Welfare

Mille lettere per l’Algeria

"Caro Zeroual, sono un bimbo, morirò sgozzato". Messaggi di questo tipo stanno arrivando sulla scrivania del presidente algerino.

di Federico Cella

Era circa il 20 di ottobre e la voce era solo la sua. Poi, nel giro di poche settimane, si sono levate molte altre voci, quasi un migliaio. Tutte per protestare e per dire “Basta!”. Basta alle stragi in Algeria. Lei è Ambra Rendina, insegnante in pensione di Milano, che da più di vent’anni ha stretto profondi rapporti d’amicizia nel Paese musulmano. Ogni anno un viaggio a trovare suo ?fratello? Lazhar, e i suoi quattro figli, praticamente la sua seconda famiglia. Questo fino al ’93, quando è Lazhar stesso a telefonare, per dirle che non è più il caso che vada a trovarli. «È stato un colpo. Quello che ho sempre giudicato il paese del Nordafrica più avanti, la forte e la bella Algeria era caduta. Destabilizzata oltre ogni limite, dove, nel finto nome della religione, venivano uccisi senza pietà i più innocenti». Ambra telefonava spesso giù, perché temeva per i suoi cari affetti. E aspettava: che il governo italiano si muovesse, che i media portassero fuori lo scandalo. Niente. E allora ha detto: ?Basta deleghe. È meglio la mia voce?. Ha iniziato a scrivere lettere a effetto, tutte indirizzate al Presidente algerino, Liamine Zeroual. ?Sono un bimbo, sarò ucciso con la mia sorellina?, ?Sono una nonna, ho una nipotina, presto moriremo?, ?Sono una giovane mamma, ho due bambini, moriremo sgozzati?. «Ho voluto dare voce a chi non ha più diritti. Mi sono chiesta, e ho voluto girare la domanda al Presidente: perché questa gente deve morire? Per e in nome di chi?». Un cuore che ha trovato subito comprensione e altrettanta voglia di protestare: amici, parenti, colleghi e gli altri volontari di Telefono Azzurro; già seicento lettere firmate e inviate, altre quattrocento pronte. «E ho già pronti i numeri di fax di tutti i giornali algerini, e quello personale di Zeroual. Ci faremo sentire: noi dall’Italia e Lazhar, per quanto gli sarà possibile, dall’Algeria». Ma serviranno a qualcosa le tante lettere e la buona volontà? «Non lo credo, ma ci spero. E comunque protestare è sempre meglio che stare zitti». La campagna Promotore Ambra Rendina, tel. 02/460692 Obiettivo La completa e immediata cessazione delle stragi di innocenti in Algeria Cosa fare Inviare una lettera al Presidente algerino (Monsieur Le President, Liamine Zeroual, Presidence de la Republique, Elmoraida – 16000 Alger, Algerie) e all?ambasciata (Ambasciata della Repubblica d?Algeria, via Barnaba Oriani 26, 00197 Roma), con testo tipo: ?La voce delle vittime innocenti. «Sono una giovane mamma, ho due bambini, moriremo sgozzati». Perché chi? Firma: …?.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA