Sostenibilità

Milano: una filiera corta per l’ospedale Policlinico

Grazie ai contributi di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, la Fondazione Sviluppo ha avviato il progetto “Filiera corta Ca’ Granda”: entro settembre, nella mensa dei degenti ricoverati al Policlinico di Milano, torneranno latte e riso prodotti dagli agricoltori dell’ospedale.

di Redazione

Fino al XVIII secolo, dai possedimenti rurali derivavano per l’ospedale non solo le entrate d’affitto in denaro, ma anche i prodotti della terra necessari al sostentamento dei ricoverati. Sebbene nel passato gli alimenti definiti “a Km zero” fossero la prassi, oggi, invece, sono considerati una conquista.

All’interno dell’accordo territoriale finanziato da Regione Lombardia per l’attrattività dei territori lombardi nel semestre di Expo, Camera di Commercio di Milano ha selezionato il progetto “Filiera corta Ca’ Granda”, che ha ottenuto un significativo contributo anche da parte di Fondazione Cariplo. Grazie a Regione Lombardia e a Fondazione Cariplo, dunque, la Fondazione Sviluppo fa partire la filiera corta con cui riso e latte – alimenti particolarmente significativi non solo nella tradizione alimentare lombarda, ma anche in un equilibrato regime alimentare – degli agricoltori del Policlinico torneranno nelle mense dei degenti ospedalieri. Il progetto ha come partner anche il Parco Lombardo della Valle del Ticino che ha messo a disposizione le linee guida del proprio marchio, grazie alle quali verrà valutata la sostenibilità ambientale delle aziende agricole aderenti al progetto.

Delle 180 aziende conduttrici di fondi rustici di proprietà dell’Ospedale Maggiore, la F. Sviluppo ha cominciato a coinvolgere 12 aziende situate nei comuni di Morimondo, Ozzero, Vernate e Rosate, poiché qui i conduttori hanno già avviato attività di spacci agricoli e agriturismi. Si tratta di 2000 ettari di superficie agricola. I ricercatori dell’Università degli Studi di Milano – dei dipartimenti di Scienze Cliniche e di Fisiopatologia ubicati al Policlinico e il Centro Dipartimentale per lo studio della composizione corporea – stanno analizzando la composizione di riso e latte per valutarne la salubrità, il valore nutrizionale e quello funzionale, al fine di realizzare una carta di identità dei due alimenti.

Nel riso – cereale di crescente interesse, anche in relazione all’elevato numero di affetti da morbo celiaco che, in esso, possono trovare una valida alternativa al frumento – i ricercatori stanno verificando la carica batterica e le micotossine, oltre a dosare vitamine e alcuni minerali di interesse, quali ferro, zinco, magnesio, fosforo. Nel latte, oltre alla carica batterica, stanno analizzando la dose di proteine, aminoacidi totali, lipidi, acidi grassi, zuccheri semplici, calcio, fosforo e vitamina D.

Per verificare il valore funzionale dei due alimenti, ossia il loro contributo alla salute di chi li assume, verrà somministrato a un gruppo campione una dose standardizzata di alimenti, così che i ricercatori possano studiare la risposta metabolica, misurando indice glicemico e insulinico. Lo scopo è verificare se i prodotti in esame siano in grado, indipendentemente dal loro indice glicemico, di indurre una bassa produzione di insulina, limitando così il rischio di sviluppo di steatosi epatica e diabete.

Insieme a tali analisi, freschezza e genuinità degli alimenti saranno inoltre garantite dalla pressoché assenza di trasporto: dai campi intorno a Milano, al centro della città.

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