Sostenibilità
Milano punta sul verde
Svelato il «masterplan» dell’esposizione: giardini botanici, boulevard e a tavola tutti i sapori del mondo
di Redazione
di Natascia Gargano
Né torri né grattacieli. La Milano dell’Expo si concede poche vanità architettoniche, e si presenta nella sua nuova veste integralmente green. Sconfessati a sorpresa gli slanci di grandeur annunciati e da molti temuti, l’esposizione del 2015 sembra allontanare i rischi di cementificazione selvaggia e scegliere la via della sostenibilità ambientale.
Ad alzare il velo sul Masterplan dell’evento, ieri nelle sale di Palazzo Reale, c’era tutto lo stato maggiore dell’Expo: i cinque architetti internazionali guidati da Stefano Boeri e i rappresentanti delle istituzioni. Accantonate le strutture “pesanti”, i progettisti sembrano puntare a «un paesaggio di monumentale leggerezza e naturale bellezza».
L’orto, il boulevard e Leonardo
Quel che è certo è che l’Esposizione universale del 2015 non vuol essere ricordata come la cattedrale degli sprechi e si presenta al mondo con un progetto tutto improntato alla sobrietà, di cui è fatto simbolo un gigantesco parco botanico planetario circondato da un corso d’acqua navigabile.
Riprendendo l’antica struttura della città romana, un viale di 1400 metri stile Champs Elysées in linea con il tracciato storico del Sempione, s’incrocerà con un altro asse in una piazza. Al centro, una grande tavola simbolo della convivialità, ispirata all’«Ultima cena» di Leonardo. Un immenso banchetto con tutti i sapori del mondo, che interpreta con forza il tema dell’esposizione «Nutrire il pianeta, Energia per la vita».
Lungo l’asse principale si affacceranno i padiglioni di tutti gli Stati, ognuno dei quali avrà a disposizione un pezzo di terra da coltivare, e dove andrà in scena la filiera alimentare dalla semina alla preparazione delle singole tipicità agricole. Dalla tundra al paesaggio mediterraneo, dalle foreste tropicali al deserto, il gigantesco giardino ospiterà tutti i climi e le tipicità alimentari del mondo.
Addio padiglioni
Un’architettura “paesaggistica” sostituirà la più classica impostazione “monumentale” fieristica. Un concept d’avanguardia in cui i padiglioni lasciano il posto a strutture coperte da tende e serre circondate dall’acqua.
In oltre un milione di metri quadrati, tanti campi coltivati e pochi elementi architettonici, fra cui una collina, creata con la terra ricavata dagli scavi, un anfiteatro e un laghetto.
Con tutta probabilità il sito sarà poi collegato alla Fiera di Rho Pero attraverso un ponte destinato ad ospitare mostre e uffici.
I fondi
La nuova Expo verde per ora piace e raccoglie consensi. Rimangono però aperti i temi caldi della destinazione post evento delle aree espositive e soprattutto quello decisivo dei finanziamenti. Se per ora i fondi statali assicurano una copertura di 1,4 miliardi, è ancora buio sugli 1,1 miliardi di euro di competenza degli enti locali e dei privati. Nella presentazione di ieri, Lucio Stanca, amministratore delegato della società, ha colto l’occasione per rassicurare sulla copertura finanziaria dell’evento: «Mi spiace per i gufi, Expo ha tutti i fondi. Lo Stato ha stanziato tutto quello che si era impegnato ad elargire e i privati finanzieranno l’esposizione nel momento in cui presenteremo loro delle proposte: finora siamo alla fase dei concetti». Dunque per ora, assicura, nessun ridimensionamento sui progetti e sul budget.
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