Famiglia
Milano: Rom di via San Dionigi. L’ospitalità itinerante
Un pulman a disposizione delle 52 persone sgombrate. L'auspicio è che questospitalità itinerante dei 35 uomini possa durare al massimo una settimana in attesa di una soluzione dignitosa
di Redazione
SI È CHIUSA OGGI, dopo due settimane, l?ospitalità in emergenza che la Casa della carità ha dato ai rom sgomberati dal campo via San Dionigi il 5 settembre scorso. Si tratta di 51 persone, tra cui 35 uomini, 8 donne e 8 bambini, che dopo cinque giorni trascorsi all?addiaccio nei pressi del campo dove vivevano, da lunedì 10 settembre erano sistemati per la notte su delle brandine all?interno dell?auditorium della Casa della carità. Un altro gruppo, formato esclusivamente da donne e bambini, aveva trovato accoglienza sin dal giorno dello sgombero nel dormitorio pubblico di viale Ortles.
QUESTA SERA i 35 uomini saliranno su un pullman messo a disposizione dalla Casa della carità e saranno ospitati per una notte in una parrocchia della città mentre le donne e i bambini, reduci anche loro dalle due settimane in auditorium, rimarranno in parte nella struttura di via Brambilla, negli spazi disponibili per l?accoglienza di madri con figli e in parte in comunità del territorio. Anche nei giorni seguenti i 35 uomini, quando rientreranno dalle loro attività lavorative e dopo aver cenato alla Casa della carità, si recheranno in pullman presso parrocchie o associazioni che si sono rese disponibili per offrire un?accoglienza notturna.
L?AUSPICIO è che quest?ospitalità itinerante dei 35 uomini possa durare al massimo una settimana in attesa di una soluzione dignitosa benché provvisoria, che almeno consenta ai nuclei famigliari di riunirsi. La proposta che la Casa della carità avanza alle istituzioni, e in particolare alla prefettura, è di trovare per le famiglie una collocazione stabile per UN MESE. In questi 30 giorni, la Casa della carità si fa garante di realizzare percorsi di autonomia abitativa per ciascuna famiglia, che poi era l?obiettivo di tutti i progetti di inclusione sociale che da tre anni si stavano sviluppando nel campo.
?Per favore, non costringeteci a far diventare nomadi queste persone. ? ha dichiarato don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della carità ? Ciascuna famiglia, in Romania, ha una propria casa, sono quindi stanziali ed emigrano in Italia con l?intento di migliorare le proprie condizioni di vita attraverso la ricerca di un lavoro e di un?abitazione. La Casa della carità li affianca per aiutarli a realizzare questi obiettivi dato che loro si sono resi disponibili a stare dentro percorsi di legalità e di socialità attraverso un Patto. Per questo motivo non li abbiamo abbandonati dopo lo sgombero e continueremo a seguirli fin quando non saranno autonomi. Per questo promuoviamo la scolarizzazione dei bambini e la regolarizzazione occupazionale degli adulti per i quali abbiamo creato sia una cooperativa di lavoro a Milano sia dei rientri assistiti nel loro paese. Quella con i rom di via San Dionigi è un?esperienza positiva che non vogliamo far scomparire, anzi la vogliamo raccontare per dimostrare che è possibile realizzare percorsi di inclusione sociale con i rom?.
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