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Milano, senza facciate

L'editoriale di Luca Doninelli sul carattere degli edifici del capoluogo lombardo.

di Luca Doninelli

Milano è innanzitutto casa. Non chiesa né palazzo, non edificio pubblico. Non ci sono, qui, palazzi ducali, palazzi vecchi, palazzi della Signoria. E quelli che ha, perlopiù li snobba, come il castello Sforzesco, vera palla al piede di questa città. Milano è, in questo senso, la città italiana meno monumentale, quella in cui si respira meno l?aria della capitale.
L?Italia è piena di capitali: Roma, Napoli, Palermo, Venezia, Torino, perfino Firenze, perfino Parma, perfino Verona aspirano a una certa grandiosità. Milano no. Se tornate da Napoli, Milano vi apparirà piccola, modesta, scarsamente ambiziosa (e Dio sa che non è così).
Quanto a se stessa, la città tende a spegnersi, a non ostentare le sue bellezze, e dove possibile a non farle nascere.
È lo strano carattere di Milano, un misto di moralismo e di sentimento della fragilità delle costruzioni umane, un sentimento che solo il lavoro esercitato per generazioni, con intensità e dedizione e amore, può generare e rendere perdurante.
Protagoniste di tale spegnimento sono le abitazioni, vero timbro della città. Il loro aspetto ubbidisce in toto a un principio di abbattimento della visibilità, di de-esteriorizzazione, a una necessità di non-osservazione, ossia di passare inosservate, di scivolare sul lato dello sguardo. Ci accorgiamo allora che questa città fondata più di qualunque altra sul lavoro, è anche una città intima. La sua bellezza non è mai proiettata verso di sé, Milano si nega qualunque esteriorità, qualunque bellezza nel senso spaziale della parola. Come lo sguardo è invitato a conquistare lo splendore delle Prealpi, così la sua bellezza appare intima, familiare, da non esibire. E c?è da credere che il primo aspetto sia, in fondo, una conseguenza di quest?ultimo, che è quello vero, quello fondamentale.
In questo carattere di suggerimento, in questo invito all?occhio a stazionare solo sui punti centrali – la Madonnina da un lato e lo splendore dell?orizzonte dall?altro – risiede un carattere che è forse ?il? carattere di questa città, e che questa città sta pervicacemente uccidendo.

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