta, presi in giro».
L’appello nasce «dalla constatazione che i nostri diritti vengono ancor oggi e sempre più negati e la vita dei nostri congiunti con disabilità, unitamente a quella di noi genitori e familiari, è oggetto di discriminazioni, emarginazione e mancanza di pari opportunità». Che «l’accesso ai pochi servizi è reso sempre più difficoltoso ed oneroso e l’enorme carico della disabilità pesa principalmente sulle spalle di noi familiari». Che «i fondi statali sono del tutto insufficienti a garantire l’esigibilità dei diritti». Che «le indennità economiche e le pensioni corrisposte sono irrisorie e del tutto inidonee a garantire il soddisfacimento delle minime necessità di vita». Che «gli attuali strumenti di protezione giuridica risultano difformi alle previsioni della Convenzione ONU». Che «il diritto all’autodeterminazione ed auto-rappresentanza delle persone con disabilità, specie intellettive e del neuro-sviluppo, sancito dalla Convenzione ONU, in Italia non è ancora pienamente riconosciuto ed adeguatamente sostenuto».
È scritto a lettere maiuscole, nella mozione di Anffas: «I DIRITTI SE NON SONO ESIGIBILI DIVENTANO MERI ENUNCIATI E MERE CONCESSIONI! PER TALI RAGIONI DICIAMO BASTA A QUESTA INTOLLERABILE SITUAZIONE E PROCLAMIAMO LO STATO DI MOBILITAZIONE PERMANENTE». «Non recederemo dalla nostra posizione fino a quando non avremo definito ognuna delle questioni sopra esposte! Garantire adeguati sostegni a tutte le persone con disabilità ed ai loro familiari attraverso una rete integrata di servizi non rappresenta un costo bensì un investimento che a medio/lungo termine porta all’intero sistema paese indubbi benefici, anche di razionalizzazione ed efficacia della spesa, oltre che consentire all’Italia di potersi realmente fregiare della definizione di “Paese civile” che garantisce a tutti i suoi cittadini diritti civili ed umani, pari opportunità e qualità di vita. Saremo al Suo fianco per combattere questa comune e speriamo condivisa “battaglia”, ma scenderemo in piazza, chiamando a raccolta gli oltre 2 milioni di cittadini con disabilità intellettiva e del neuro-sviluppo e i loro familiari e i numerosi amici, se ai vari livelli continueremo ad essere inascoltati!».
Quali sono le richieste? Venti appunto, come detto (qui il documento integrale). Fra cui:
- la piena, concreta e corretta attuazione delle leggi esistenti, dalla “Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità” ratificata dall’Italia con la legge 18 del 2009 alla legge 68 sul lavoro, dalla legge 104 alla 328, in particolare per l’articolo 14, dalla legge sul dopo di noi alla quella sull’amministratore di sostegno (punto 1)
- il progressivo innalzamento del Fondo Sanitario Nazionale, definendo con chiarezza quale sia, all’interno di tale fondo, l’adeguata quota che le regioni devono obbligatoriamente destinare alla disabilità a garanzia dei livelli essenziali di assistenza, dando finalmente attuazione alla mai avviata reale integrazione socio sanitaria (punto 2)
- il progressivo innalzamento del Fondo per la non autosufficienza a 5 miliardi di euro, unitamente all’emanazione del piano nazionale per la non autosufficienza (punto 3)
- l’emanazione di una apposita legge, adeguatamente finanziata, che sancisca e sostenga, per tutte le persone con disabilità, il diritto alla vita indipendente (punto 4)
- l’innalzamento delle indennità e delle pensioni per le persone con disabilità tali da superare almeno la soglia di povertà (punto 6)
- l’emanazione di un’apposita legge che abroghi gli istituti dell’interdizione e dell’inabilitazione previo rafforzamento della legge sull’amministrazione di sostegno (punto 7)
- l’emanazione di una apposita legge e connesso fondo per il riconoscimento ed il sostegno per l’impegno di assistenza e cura dei familiari delle persone con disabilità “care-giver familiari” con connessa revisione dell’attuale sistema di congedi e permessi (punto 8)
- chiarire che le persone con disabilità ultrasessantacinquenni non devono essere “dimesse dai servizi” o “deportate” in meri servizi per anziani o si vedano “abbassate le rette” (punto 14)
- garantire l’effettivo diritto alla studio degli alunni e studenti con disabilità intellettiva e del neuro-sviluppo, che rappresentano oltre il 70% dell’intera popolazione scolastica con disabilità, sin dal primo giorno di scuola (punto 18)
- di modificare l’attuale normativa sul calcolo dell’ISEE per quanto concerne i minori con disabilità, estendendo anche a loro la possibilità del calcolo dell’ISEE “ristretto” (punto 20).
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