Politica
«Milano perde un’opportunità»
Parla Loris Zaffra, presidente Azienda lombarda edilizia residenziale, dopo lo stop di Maroni al Piano nomadi
“Milano perde l’opportunità di vedere i frutti di un interessante esperimento di integrazione”. E’ il pensiero “da semplice cittadino” di Loris Zaffra, presidente di Aler (Azienda lombarda edilizia residenziale) Milano, il giorno dopo la decisione del ministro dell’Interno Roberto Maroni (per ora non tradotta in alcun atto formale) di non proseguire con il Piano nomadi, che nell’ottica del ‘superamento dei campi’ prevedeva a breve una prima assegnazione di 25 unità abitative ad altrettante famiglie rom dell’insediamento autorizzato di via Triboniano. Un Piano da 13 milioni di euro (almeno due dei quali destinati a fondi per ‘l’uscita’ dal campo nomadi) che aveva messo a punto lo stesso ministro e che, prima del clamoroso dietrofront, era entrato nel vivo con l’ultimazione dei lavori di ristrutturazione delle case e la firma del contratto d’affitto da parte di alcune delle famiglie coinvolte.
Vita: Qual’è la posizione dell’Aler sulla vicenda?
Loris Zaffra: Naturalmente soddisfiamo sempre le esigenze del Comune. Fino a oggi, come da accordi tra amministrazione comunale, Prefettura e Terzo settore e come ci consente la legislazione, abbiamo messo a disposizione i 25 alloggi con la stessa prassi seguita in passato: sono già 250 gli appartamenti Aler che oggi gestisce il non profit, destinandoli a famiglie con particolari disagi. In questo caso le abitazioni per i rom sono in mano a tre enti (Fondazione Casa della carità, Ceas e Consorzio Farsi prossimo, ndr).
Vita: Quelle destinate alle famiglie rom sarebbero case ‘tolte’ ai milanesi?
Zaffra: No. Sono alloggi che per dimensioni e condizioni abitative inadatte non rientrano nella graduatoria di assegnazione degli alloggi popolari, quindi la loro destinazione attuale non reca danno ai cittadini milanesi. È il non profit che li sta rendendo agibili con interventi di rispristino. Comunque, Se dovesse arrivare una richiesta comunale di stop all’assegnazione, ci adegueremo. Questa è la mia posizione istituzionale. Poi c’è il giudizio personale…
Vita: Cosa ne pensa, invece, da cittadino?
Zaffra: Tenere conto della sensibilità della gente è una priorità. Ma un conto è farsi carico dei problemi dei suoi problemi, un altro è fare scelte che seguono gli istinti politici. Non sto parlando solo di Maroni: lui ha messo il punto finale, prima sono arrivate le dichiarazioni di gran parte del Consiglio comunale di Milano. Esponenti della maggioranza di Lega e Pdl in primis, ma anche dell’opposizione, che è rimasta pressoché silente fino all’intervento del ministro dell’Interno. Probabilmente per le elezioni in vista.
Vita: Giudica lo stop al Piano una scelta sbagliata, quindi?
Zaffra: Stiamo parlando di un intervento modesto di Comune e associazionismo per risolvere un problema di integrazione sociale. Le famiglie rom scelte avevano tutti i requisiti idonei per vedersi assegnati gli appartamenti, come stabilito nel progetto. Se tutto ciò non va in porto, si perde un tentativo valido di inserimento.
Vita: Come vede la politica degli sgomberi?
Zaffra: C’è bisogno di massimo rigore contro l’illegalità. Ma non bastano gli interventi di ordine pubblico e di sicurezza. Soprattutto nel medio periodo, non è pensabile risolvere il problema senza processi di integrazione. Il fatto, ribadisco, è che un politico deve sentire cosa hanno da dire i cittadini, ma poi proprio chi ha un ruolo istituzionale deve governare, non subire gli elettori. Per questo, l’importante è conoscere direttamente i problemi, per capirli del tutto.
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