Sostenibilità

Milano moda donna, dietro il glamour niente

Greenpeace stila la classifica delle grandi case di moda che si sono impegnate a eliminare dalla loro filiera la deforestazione e le sostanze tossiche. Bocciati Armani e Gucci, Prada e Versace, Trussardi e Dolce e Gabbana, si salva solo Valentino. "Dietro la moda un mondo nascosto"

di Gabriella Meroni

Grandi case di moda italiane bocciate in sostenibilità e trasparenza. A poche ore dall’inizio della grande kermesse “Milano Moda Donna” è amaro il primo bilancio di Greenpeace sulla propria campagna www.thefashionduel.com che ha sfidato 15 case d’alta moda a eliminare la deforestazione e le sostanze tossiche dalle proprie filiere. Delle grandi firme del madre in Italy, brilla solo Valentino Fashion Group che si conferma l'unico marchio ad avere accettato di impegnarsi con i propri consumatori; giudizio "rimandati" due grandi brand dello stile italiano, Armani e Gucci, che pure negli ultimi mesi hanno avviato un confronto apparentemente costruttivo con Greenpeace ma non hanno preso un impegno pubblico per l’eliminazione delle sostanze tossiche dai propri prodotti. Nessun impegno da Ermenegildo Zegna, Versace e Ferragamo, mentre Prada, Dolce e Gabbana, Alberta Ferretti, Trussardi e Roberto Cavalli continuano a rifiutarsi anche solo di rispondere a una richiesta di trasparenza da parte di Greenpeace, rimanendo così in fondo alla classifica.
“Dietro al glamour e alla bellezza che vedremo sfilare nei prossimi giorni in passerella c’è un mondo che l’industria della moda ci vuole nascondere", avverte Chiara Campione, Project Leader di #thefashionduel. "È un mondo pieno di materie prime pericolose, che sta lentamente contaminando i nostri fiumi e distruggendo gli ultimi polmoni del pianeta”.
La sfida di Greenpeace all’alta moda – lanciata a febbraio con un guanto di sfida simbolo della campagna e l’invio di un questionario su tre importanti segmenti delle filiere produttive: la pelle, la carta per il packaging e l’utilizzo di sostanze chimiche – chiede a 11 case italiane e 4 francesi di ripulire le proprie produzioni da deforestazione e sostanze tossiche. La valutazione dei questionari e gli impegni formali presi sino ad ora dalle aziende hanno consentito a Greenpeace di stilare una classifica che vede in testa Valentino Fashion Group. Delusione quindi per Armani e Gucci che perdono l’occasione di poter salire sul podio della moda verde.
“Alle aziende dell’alta moda abbiamo dato un anno di tempo per accettare la sfida e collaborare insieme a Greenpeace e alle comunità locali per invertire la rotta della distruzione e della contaminazione. Il termine scade a Febbraio del 2014. Non c’è tempo da perdere” – conclude Campione.
La classifica della campagna “The Fashion Duel” è consultabile sul sito della campagna

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