Mondo

Ministero Salute ai medici: «Andate in Afghanistan»

Il capo della task force ministeriale per gli aiuti, Antonio Guidi: «Mancano soprattutto ortopedici, oculisti e anestesisti»

di Gabriella Meroni

La task force istituita dal Ministero della Salute per assicurare aiuti sanitari alla popolazione dell’Afghanistan, sta coordinando le attività delle organizzazioni non governative impegnate sul territorio afghano e nei Paesi limitrofi razionalizzando gli interventi nel quadro di un programma di ampio raggio per restituire all’Afghanistan e ai suoi abitanti la speranza della sopravvivenza. “E’ una lotta contro il tempo – afferma il Sottosegretario di Stato, on. Antonio Guidi, presidente della Task Force istituita dal Ministero della Salute, in collaborazione con il Ministero degli Esteri e con le Organizzazioni internazionali, per portare aiuti sanitari ai cittadini afghani – ogni minuto può essere prezioso per salvare vite umane nel Paese con il più alto numero di mine antiuomo e di mutilati”. Tra poco più di dieci giorni, infatti, oltre alla guerra, l’Afghanistan si troverà a fronteggiare un altro storico nemico: l’inverno afghano, con temperature abbondantemente inferiori ai 20 gradi sotto lo zero. Secondo dati dell’Unicef, sette milioni e mezzo di cittadini afghani, per il 70% donne e bambini rischiano di morire se non riceveranno urgentemente aiuti umanitari e in particolare sanitari. La rete delle strutture sanitarie del Paese è stata distrutta da oltre venti anni di guerra e i centri messi in piedi dalle Istituzioni internazionali e dalle organizzazioni non governative non possono da sole garantire l’assistenza. “In Afghanistan manca tutto – sottolinea il Sottosegretario Guidi – dall’acqua potabile ai medicinali più comuni alle garze e alle siringhe per le iniezioni. Ma soprattutto mancano i medici in grado di gestire situazioni di estremo disagio. Chirurghi capaci di intervenire con i pochi strumenti e in tempi limitati dettati dal ritmo dei bombardamenti o dell’esodo dei profughi. Medici senza Frontiere e le equipe di Emergency stanno facendo un lavoro eroico, ma da soli non possono andare avanti. Mancano soprattutto ortopedici, oculisti e anestesisti per assistere in particolare i bambini vittime delle mine antiuomo”. “Ci stiamo adoperando anche per superare in accordo con le Regioni quelle pastoie burocratiche che condizionano la disponibilità da parte dei medici di partire in missione all’estero, garantendo nel contempo l’incolumità dei volontari”. Al tavolo della Task Force del Ministero della Salute hanno finora aderito il Ministero degli Esteri, la Croce Rossa Internazionale, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Unicef, l’ARCI, la Conferenza Episcopale Italiana, la Caritas, Medici Senza Frontiere, Emergency, la Comunità di Sant’Egidio, i Fatebenefratelli e l’Anspi.


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