Famiglia
MIM: Una Società senza integrazione è senza futuro
DOCUMENTO FINALE DEL IX MEETING INTERNAZIONALE SULLE MIGRAZIONI
Loreto (AN) Il IX Meeting Internazionale Migrazioni, organizzato dai Missionari e Laici Scalabriniani, dall?Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, in collaborazione con la Fondazione ISMU di Milano e la Fondazione Agnelli di Torino ha tenuto i suoi lavori a Loreto dal 7 al 12 luglio.
L?obiettivo di questo appuntamento ormai tradizionale, era di fare il punto sulle politiche europee in un preciso momento di cambiamenti di governi e di legislazioni relative all?immigrazione in varie Nazioni europee.
Dai lavori ? ai quali hanno partecipato studiosi provenienti da diversi paesi europei – è emersa la netta sensazione che le politiche migratorie spesso si siano prestate come strumento di conservazione dello status quo e siano state strumentalizzate per rallentare processi culturali e sociali. In ogni caso essendo in ritardo nell?affrontare i problemi reali delle società europee odierne, hanno provocato un aumento di immigrazione irregolare, sia per il loro carattere restrittivo, sia per l?incapacità di governare i flussi migratori.
Le politiche migratorie – spesso debitrici delle contrapposizioni ideologiche delle campagne elettorali nazionali, e ancora ferme all?identificazione esclusiva o prioritaria dell?immigrato con le esigenze del mercato del lavoro – sono in ritardo sulla situazione reale che comporta, all?interno delle singole società, la presenza di una componente immigrata e straniera, divenuta strutturale.
L?obiettivo del Meeting era quello di verificare, sia a livello della riflessione degli studiosi europei, come da parte della prassi politica e legislativa, quali fossero le dinamiche e le prospettive che possono dare agli immigrato lo spazio e la legittimazione della loro presenza e del loro ?peso? nella costruzione di una coesione sociale.
Coesione sociale che è il grande obiettivo della politica e della democrazia partecipativa e solidaristica di oggi, della quale i migranti stessi, in quanto parte sempre più insostituibile della società, sono, devono diventare ed essere riconosciuti come protagonisti.
Nel corso del Meeting si è potuto verificare il permanere di una riluttanza culturale di fondo delle nostre società europee a percepirsi come società multiculturali.
Questa visione, debitrice di una visione ottocentesca dello Stato-Nazione, porta a situazioni e legislazioni che tendono ad affrontare le problematiche migratorie sostanzialmente in modo parziale e settoriale, senza rendersi conto che una società che non sia in grado di elaborare un progetto di vera integrazione degli immigrati è una società che non è neppure in grado di elaborare un progetto per il suo stesso futuro.
Le nostre società europee, infatti, dovranno sempre più fare i conti con componenti immigrate e con una popolazione che sempre più non si riconosce nella tanto decantata identità nazionale.
Proprio per questo le politiche per l?immigrazione ed in particolare quelle per l?integrazione degli immigrati, non possono più essere considerate come una rubrica legislativa e politica a se stante e separata, quanto piuttosto parte integrante di una progettazione politica di sviluppo e di convivenza per una società integrata e non disgregata.
In effetti, qualunque sia l?ambito delle politiche nazionali prese in considerazione (educazione, welfare, economia, sviluppo, cultura?) la presenza dell?immigrazione può essere una straordinaria occasione di ripensamento della politica globale delle nostre società.
Diventa necessario un ripensamento su due questioni centrali che riguardano la presenza di una popolazione immigrata sempre più consistente e formata dalle seconde generazioni.
Prima di tutto una revisione del diritto di cittadinanza che attualmente è collegata unicamente alla nazionalità. In questo senso anche negli Stati, che praticano in modo stretto ed esclusivo per l?acquisizione della nazionalità lo jus sanguinis, si auspica un?applicazione progressiva dello jus soli.
In secondo luogo, la concessione ai migranti del diritto di voto amministrativo, di fatto già previsto a livello dell?Unione Europea dalla Convenzione di Strasburgo (non ratificata dall?Italia), costituirebbe un importante passo avanti nel processo di inclusione dei migranti nella democrazia delle nostre società, ed un riconoscimento del peso politico positivo dei migranti.
Una delle problematiche che caratterizzano le ?nuove? nazioni di immigrazione (in particolare Italia e Spagna) è la presenza di una forte componente di immigrazione illegale, che si ricostituisce velocemente dopo ogni intervento straordinario di regolarizzazione, che per altro viene riproposto a scadenze quasi regolari.
L?ingresso irregolare risulta in gran parte collegato non solo alle pressioni migratorie, ma anche alle legislazioni nazionali che limitano in modo spesso preconcetto ed ideologico i canali di entrata regolare e che impediscono successivamente un processo di regolarizzazione individuale dello stock di clandestini che si viene man mano ricreando.
In questo senso, le esperienze legislative e le prassi amministrative adottate dalle altre nazioni europee (ad esempio dalla Spagna) possono essere di aiuto anche alle necessarie ed inderogabili riforme legislative italiane.
L?introduzione di norme più flessibili per la legalizzazione dei nuovi migranti, sia al momento dell?entrata che nel corso dell?esperienza migratoria, diventa importante in prospettiva. Infatti, solo la possibilità di un ingresso regolare nei paesi di destinazione permetterà la trasmissione dei valori della legalità anche alle seconde generazioni.
Il IX Meeting Internazionale sulle Migrazioni, sottolinea la necessità di un cambiamento legislativo.
Innanzitutto è necessario arrivare in tempi brevi alla formulazione di una legge sul diritto d?asilo, visto l?inaccettabile ritardo italiano in questo delicatissimo settore.
Oltre alla ratifica della Convezione di Strasburgo che permetterebbe l?accesso al voto amministrativo, è doveroso sottolineare che l?Italia non ha sottoscritto nemmeno la Carta dei diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie redatta dall?ONU.
In vista della formulazione di una nuova legge sull?immigrazione, è necessario ed opportuno procedere in tempi brevi ad alcuni emendamenti alla legge Bossi-Fini che eliminino le attuali incongruenze: contratti di soggiorno, affidamento ai Comuni della gestione dei permessi di soggiorno, assegnazione delle carte di soggiorno, revisione e riduzione progressiva dei CPT fino alla loro completa chiusura.
A livello locale, ci si attende un rilancio ed un aggiornamento delle leggi regionali sull?immigrazione come pure il potenziamento di buone prassi di integrazione territoriale. In effetti, è proprio a livello locale che vengono effettuati gli interventi più efficaci di integrazione.
Ricordando come il sistema di welfare costituisca una delle conquiste fondamentali della nostra democrazia europea, il Meeting Internazionale sulle Migrazioni auspica che non vengano ridotti, ma addirittura potenziati i finanziamenti nei settori della formazione e della partecipazione, come richiesto anche dagli immigrati e dalle loro Associazioni.
Il processo di unificazione politica europea sta oggi vivendo un momento di stasi, proprio mentre si cercano politiche migratorie di contenimento e di controllo. Se si entrasse nella prospettiva di una società europea ormai composita e interculturale, si potrebbe intravedere una formazione della cittadinanza europea dal basso, partendo dalla eterogeneità etnica e culturale di provenienza.
I migranti della prima generazione e soprattutto quelli della seconda ? con la loro esperienza migratoria transnazionale di fatto ? superano il limite delle categorie nazionali.
Per questo, il peso politico dei migranti ed il loro contributo partecipativo alla democrazia può essere determinante per la costruzione di un?Europa che superi i campanilismi locali e nazionali e religiosi.
Scarica la Pubblicazione del Meeting in formato pdf
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.