Famiglia

MIM Loreto: Sintesi di alcuni interventi

I Minori stranieri di seconda generazione nella regione Marche

di Francesco Lugari

Loreto: Attenzione ai minori stranieri di seconda generazione nella regione Marche; breve sintesi di alcuni interventi della giornata di ieri MERY MENGARELLI, Garante Regionale per l?infanzia e l?adolescenza L?intervento della Dott. Mengarelli si snoda in tre punti: i minori soggetti di diritti, i minori tra garanzie e diritti, i minori non accompagnati: criticità e regole. Dire che i minori sono ?soggetti di diritti?, non è una verità scontata. La Convenzione dei principi ONU non è solo da conoscere ma da applicare. C?è da chiedersi anche se è rispettata la stessa Convenzione di Strasburgo del ?96 sull?esercizio dei diritti dei fanciulli (da quello alla famiglia, all?istruzione, all?ascolto, non solo quello verbale ma anche della realtà dove il minore vive). Occorre lavorare nella prevenzione e in rete con tutte le altre istituzioni. La Convenzione ONU non presenta solo i diritti dei minori, ma soprattutto i ?bisogni? da ascoltare. Occorre allora un preciso impegno politico e istituzionale per valorizzare la nuova identità dei minori, quella formatasi dall?identità genitoriale e dalla nuova assunta dal soggetto. L?Art. 3 della Convenzione ONU parla di ?superiore interesse del minore?, ma forse è meglio interpretarlo come ?sul migliore interesse del minore?, in quanto c?è da mettersi in ascolto del soggetto e chiedersi quale siano i suoi bisogni. Strasburgo, inoltre, sollecita il rispetto dei tempi di crescita del soggetto, e per questo occorre attivarsi sulla prevenzione, prima ancora di arrivare alla fase giurisdizionale! Rispetto alle garanzie e diritti dei minori occorre distinguere tra le diverse tipologie di minori, come per esempio, i figli dei rifugiati, dei nomadi, coloro che sono stati adottati, i minori non accompagnati. La tutela prevede un piano integrato su tutto il territorio regionale. Su 300 casi affrontati dall?Ufficio del Garante, un gran numero riguarda i minori immigrati a causa del loro stato d?abbandono, delle adozioni a rischio, del lavoro minorile. Circa i minori accompagnati, l?Ufficio del Garante ha attivato un progetto di ricerca di tutor. La Riforma Moratti con la legge 53/2003, colloca l?apprendistato nel diritto d?istruzione. Ciò permette anche ai minori non accompagnati di richiedere l?inserimento lavorativo come parte del diritto d?istruzione. Nell?ambito del progetto “Agorà: Scuola e Territorio per l’uguaglianza nella diversità”, realizzato dalla Dott.ssa Elisabetta Micciarelli, dell?Ufficio Scolastico Regionale, sono emersi dati molto rilevanti sul fenomeno dell?immigrazione nelle Marche: dal 2001 il numero di minori immigrati nella regione è salito da 7691 a 15567 unità; una crescita ancor più repentina se si pensa che nel 1999 si contavano 999 minori figli di immigrati. Con queste stime le Marche si collocano al terzo posto in Italia per presenza percentuale di alunni stranieri, e al primo posto per minori compresi tra gli 0 e 18 anni. Distribuiti in tutti gli ordini di scuola, la novità del fenomeno è la presenza di stranieri anche nella scuola secondaria. Il fenomeno dell?immigrazione ?è quanto emerso dall?intervento della Dott.ssa Micciarelli all?8° Meeting sulle Migrazioni- interessa in prima linea il sistema scolastico: è in questo ambito che maggiormente si deve intervenire per permettere la valorizzazione delle diversità in un?uguaglianza di opportunità. In questo processo non facile si deve tenere in considerazione il diritto alla cittadinanza nel nostro Paese, che fa sì che un figlio di straniero rimanga a tutti gli effetti anch?egli straniero, pur avendo vissuto in Italia fin dalla nascita. Altre difficoltà per i minori immigrati si presentano nel corso degli studi, con un orientamento prevalente verso istituti tecnici, un ritardo scolastico maggiore e una più alta percentuale di bocciati rispetto ai compagni autoctoni. I dati raccolti nel progetto Agorà mirano a creare un progetto educativo, tra scuola e Regione Marche, che garantisca maggiori opportunità ai figli di immigrati, per una perfetta integrazione nella scuola e, più avanti, nel mondo del lavoro. A tal proposito è stata elaborata una ?carta dei diritti per l?integrazione scolastica dei bambini e dei ragazzi stranieri nelle Marche?. Un lavoro lungo ed attento che ha l?obiettivo di ridurre al minimo le diversità per creare un futuro comune. ENNIO PATTARIN, Università di Ancona L?intervento è introdotto con alcuni riferimenti generali. Le Marche si dimostrano la Regione con una forte propensione all?integrazione degli immigrati. Un tasso di polarizzazione urbana più basso, una minore differenziazione etnica sul territorio, una percentuale di permessi di soggiorno familiare molto alta e un inserimento lavorativo molto alto, lascerebbero concludere che le Marche si presentano come una Regione ?accogliente?. La realtà non è del tutto così. L?orientamento scolastico non può gravare solo sulle spalle della scuola ma è necessaria una rete d?intervento con altri enti, per esempio i Centri per l?impiego. Le difficoltà d?accoglienza nascono da un sistema scolastico che si presenta per certi versi molto teorico e per altri troppo distante dalle precedenti esperienze scolastiche degli alunni stranieri. Nel caso specifico, la seconda generazione risente di una discontinuità di stili di vita rispetto ai genitori, di una costante ricerca di forme di identità spesso differenti da quelle parentali. C?è l?esigenza di coniugare ?diversità? e ?uguaglianza?. Da una ricerca fatta presso la comunità albanese, alla domanda: ?quando ti senti orgoglioso e quando non??, emerge una differenza tra la prima generazione di immigrati che vanta una memoria storica e una identità culturale a cui far riferimento, le seconde generazioni cercano forme di identificazione pari ai coetanei italiani. Tre gli elementi: la diaspora, un?alta percentuale di giovani albanesi vive fuori dalla patria, i forti legami familiari e parentali, gli atteggiamenti di mimetismo, per difendesi dalla discriminazione. Per i giovani albanesi sono motivo di orgoglio elementi come la vittoria della squadra di calcio, la bandiera nazionale, il successo televisivo di qualche connazionale. Il disagio nasce invece dal voler imitare i coetanei italiani e il non poterlo fare fino in fondo per le ristrettezze familiari. Il problema tra ?memoria e identità? è complesso. In assenza di una memoria storica il giovane straniero mitizza la propria storia. TULLI BUGARI, Casa delle Culture, Jesi Gli interventi d?inserimento dei minori stranieri vanno considerati all?interno di tutto il contesto sociale. La presenza degli stranieri è pari al 7-8% nelle scuole elementari e presumibilmente aumenteranno con i nuovi flussi migratori, con i ricongiungimenti e i nuovi nati. La scuola ha il compito di rispondere in prima persona a queste esigenze, ma contemporaneamente la questione stranieri dev?essere inserita nel contesto sociale più ampio. La scuola è in prima linea in quanto l?iscrizione di un figlio rende la famiglia più visibile ed inizia il processo d?integrazione sociale, ridefinendo lo stesso progetto migratorio. Gli interventi a questo riguardo si sono svolti in tre tappe: – la ?pedagogia del cous cous?: un progetto interculturale nato dalla curiosità della convivenza con famiglie straniere. – Il progetto Agorà: una prima risposta pianificata. L?integrazione è stata affrontata nei suoi contenuti e su diverse dimensioni (la lingua, la cultura). Ci vogliono, dunque, accordi di rete e protocolli d?intesa per integrare le risorse. Il progetto prevede il coinvolgimento degli stessi insegnanti della scuola nel progetto interculturale. La difficoltà è: ?come sostenere il successo scolastico senza cadere in percorsi più facili ma che non offrono pari opportunità di apprendimento?? – L?ultimo intervento è quello sulla famiglia: creare una rete globale sul territorio per valorizzare gli interventi con un?analisi attenta dei singoli casi e la visita familiare. La collaborazione si snoda tra diversi enti, quali la scuola, le associazioni e i comuni. Occorre chiederci come trasformare questi interventi per renderli stabili? Accogliere è partecipazione collettiva, è ideare spazi di progettazione comuni, che partano dal basso. Marco Amagliani Assessore Regionale alle Politiche Sociali Dice no ai Centri di Permanenza Temporanea l?Assessore Regionale alle Politiche Sociali Marco Amagliani, che durante l?intervento all?ottava edizione del Meeting Internazionale sulle Migrazioni approva ed accoglie la linea adottata dal Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, nell?incontro dell?11 luglio a Bari. ?Non esiste un?adeguata attenzione da parte dello Stato all?immigrazione; scarse sono le risorse con cui la nostra Regione affronta tale fenomeno: occorre una presa di coscienza, una spinta che parta dal basso? così l?Assessore si rivolge al pubblico in ascolto nella Sala Consiliare di Loreto. Continua ribadendo l?impossibilità delle singole Amministrazione nel gestire un fenomeno così ampio e così in rapida crescita, e ipotizza un piano socio-sanitario di prevenzione, che miri a tutelare i minori (che sono appunto il tema centrale dell?edizione di quest?anno del Meeting). Gli immigrati, ha infatti affermato il Dott. Amagliani, subiscono continuamente discriminazioni ed emarginazioni anche sotto un profilo puramente amministrativo: la loro è una voce di bilancio nell?Amministrazione, ed è un impegno di tutti quello di far sì che ciò non accada più. Un impegno anche nei confronti dei 15.000 minori ?il numero è in aumento- che vivono nel nostro Paese, e che devono essere i principali destinatari di aiuti e di politiche mirate.

INFO:
VIII Meeting Internazionale sulle migrazioni

ASCS onlus
Centenario Scalabriniano
Mostra Fotografica LIMES LIMITIS Vecchie e Nuove Frontiere
Meeting Internazionale sulle Migrazioni


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