Testimonianze
Milano, tutto quello che ho visto al corteo pro Palestina
«È stata una manifestazione molto partecipata, bella e pacifica», scrive Nino Sergi, il presidente emerito dell'omg Intersos. «Ma pochi media l'hanno sottolineato, si sono limitati alla frase d’odio contro la presidente Meloni, che rimane il gesto di un idiota»
di Nino Sergi

Continuano i massacri a Gaza. Sono crimini di guerra e contro l’umanità di cui il governo israeliano dovrà rispondere. Anche in campi profughi, scuole, ospedali, perfino contro ambulanze riconoscibili. Sono tutti “centri di comando di Hamas”, è la ripetuta e indegna motivazione israeliana, senza mai permettere di poterlo verificare: nessun testimone indipendente, nessun giornalista e nessun operatore umanitario internazionale. L’intenzione è ormai quella di uccidere, fare soffrire e negare ogni minima dignità umana, perfino ai bambini, distruggere i pochi spazi vitali rimasti ai palestinesi, per spingerli altrove. Perfino ora, durante la grande festività ebraica di Pesach che celebra la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù e dalle immense sofferenze subite in Egitto.
Come non condividere l’indignazione del cardinale Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme: a Gaza è una “situazione drammatica, catastrofica, vergognosa, dobbiamo dirlo, dove la dignità delle persone, di quei 2,3 milioni di persone, non è tenuta in minima considerazione. Non possiamo pensare che siano tutti collusi col terrorismo e con il crimine”. E nessuno osi dire che questa indignazione, ormai generalizzata in chiunque abbia mantenuto il senso dell’umano, sia un’espressione di antisemitismo.
Sono stato presente all’ultima ora della manifestazione per la Palestina a Milano, fino alla sua conclusione all’Arco della Pace. Ho visto tante bandiere e, soprattutto, intere famiglie: molte donne con il vestito delle feste, con i loro bambini; tanti e tante giovani, perlopiù studentesse e studenti; molti uomini, alcuni con simboli religiosi inneggianti al dialogo, alla spiritualità e alla pace; e non pochi anziani. Qualcuno di essi parlava via whatsapp con i propri cari in qualche parte del Vicino Oriente, contento di poter dire “anche se lontani, stiamo facendo qualcosa anche noi”.
È stata per me un’ora di commozione, col pensiero rivolto al massacro di cinquantamila palestinesi, che continua incessantemente, alle sofferenze di tante famiglie, dei loro bambini e dei feriti, molti dei quali resteranno invalidi per la vita; alla fuga da un campo all’altro senza mai sentirsi al sicuro; alla pulizia etnica in Cisgiordania; alle distruzioni, anche laddove non c’è più nulla da distruggere; all’incertezza sul domani.
Mi sarebbe piaciuto ascoltare nei discorsi finali – anche perché avrebbe dato maggior peso e valore politico alla manifestazione – una parola di vicinanza alla sofferenza di quelle madri e famiglie ebree che stanno aspettando il ritorno dei propri figli e congiunti, ancora tenuti prigionieri come ostaggi sacrificali. Ma forse stavo pretendendo troppo, dati i legami di molti presenti con le decine di migliaia di persone massacrate dalla furia del governo Netanyahu.
Comunque, è stata una manifestazione molto partecipata, bella e pacifica. Solo dai telegiornali sono venuto a sapere degli scontri con la polizia e della frase d’odio contro la presidente Meloni. C’è chi ha affermato subito che “in troppi continuano a scherzare con il fuoco”. Da quel che ho visto, e che tanti altri hanno visto, tale affermazione andrebbe rovesciata: “in pochi continuano a scherzare sul fuoco”, e forse sono già ben conosciuti; forse appartengono a quel gruppo di “professionisti” del disordine che si ritrovano, dall’Italia e dall’estero, per creare disturbi e saccheggi; oppure sono semplicemente dei grandi idioti che, manovrati o no, producono effetti opposti a quelli che credono di voler ottenere. Varrebbe la pena che i media lo evidenziassero maggiormente. Pochi l’hanno fatto, alcuni si sono limitati agli scontri, e lo considero grave. È stata una grande manifestazione, una festa. Qualcuno – ben visibile perché incappucciato, oppure molto stupido quanto rumoroso – ha cercato di rovinarla e di snaturarne il significato. Da quanto ho potuto vedere, non ci è riuscito del tutto. E anche questo va detto. Come dico alla presidente Meloni che sono pienamente solidale con lei, pur pensandola in modo differente su molte cose. La scritta sul muro è e rimane il gesto di un idiota.
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