Cultura

Milano svegliati, diventa quel che sei

Il crollo delle aspettative Scritti insurrezionali su Milano di Luca Doninelli Garzanti, pp. 142, euro 14. Il libro invettiva di Doninelli sulla capitale lombarda.

di Riccardo Bonacina

Diciamolo subito, il libro-invettiva di Luca Doninelli si origina e si risolve in un grande atto d?amore a Milano. Un atto d?amore non per adesione astratta né per dichiarazione sentimentale o per naturale senso d?appartenenza. è un atto d?amore sofferto, partecipato, insieme incavolato e immagonito (nel senso de ?l?intimo pianto? di Rebora). Non so se è questa l?insurrezione che evoca il sottotitolo del libro di Doninelli, ma credo di sì giacché non c?è insurrezione o rivolta possibile se non per passione d?amore, per la vergogna provata rispetto a ciò che si era, a ciò che si poteva essere. Cos?altro è, infatti, l?amore se non l?aspettarsi sempre qualcosa da sé e dagli altri? Cos?è mai un atto di amore se non risvegliare sé e gli altri all?aspettativa che sta dentro la propria storia, il proprio destino? Ecco, Doninelli, in un libro che con un linguaggio e una forma del tutto contemporanee fa risuonare oggi le grandi pagine della letteratura civile che è del resto molto milanese (da Cattaneo a Beccaria, da Parini a Manzoni, e su sino a Gadda e Testori, tutti nomi più volte evocati nel libro), percorre Milano in orizzontale (luoghi, palazzi e quartieri) e in verticale (attraversando i secoli e la storia), in cerca dell?anima e dell?identità, in cerca della milanesità di Milano. Pulito il campo da tutte le Milano a noi più vicine, da quella modaiola e quella tangentista, da quella da bere a quella da sbadigliare, Doninelli va in cerca delle qualità più intime e vere, va in cerca del suo carattere. Liberato il campo con poche efficaci pagine sullo stato pietoso in cui versa oggi Milano e sul progressivo e veloce dissolvimento di tutte le promesse, Doninelli si mette in cerca del suo splendore, del suo spazio che sta, scrive, «nello spazio steso nell?ombra tra la Madonnina e i monti». Il viaggio di Doninelli parte dalle radici cristiane, anzi giansenistiche, della città e vien su, passando per Leonardo, sino al tempio dell?ingegneria, il Politecnico («Milano sta all?ingegneria come Atene alla filosofia»). Un viaggio che davvero sa restituire i caratteri della milanesità sin dentro la sorpresa di una toponomastica che non ci sorprende più, e sin dentro i luoghi comuni (identificazione tra il ?fare? e il ?vivere?, l?etica della fatica e del sacrificio, il particolare senso della famiglia che a Milano non è mai tribale ma del tutto sociale), restituendoceli in maniera nuova e sorprendente. è un grande libro questo di Doninelli, da leggere e da consigliare anche a chi ci governa.


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