Politica

Ministri, state buoni, se potete

Il governo deve comunicare «poco e bene», queste le parole Silvio Sircana

di Ettore Colombo

Silvio Sircana, lo storico portavoce di Romano Prodi, oggi investito di un ruolo delicatissimo, quello di portavoce dell?azione di ?tutto? il governo, a San Martino in Campo ha ricoperto un ruolo fondamentale, quello di spiegare ai giornalisti che pressavano ministri e loro portaborse sopra ogni limite, che il governo deve comunicare «poco e bene». A dire la verità la regola aurea del silenzio non è che sia stata proprio rispettata, nel buen retiro umbro, visto che i principali quotidiani italiani hanno riempito pagine e pagine con le esternazioni dei ministri più chiacchieroni (quello ai Trasporti, Alessandro Bianchi e Alfonso Pecoraio Scanio, titolare dell?Ambiente, su tutti, non sono comunque riusciti a stare zitti…) e con le ricostruzioni – più o meno fantasiose – di quanto sia successo in un conclave che avrebbe dovuto avere le caratteristiche del silenzio gesuitico e che invece si è risolto in un mezzo carnevale di dichiarazioni e battute di spirito. Insomma, far tacere i ministri – o meglio farli parlare solo quando hanno davvero qualcosa da dire, atti governativi in testa – è un?impresa a dir poco improba e bene ha fatto Luca Telese a prendere sonoramente in giro la povera capa dell?ufficio stampa di Prodi, Sandra Zampa, che avrebbe dovuto – con Sircana – imporre le regole del silenzio. La paginata uscita sul Corriere della Sera a firma dell?ottima Monica Guerzoni martedì 6 giugno, indicava invece abbastanza chiaramente che trattasi di vera, propria (e inutile) fatica di Sisifo. Sircana, però, su un punto ha ragione da vendere: meno Porta a Porta e più trasmissioni ?intelligenti?, come Ballarò (Rai Tre) o Controcorrente (Sky), è il messaggio che ha mandato ai ministri discoli, messaggio che insieme al nuovo seminario – quello dedicato ad hoc ai portavoce dei vari dicasteri, che verrà presto organizzato – e già ribattezzato ?metodo Sircana? funziona, per ora, poco e male. Insomma, l?invito fatto a suo tempo dal Riformista e recapitato all?indirizzo del Professore («Prodi, falli stare zitti») può tradursi, se tutto va bene, nel più classico degli «state buoni, se potete».


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