Volontariato

Milano, “Non dimentichiamo i fragili”

Un messaggio condiviso da diverse realtà sociali milanesi, per chiedere che, anche in un momento così complesso e delicato per tutta la città, si pensi a chi vive situazioni di sofferenza e rischia di sentirsi ancora più isolato e abbandonato. A firmarlo Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, Opera San Francesco per i poveri, Centro San Francesco di via Farini e le Suore della Mensa di via Ponzio

di Antonietta Nembri

A una settimana dall’inizio dell’emergenza coronavirus che ha visto il rimodularsi di abitudini e consuetudini e anche cambiamenti nell’approccio all’aiuto per ridurre i momenti di “socialità” che a Milano ha portato purtroppo anche ad alcune chiusure nella distribuzione di generi di prima necessità (vedi news), quattro realtà milanesi: Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, Opera San Francesco per i poveri, Centro San Francesco di via Farini e le Suore della Mensa di via Ponzio firmano insieme un documento. Un messaggio per invitare a non dimenticare quanti vivono già in situazioni di difficoltà e che in questo momento rischiano più di altri di sentirsi isolati e abbandonati.

Questo il testo:

“ll momento che stiamo vivendo è senz'altro molto serio. Ma anche in questa fase così delicata per la nostra comunità, non dobbiamo dimenticare le tante persone fragili che abitano la città: anziani, persone con disabilità, uomini e donne senza dimora, famiglie in difficoltà. Sono persone che già vivono situazioni di sofferenza e solitudine e che rischiano in questo momento di sentirsi ancor più abbandonate e isolate.

Per quanto ci riguarda, non smetteremo di mettere gli ultimi al centro della nostra azione, anche in questa fase così complessa. Per questo motivo, le nostre organizzazioni sono rimaste aperte e si stanno inventando di tutto, per continuare a offrire servizi adeguati a chi bussa alla nostra porta, pur nel rispetto di regole e normative. È per noi uno sforzo importante che, non lo nascondiamo, mette alla prova le nostre realtà. Ma è uno sforzo che siamo decisi a fare, perché nasce dalle motivazioni che quotidianamente ci spingono ad agire e che sono in questi giorni ancora più forti: partire dagli ultimi, prestare attenzione ai poveri, mettere “prima le persone”. Che non vuol dire praticare assistenzialismo, ma significa promuovere relazioni, diritti, uguaglianza e cittadinanza.

Per alcuni di noi è quella “eccedenza della carità” che ci ha raccomandato il cardinal Martini ed è quello spirito di fraternità a cui ci richiama costantemente Papa Francesco.
Forse, oggi più che mai ci stiamo tutti rendendo conto di che cosa significhi vivere in una condizione di vulnerabilità. Anche noi operatori sociali, che abbiamo a che fare tutti i giorni con “i fragili”, abbiamo un’occasione in più per capirli, non più semplicemente sedendosi accanto a loro, ma guardando cosa succede dentro ciascuno di noi, osservando la nostra paura, interrogando il nostro spaesamento.

Sollecitiamo quindi le istituzioni ad avvertire, anche in questa fase, che solo una società solidale e attenta ai deboli è una società veramente matura.

Gli ultimi, infatti, non sono un problema da affrontare in più, ma sono una risorsa. Sono portatori di una domanda di inclusione che non resta in attesa di una risposta calata dall'alto, ma si fa capacità di reagire. Spesso sono loro che ci insegnano come superare certi limiti e oggi ci danno la forza di affrontare insieme questo tempo di attesa, quasi di sospensione, carico di dubbi e paure”.

In apertura nella foto da Opera San Francesco per i Poveri i volontari preparano i sacchetti da distribuire. Le due mense dell'associazione (piazzale Velasquez e corso Concordia) sono rimaste aperte e hanno distribuito sacchetti con panini e alimenti

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