Milano noslot: i cittadini si muovono e il Comune dispone la chiusura della sala giochi di corso Vercelli
di Marco Dotti
«Troppo è stato il tempo perduto. Due le emergenze da combattere: la diffusione della dipendenza da gioco e l’enorme fatturato che le mafie producono dallo sfruttamento illegale del fenomeno (3miliardi e 600 milioni di euro). Milano ha bisogno di regolamentare la diffusione delle sale gioco».
Questo il documento con cui, nel marzo del 2012, il Comune di Milano si impegnava a limitare la diffusione dell’azzardo illegale sul suo territorio (→ qui). Ma per quanto concerne l’azzardo legale (così lo definisce la Legge No Slot della Regione Lombardia)? Finora, va detto, alcuni assessorati del capoluogo si sono limitati a iniziative buone per attrarre qualche riflettore. Iniziative che alle richieste pratiche dei cittadini hanno visto opporsi un «non è di mia competenza». Ma la politica è cosa ben diversa dalla – pur rispettabile – pratica dell’amministrazione di condominio. Se vuole essere degna del nome che porta, la politica deve trovare il modo di fare, anche quando la burocrazia frappone tra noi e le cose continui paraventi.
E così, davanti alle ripetute richieste dei cittadini allarmati dall’apertura di una attività legata all’azzardo legale in via Cimarosa 4, in corso Vercelli, dopo ripetute segnalazioni #noslot e lo #slotmob del novembre scorso (→ qui) ripreso dalla stampa nazionale, il Comune ha risposto con un’ordinanza ad hoc.
Ordinanza che dispone la sospensione dell’attività, per ora per sei mesi, «quale misura eccezionale per la tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili che frequentano le aree e gli immobili in prossimità» della struttura. [Scarica → Ordinanza ]
Quindi non è solo l’illegalità a fare problema, come andiamo dicendo da mesi. Ma è questa “legalità” a rappresentare, oggi, il pericolo più insidioso e grande. L’ordinanza sembra andare in questa direzione e rappresenta una boccata di realismo, rispetto a tanto idealismo da bandierine al vento.
Due cose che mi preme rimarcare: 1) si tratta di un provvedimento in senso lato “edilizio”, quindi legato ai luoghi intesi come spazi vissuti (e finalmente si sottrae il problema al solo ambito “sanitario” o “clinico-sociale”); si tratta di un regolamento che mira a incidere concretamente, e non a servirsi retoricamente, del problema.
Importanti le parole del vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, assessore all’urbanistica:
«Abbiamo ritenuto necessario intervenire – ha spiegato la vicesindaco – in quanto strutture come quella di via Cimarosa danneggiano la salute delle persone, soprattutto quelle più fragili, e incidono negativamente sui comportamenti di bambini, giovani e famiglie. Si tratta di un caso particolare che potrebbe ripetersi a Milano, nonostante la recente legge regionale sulla distanza dai luoghi ‘sensibili’ delle nuove sale gioco e dei locali con slot machines».
«Proprio la specificità di questo caso dà forza alla nostra proposta di regolamento edilizio comunale, attualmente in discussione e che ci auguriamo tutte le forze politiche decidano di sostenere con senso di responsabilità. Nel nuovo regolamento edilizio, infatti, abbiamo previsto una norma ad hoc che, da un lato, aumenta il numero dei luoghi ‘sensibili’ in città e, dall’altro, consente di intervenire in modo incisivo sia sulle sale gioco sia sulle sale scommesse».
In particolare, l’articolo 13 del nuovo regolamento edilizio del Comune vieta l’apertura delle sale gioco e delle sale scommesse a meno di 500 metri da scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali in ambito socio-sanitario, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, strutture ricettive per categorie protette.
Ora attendiamo che altri fatti seguano questa ordinanza. Non è più tempo di convegnetti e pacche sulle spalle. Chi può agire, lo fac
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