Mondo

Mini: Largo alla Lega Araba

Parla il generale Fabio Mini, già capo della Kfor in Kosovo: "Bisogna coinvolgere i paesi arabi in una forza di pace". Anteprima di VITA non profit magazine in edicola

di Paolo Manzo

“Dal punto di vista militare l?idea che potrebbe portare a una svolta è quella di mutare radicalmente l?atteggiamento delle forze in campo: smetterla di fare la guerra contro una parte irachena, per passare a misure di riassicurazione o, come si dice in inglese, di reassurance. Per attuare la quale, comunque, gli eserciti sono fondamentali?. Il tenente generale Fabio Mini, già comandante della Kfor (la forza Nato operante in Kosovo), ha una ricetta tutta sua per cercare di fa uscire dal caos l?Iraq di oggi. Vita lo ha incontrato nella sede dell?Ispi, e con lui ha approfondito il tema. Con lui che è una delle menti più brillanti delle Forze Armate italiane e che ? sul mondo guidato dall?Impero Usa ? ha pubblicato La Guerra dopo la guerra, un saggio di Einaudi che dovrebbero leggere tutti quelli che vogliono capire la politica internazionale odierna. Vita: Generale, l?associazione Rondine propone la creazione di una forza multinazionale euromediterranea da mandare in Iraq, al posto dell?attuale coalizione guidata dagli angloamericani. Che ne pensa? Fabio Mini: La proposta, a mio avviso, va benissimo perché, nell?azione di reassurance sono fondamentali proprio la credibilità e l?affidabilità di chi la porta avanti. Perciò è importante che siano coinvolti i Paesi dell?area: se oggi si crea una forza multinazionale di pace questa deve assolutamente includere i Paesi limitrofi, ossia i Paesi arabi. Vita: Ma non pare che ci siano molti paesi arabi disposti a inviare loro soldati in una missione di pace in Iraq… Mini: Già, ma solo perché non sono ancora chiari i termini di questa forma di coalizione, di forza multinazionale euromediterranea. Se, per esempio, si pensa di sostituire gli angloamericani con la Nato, ovvero un?organizzazione regionale in cui sia presente anche l?Italia, sarebbe un grave errore lasciare fuori i Paesi arabi. Anche chi dovesse sostituire Usa e Gran Bretagna, sarebbe visto come potenza occupante e non di pace, come invece ? le ripeto – dovrebbe essere. Vita: Ma cosa non ha funzionato sinora? Mini: La premessa dell?intervento era abbattere Saddam. È stato fatto ma qualcuno, assai improvvidamente, ha pontificato dicendo che era solo il primo passo e che bisognava intervenire contro la Siria, e poi contro l?Iran?. Ciò ha allarmato molto i regimi dell?area i quali, per timore di essere i prossimi, hanno iniziato a ?far passare? ? direttamente o indirettamente ? quei terroristi che arrivano da fuori e che ora ?operano? in Iraq. Non dico che abbiano alimentato i terroristi ma, di certo, hanno dato loro una mano. Sa, la paura fa novanta. Questo è stato l?errore più grosso degli Usa. Vita: Ma anche Abu Ghraib è stato un errore che gli States rischiano di pagare a caro prezzo, vero generale? Mini: Dopo le foto delle torture gli Usa hanno perso proprio la credibilità e l?affidabilità imprescindibili per la ?reassurance? di cui le parlavo come idea per uscire da questa situazione. Credibilità e affidabilità di Washington sono miseramente fallite: un danno fondamentale e, per risolverlo, bisogna andare a trovare sul serio le responsabilità nella catena di comando Usa. Del resto asta leggere il rapporto del generale Antonio Taguba: le violazioni sono state ?systemic and systematic?, ossia organizzate come un sistema e ripetute. Più chiaro di così? […]

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