Formazione
MIM: A Savino Pezzotta il Premio MIM 2006
Il riconoscimento degli scalabriniani per il costante impegno a favore degli immigrati e dell'africa
Loreto (AN) Anche quest?anno i Missionari e i laici Scalabriniani hanno deciso di segnalare una personalità od una istituzione che ritengono particolarmente meritevole. Negli scorsi anni il premio è stato assegnato a Vita Non Profit Magazine, a Giulio Albanese e a Massimo Toschi.
Per l?edizione 2006 la scelta è ricaduta su Savino Pezzotta. P. Beniamino Rossi, Presidente della Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, promotrice del Meeting di Loreto, nel motivare questa assegnazione, ricorda come il premio ?venga assegnato a personalità che si siano distinte per l?impegno verso il primato irrinunciabile della persona umana al di là delle divisioni etniche, sociali e culturali che la società continua a riprodurre, in particolare nel confronto di coloro che sono considerati nell?opinione pubblica ed addirittura nelle legislazioni, come i ?diversi? per eccellenza, i migranti?.
L?impegno sindacale per la tutela del diritto dei lavoratori, per la promozione di condizioni di lavoro più umane, si è intrecciato con quello della difesa giuridica e politica dei lavoratori migranti, in questi anni di duro scontro legislativo sullo status dei lavoratore migrante e delle loro famiglie. Savino Pezzotta ha dato un contributo non solo come sindacalista, ma come persona impegnata nella costruzione della cultura dell?alterità, che è alla base per il riconoscimento del ruolo ?politico? dei migrante nelle nostre società democratiche.
?Savino Pezzotta ? continua Rossi – può essere considerato il personaggio più rappresentativo dell?approccio al tema del 9° Meeting, centrato sulla riflessione della basi culturali e politiche della partecipazione positiva dei migranti alla costruzione di una ?democrazia di tutti e pe tutti?, cioè alla costruzione di una società coesa, che sappia gestire le diversità di cui essa è composta?.
Cenni biografici
Savino Pezzotta nasce in una famiglia antifascista a Scanzorosciate in provincia di Bergamo la notte di Natale del 1943 da Rita e Giuseppe Pezzotta. Il padre morì in un campo di concentramento prima di conoscere il figlio e lo zio che gli fece da padre si arruolò nella Brigata Garibaldi.
A 12 anni, finite le scuole elementari, il piccolo Savino comincia a lavorare in un?officina meccanica. È assunto nel 1958 come operaio alla Reggiani, industria tessile di Bergamo, dove è addetto al lavaggio, alla tintoria e alla stampa dei tessuti. Ha solo 15 anni e resterà in fabbrica per altri 15. Intanto si è iscritto alla Democrazia cristiana. Nel 1963 si iscrive alla CISL, allora debole nella sua fabbrica, dove dominava un sindacato aziendale. Ed è proprio lì, tra macchine di finissaggio, che Pezzotta sceglie, spinto ” da una voglia di riscatto e solidarietà”, l’impegno sindacale
Nel 1966, studiando nei ritagli di tempo, supera gli esami di licenza media. Alla Reggiani è addetto al lavaggio, tintoria e stampa dei tessuti. Durante l’autunno caldo si avvicina al movimento Acpol di Livio Labor, fino a candidarsi (senza però essere eletto) alle elezioni politiche del 1972 nelle liste del MPL (Movimento Popolare Lavoratori).
Dal 1972 inizia per Savino una carriera tutta sindacale, per lo più “orizzontale”, svolgendo il suo impegno soprattutto nelle strutture territoriali. Diventa, infatti, delegato sindacale nella sua fabbrica fino al 1974 quando viene chiamato dalla segreteria provinciale dei tessili della CISL FILTA. Nel 1978 diventa segretario responsabile della struttura territoriale, carica che ricopre fino al 1983 quando entra, in qualità di segretario organizzativo, nella segreteria provinciale della CISL.
Nell’estate del 1987 viene nominato segretario generale di Bergamo. Nel 1992 viene eletto nella segreteria regionale della CISL lombarda di cui diventerà segretario generale nell’aprile del 1993. Carica che manterrà fino al dicembre del 1998. Il 16 dicembre del 1998 Pezzotta viene eletto segretario confederale e il 4 dicembre 2000 viene eletto Segretario Generale.
Sono gli anni di forti cambiamenti: organizza lo sciopero generale unitario contro la soppressione dell?Articolo 18 nell?aprile 2002 e dopo il Referendum assieme alla CISL firma con il Governo e Confindustria il ?Patto per l?Italia? per il rilancio industriale. La sua posizione viene spesso contestata e considerata uno strappo dell?unità sindacale, che viene successivamente ricucita al fallimento della concertazione con i governo. Fautore dell?autonomia del sindacato nei confronti di tutti gli schieramenti politici, testardamente convinto di dover compiere, da sindacalista, un?azione di rappresentanza e non di antagonismo, capace di un dialogo serrato sia con le altre confederazioni sindacali (CGIL in primis) sia con il governo: piaccia o non piaccia, ci si è resi conto che con questo sindacalista dai modi burberi e un look poco televisivo bisogna fare i conti. Pezzotta rimane fedela alla sua idea: ?La scelta vera di un sindacato è quella dell?autonomia. La nostra visione di società è pluralista, non perché ci sono tante idee, ma perché articolata e organizzata su corpi intermedi come il sindacato??. Ma è stata anche fonte di contestazione: lo dimostrano gli atti intimidatori subiti, le minacce ricevute, la fatica di farsi comprendere sia fuori che dentro la sua stessa organizzazione.
La sua carriera sindacale si è appena conclusa e Savino Pezzotta ora è ingaggiato in un altro settore ?autonomo? quello della società civile con il suo impegno nella Fondazione Ezio Tarantelli.
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