Famiglia

Ministero del Welfare: si cambia

Rivoluzione nell’apparato burocratico del Ministero del welfare

di Redazione

“Rivoluzione” nell?apparato burocratico del Ministero del welfare. Già da questa settimana tutti i 5 direttori generali del Dipartimento per le politiche del lavoro (fino alla scorsa legislatura Ministero del lavoro) saranno trasferiti al Dipartimento delle politiche sociali e previdenziali, nel palazzo di via Veneto 56. In pratica si scambieranno il posto con i 5 loro colleghi del Dipartimento per le politiche sociali e previdenziali. Nel dettaglio, questi gli avvicendamenti. Giancarlo Scatassa passa dalla direzione generale per le tossicodipendenze a quella per le reti informative e l?osservatorio del mercato del lavoro. Il suo posto verrà preso da Annalisa Vittore, oggi alla gestione tra l?altro di tutta la formazione legata al Fondo sociale europeo (Fse). Lea Battistoni passa dalla direzione per il volontariato e le politiche giovanili alla direzione per l?impiego e al Fse. Al suo posto andrà Paola Chiari, oggi alla direzione affari generali e attività ispettive. Paolo Onelli, oggi alla direzione famiglia, infanzia e handicap passerà alla direzione tutela delle condizioni di lavoro (trattative sindacali, discussione contratti ecc.); al suo posto arriverà, per ora ad interim, ancora Paola Chiari. Angelo Achille, attuale responsabile dell?immigrazione, diventerà direttore generale degli ammortizzatori sociali e incentivi all?occupazione. Lo sostituirà Daniela Carlà, attuale direttrice della direzione per l?impiego. Bruna Bagalino passerà dalla direzione del fondo per le politiche sociali a dirigere la direzione affari generali e attività ispettive; non sarebbe ancora stato deciso il nome di chi prenderà il suo posto. Infine, alla direzione per la previdenza dovrebbe andare la dott.ssa Ferraro, in sostituzione del dott. Daddi che passerebbe al Secin. In arrivo anche una nuova direzione dedicata alla Comunicazione che dovrebbe essere affidata a Di Maio chiamato dall’ex ministro del lavoro Salvi poco prima della fine della scorsa legislatura. La decisione del ministro Maroni sarebbe stata comunicata agli interessati la settimana scorsa. Restano al loro posto, almeno sulla carta, i funzionariati e i livelli medi. Sarà inevitabile, ora, un periodo di adattamento dei dirigenti alle nuove competenze, anche se in diversi casi queste erano preesistenti nei rispettivi curriculum.


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