Famiglia

Ministro buone intenzioni

Un anno di lavoro del dicastero guidato da Giovanna Melandri

di Maurizio Regosa

Case low cost per la generazione low cost». Suona bene l?ultimo slogan del ministro Giovanna Melandri in tema di giovani. Il futuro dirà se le parole si trasformeranno in fatti. Ma visti i precedenti non è che si possano dormire sonni troppo tranquilli. Già nella scorsa Finanziaria, infatti, la ministra per le Politiche giovanili riuscì a inserire misure interessanti. Di risultati tangibili, però, se ne sono visti davvero pochi.

Precari senza certezze
Sulla tanto sbandierata stabilizzazione dei precari per ora si sa poco o nulla. L?unica cosa certa è il valzer di polemiche che sta accompagnando il provvedimento. Ma questa è solo la punta dell?iceberg. Il limbo che abbraccia le politiche giovanili del governo Prodi è molto più vasto.
Qualche altro esempio. Solo con le prossime dichiarazioni dei redditi si potrà (forse) fare un primo bilancio sull?efficacia degli sgravi per gli universitari fuori sede. Si tratta di quella chimera chiamata contratto di locazione (sgravi del 19% e per un importo non superiore a 2.633 euro: una detrazione di 500,27 euro l?anno).
«Le disposizioni introdotte sono un primo passo», riferiscono dal Gruppo Toscano. Certo è che per adesso il mercato immobiliare, in particolare delle città universitarie dove per una stanza si può arrivare a pagare 700 euro al mese, rimane per molti (tutti?) over budget.

Idee trendy, ma per pochi
Poi c?è il pacchetto ?creatività? (un cavallo di battaglia della Melandri che sul tema ha organizzato a Roma un bel convegno). A favore dei creativi esiste la deduzione forfettaria del 40% delle spese di produzione per opere dell?ingegno. Buona cosa, ma i gggiovani (come li chiamava Verdone) hanno avuto modo di scoprirlo?
Gli under 35 interpellati da Vita sono caduti dalle nuvole? Stesso spaesamento da parte dei minorenni che ora potrebbero registrare alla Siae le loro creazioni con un mandato gratuito spendendo così solo 29,24 euro (il mandato ?normale? supera i 200). Bella idea. Davvero trendy. Sapete quanti autori in erba ne hanno approfittato? Ad oggi, dati Siae, appena cento.
Analogo discorso per il credito d?imposta (fino a 100mila euro) a favore di etichette indipendenti che producono opere prime o seconde di artisti emergenti. In sé ottima cosa e però non mancano i ?ma?. Almeno stando a Giordano Sangiorgi, Audiocoop: «Non mi risulta pubblicato il decreto attuativo che avrebbe dovuto essere scritto da Visco». Eppure sono trascorsi nove mesi.
Poi ci sono gli imprevisti. Governo ed Enpals sono ai ferri corti. Mentre il primo ha stabilito l?esenzione per i giovani musicisti dilettanti dal versamento dei contributi all?ente pensionistico, l?Enpals ha diramato una circolare per restringerne l?applicazione. Risultato? Al Gai, l?associazione dei Giovani artisti italiani, ci hanno capito ben poco.
Diverso il caso dei 10 milioni stanziati per agevolare l?acquisto di un pc a lavoratori a progetto e co.co.co. Qui una scadenza c?è ed è il prossimo 31 dicembre. Ma anche questa possibilità non sembra molto conosciuta: chiedete ai commercianti di computer. Vi risponderanno (così è successo a noi) «che no, non ne sanno nulla» e «che forse avete capito male». Ma se il 98% dei negozianti interpellati, a poco più di tre mesi dal termine, non conosce il meccanismo dei bonus, questa opportunità che efficacia ha avuto?

Il fondo? Fermo in cassaforte
Infine il Fondo delle politiche giovanili. Per dirla in soldoni: 125 milioni gestiti parte dal ministero, parte dagli enti locali. Una quota è stata appaltata direttamente ai Comuni (secondo un recente sondaggio commissionato dalle Acli, le istituzioni che godono di maggiore fiducia da parte dei cittadini). Ma i Comuni hanno cominciato a spendere le risorse? Solo in minima parte.
«Quattro, cinque milioni di euro sono già stati impegnati», spiega Vincenzo Santoro dell?Anci, «per rafforzare la rete Informagiovani e per creare piani locali per facilitare l?accesso ai giovani a credito, casa e lavoro. Abbiamo avviato sperimentazioni in una quarantina di Comuni mentre sono in fase di studio i servizi per gli universitari fuori sede. Quanto alle attività culturali dei piccoli Comuni stiamo lavorando ai bandi, più complessi perché coinvolgono associazioni e cooperative».


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