Famiglia

MInger: fra tre anni una cura per il Parkinson

L'annuncio dello scienziato britannico: i malati di Parkinson saranno i primi a beneficiare delle staminali-chimere

di Sara De Carli

Stephen Minger, direttore del laboratorio di biologia delle cellule staminali del King’s College di Londra, che entro l’anno inizierà a sviluppare le staminali embrionali a partire da embrioni ibridi, annuncia entro tre anni una rivoluzione nella cura del Parkinson.

Minger in questi giorni è in Italia su invito dell’associazione Luca Coscioni, per spiegare a politici e scienziati italiani il contenuto del progetto di ricerca a cui lavorerà. Prima di tutto non si tratta di ibridi, spiega, poiché svuotando l’ovocita bovino del suo dna non resta nulla dell’animale di provenienza, e tutto il materiale genetico è umano. Secondariamente “nessuno ha mai pensato di impiantarle in utero”. L’intento è quello di “creare linee cellulari di staminali embrionali per studiare terapie contro le malattie neurodegenerative”.

I primi risultati attesi dagli scienziati riguarderà il Parkinson. “In questo settore di ricerche i tempi saranno lunghi: almeno una quindicina di anni. Soprattutto per le malattie non neurologiche
come il diabete, per problemi legati al rigetto. Discorso diverso per il Parkinson”. In questo caso, ipotizza Minger, i tempi potrebbero essere più brevi perchè “esistono già buoni protocolli clinici che hanno mostrato risultati positivi con l’impianto di tessuti umani. Insomma – dice – una volta ottenute le staminali ‘ad hoc’, sapremo già dove e quante trapiantarne. E basteranno solo tre anni di immunosoppressione transitoria”.


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