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Mille fax per un articolo

Al nostro appello per la riforma della legge 309 sui residui di pena si associa anche Cinzia Merlonghi, la donna salvata dal carcere da Scalfaro. Che denuncia lo scandaloso silenzio del governo. E

di Redazione

Mancano poco più di 15 giorni al 3 marzo, giorno in cui Gennaro Parisio della comunità Maccacaro di Benevento dovrà tornare in carcere per scontare una vecchia condanna a 6 anni di reclusione. Una pena residua che dovrà trascorrere in prigione nonostante sia da anni inserito in comunità e oggi vi svolga il ruolo di operatore. Il suo appello a riformare la legge 309 sulle tossicodipedenze – laddove prevede il rientro in carcere per residui di pena anche per chi è recuperato a una vita normale – pubblicato nel numero scorso di ?Vita? ha intanto suscitato un?importante reazione: quella di Cinzia Merlonghi, la giovane ex tossicodipendente ora operatrice della comunità Villa Maraini di Roma, grazie alla quale un anno fa l?urgenza di questa riforma era balzata agli occhi di tutti. Cinzia ha aderito all?appello di Gennaro e dunque alla battaglia di ?Vita?, e qui di fianco ospitiamo il suo intervento. Intanto dal ministero di Grazia e Giustizia filtrano particolari intorno alla proposta di legge di riforma della 309 messa a punto da una commissione governativa. La commissione ha depositato in dicembre un primo testo che riguarda la parte processuale della normativa, mentre si è data un ulteriore termine di 4 mesi per affrontare la parte penale, che dovrebbe includere anche l?articolo 90 sulla sospensione del carcere per gli ex tossicodipendenti. I tempi di presentazione della proposta di modifica quindi si allungano ulteriormente. Né buone notizie arrivano dall?altro fronte legislativo, quelo che riguarda la legge Simeone, in attesa di essere esaminata dall?aula parlamentare nei primi giorni di marzo. Per questo è sempre più urgente sollecitare sia la Commissione giustizia della Camera (il cui presidente, Giuliano Pisapia, ha denunciato nei giorni scorsi l?eccessiva lentezza con cui si riforma la giustizia in Italia) sia il ministero della Solidarietà sociale a porre mano alla riforma. La ministra Livia Turco, da parte sua, intervenendo la scorsa settimana a un convegno europeo sulla tossicodipendenza a Bologna, ha ammesso di «essere in ritardo» nell?adempiere agli impegni presi nel corso della conferenza di Napoli del marzo 1997, tra cui la riforma dell?articolo 90. Un ritardo ancora colmabile, però: basta fare presto.


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