Sostenibilità

Milano, malata cronica

Blocco del traffico, targhe alterne. Ma non basta. Ecco il report Mal’aria di città 2011 di Legambiente

di Redazione

«Servono misure urgenti e concrete per la mobilità urbana». A chiederlo è Legambiente nel suo “Mal’aria di città 2011” presentato oggi (scaricabile in allegato), dove si conferma l’alto livello d’inquinamento, la responsabilità del traffico e l’assenza di un piano nazionale d’intervento come sottolinea anche la rivista La nuova Ecologia.

Nel 2010, 48 capoluoghi di provincia hanno superato il limite giornaliero di 50 microgrammi/m3 di polveri sottili oltre i 35 giorni consentiti dalla legge. Ai primi posti per il PM10 Torino e Frosinone con 134 e 108 superamenti. Seguono Asti (98), Lucca (97), Ancona (96) e Napoli (35). E intanto a Milano è stato dichiarato il blocco del traffico per domenica 30 gennaio.

Lo scorso anno, in 21 città i giorni fuori limite sono stati oltre 70, ovvero più del doppio ammesso dalla normativa. Maglia nera alla Pianura Padana, dove si sono concentrati 30 dei 48 capoluoghi fuorilegge.

Questo il bilancio di “Pm10 ti tengo d’occhio”, il monitoraggio in tempo reale di Legambiente e www.lamiaaria.it, riportato nel rapporto. Livelli d’inquinamento elevati, e sostanzialmente invariati rispetto agli anni precedenti, anche per gli ossidi di azoto e i micro-inquinanti come il benzo(a)pirene, potente cancerogeno presente anche in città industriali come Trieste e Taranto o altre in cui il traffico è il principale responsabile dell’inquinamento come Padova, Milano e Torino.

Una situazione confermata dai dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, che riporta ai primi posti della classifica delle città più inquinate Torino, Brescia e Milano, precedute solo da Plovdiv, in Bulgaria.

La principale fonte d’inquinamento urbano deriva proprio dai trasporti, responsabili, ad esempio, del 50% delle polveri sottili a Roma e dell’84% degli ossidi di azoto a Napoli. I trasporti su strada emettono annualmente circa il 34,7% del PM10, il 55,5% del benzene, il 51,7% degli ossidi di azoto, il 43,1% del monossido di carbonio. L’industria siderurgica e petrolchimica produce il 75% degli ossidi di zolfo (SOx), il 31,5% degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e il 28,8% delle polveri sottili (PM10). Se si aggiungono le emissioni prodotte dai riscaldamenti domestici (il 18,7% delle polveri sottili e il 46% degli idrocarburi policiclici aromatici), il quadro delle cause della scarsa qualità dell’aria è completo. E in Italia, ogni 10.000 abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa delle polveri sottili.

Cattive notizie anche sul fronte dell’inquinamento acustico, infine, un problema decisamente sottovalutato nelle città italiane. Solo 10 capoluoghi di provincia, infatti, si sono dotati di centraline fisse per il monitoraggio del rumore, 80 hanno effettuato qualche controllo nel 2009, spesso in seguito a segnalazioni di cittadini che vivono nei pressi di luoghi di svago o zone industriali e aeroporti e quindi non indirizzato a monitorare la principale causa di rumore, ovvero il traffico.


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