Economia

Milano: un boom per il farmer market

Il primo mercato contadino “metropolitano" ha un successo oltre ogni previsione. Centinaia di persone, la zona di via Ripamonti in tilt di traffico

di Redazione

Dopo New York, Los Angeles e molti altri grandi agglomerati urbani mondiali apre per la prima volta in una metropoli italiana, a Milano, il mercato degli agricoltori, il cosiddetto farmers market, con l’offerta di cibi e bevande a chilometri zero, che non devono cioè percorrere grandi distanze con mezzi costosi e inquinanti prima di giungere sulle tavole. Lo rende noto la Coldiretti che insieme al Consorzio Agrario si è fatta promotrice dell’iniziativa

Nel mercato che aprirà settimanalmente sarà possibile acquistare senza intermediazioni direttamente dai produttori con l’obiettivo di rendere disponibili cibi di alta qualità realizzati localmente, per consentire a tutti di gustare i profumi ed i sapori del territorio ad un giusto prezzo. Per aiutare nelle scelte – sottolinea la Coldiretti – verrà anche regalato il “calendario della spesa di stagione” dove sono indicati i principali tipi di frutta e verdura coltivati nel nord Italia e i periodi migliori in cui acquistarli per guadagnare in qualità e risparmio.

Una occasione per presentare per la prima volta il conto dei risparmi economici e ambientali possibili con una maggiore diffusione dei prodotti locali nel mercato, sugli scaffali, nella ristorazione e nelle mense per abbattere i prezzi con la riduzione dei trasporti.


Il Farmer Market avrà inizio il 17 settembre e durerà fino al 17 dicembre, tutti i mercoledì mattina dalle 9 alle 13 presso il piazzale interno del Consorzio Agrario di Milano e Lodi in via Ripamonti 37 a Milano, e chiunque potrà acquistare direttamente dai banchi dei produttori attivi sul territorio.

Ad alta qualità e giusto prezzo, saranno disponibili: latte fresco appena munto, formaggi tipici, grana padano, raspadüra lodigiana, formaggi di capra, ma anche ortaggi, marmellate, lumache, insaccati di produzione nostrana ed altri prodotti.

La vicinanza del luogo di vendita a quello d’origine – conclude la Coldiretti – permette di avere il massimo di freschezza e controlli, con il minimo costo di trasporto e quindi anche il minimo livello di inquinamento. Inoltre, quando si compera non si ha davanti uno scaffale, ma la persona che quel prodotto l’ha creato.

L’esperienza dimostra che l’apertura dei mercati degli agricoltori favorisce un contenimento dei prezzi per effetto della riduzione delle intermediazioni, del maggior consumo di prodotti locali che non bruciano petrolio per lunghi trasporti e per una piu’ generale funzione calmieratrice nell’area in cui nascono.

La Coldiretti ha promosso decine di iniziative con l’obiettivo di realizzare almeno un farmers market (mercato esclusivo degli agricoltori) per ogni comune italiano per combattere il caro prezzi dal campo alla tavola con la vendita diretta e senza intermediazioni dei prodotti alimentari. Si tratta di un impegno che – prosegue la Coldiretti – può arrivare a coprire fino al 15 per cento della spesa agroalimentare con un importante effetto sul mercato come dimostrano le esperienze di successo in altri Paesi Europei, dalla Francia all’ Inghilterra, e negli Stati Uniti dove si è verificato un aumento del 53 per cento negli ultimi dieci anni dei cosiddetti farmers market che sono oggi ben 4385, presenti in tutte le principali città come New York, Los Angeles o San Francisco. Nel 2007 grazie alla mobilitazione della Coldiretti nel 2008 è entrato in vigore il decreto (Gazzetta Ufficiale n.301 del 29 dicembre 2007) che rende possibile in tutti i Comuni di avviare mercati gestiti dagli agricoltori localizzati anche in zone centrali e con frequenza giornaliera, settimanale o mensile a seconda delle esigenze locali.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA