Attivismo

Milano, inaugurato un cippo per Navalny, la figlia: «La sua voce non è scomparsa»

Domenica 16 marzo a Milano si è svolta la cerimonia di inaugurazione di un cippo commemorativo dedicato ad Alexei Navalny, l’oppositore russo morto a febbraio dello scorso anno in una colonia penale di massima sicurezza. Ha partecipato alla cerimonia anche la figlia, Daria Navalnaya: «È sempre rimasto ottimista, anche nei momenti più difficili. Credeva che la conoscenza fosse lo strumento principale per combattere la dittatura. Mi manca ogni giorno. Ma so che vorrebbe che continuassimo a lottare»

di Alexander Bayanov

Milano è una delle prime città al mondo ad aver ufficialmente commemorato Navalny. La cerimonia si è svolta presso i giardini Anna Politkovskaja, in corso Como, alla presenza, tra gli altri, della presidente del consiglio comunale Elena Buscemi, della figlia di Navalny, Daria Navalnay, degli esponenti della società civile, e de membri della Comunità dei Russi liberi.

La cerimonia è stata aperta dalla presidente del Consiglio comunale di Milano, Elena Buscemi, che ha sottolineato come Navalny sia diventato un simbolo della lotta per la democrazia e la libertà: «Milano è una delle poche città al mondo ad avergli dedicato un cippo commemorativo. Dopo la sua morte, migliaia di milanesi hanno espresso il loro sostegno, raccogliendo 26mila firme per chiedere che la sua memoria fosse onorata. Questo dimostra che la sua lotta non è stata vana. Siamo qui perché apprezziamo la libertà, perché comprendiamo che il suo sacrificio è significativo non solo per la Russia, ma per tutti noi. Milano ricorda e vuole ricordare. Onoriamo coloro che hanno lottato per la verità, per la libertà di pensiero, per i diritti umani. Perché dimenticare significa permettere al male di vincere».

“Nel caso mi uccidano, non arrendetevi”

Sul cippo commemorativo sono incise le parole che Navalny ha lasciato prima del suo ultimo arresto: «Nel caso mi uccidano, non arrendetevi». Secondo gli attivisti, questa frase deve diventare un monito della sua lotta e un appello alla resistenza contro la dittatura. Parlando ai presenti, Maria Mikaelyan, rappresentante della Comunità dei Russi liberi, ha dichiarato: «Alexei Navalny non era solo un politico, era la voce di milioni di persone che hanno paura di parlare. Hanno cercato di metterlo a tacere, di spezzarlo, ma anche in prigione ha continuato a lottare. Oggi abbiamo il dovere di portare avanti la sua battaglia». Ha poi concluso il suo intervento con le parole: «Gloria all’Ucraina! Viva la Bielorussia! La Russia sarà libera!».

Daria Navalnaya: «Mi manca ogni giorno»

Daria Navalnaya è nata il 6 settembre 2001 a Mosca nella famiglia del politico dell’opposizione russa Alexei Navalny e di sua moglie Julia Navalnaya. Ha un fratello minore, Zachar, nato nel 2008. Nel 2019, Daria si è diplomata al liceo n. 45 di Mosca. Successivamente, è stata ammessa alla Stanford University negli Stati Uniti, dove studia psicologia e scienze politiche.  Dal 2021, dopo l’arresto di suo padre, Daria ha iniziato a partecipare attivamente a eventi internazionali, attirando l’attenzione sulla situazione dei diritti umani in Russia. Ha preso parte a diversi forum e conferenze, parlando dell’importanza del sostegno ai prigionieri politici e della necessità di riforme democratiche. Arrivata appositamente a Milano per partecipare all’evento, il suo discorso è stato il momento più toccante della cerimonia: «Per voi era un leader, un politico, un combattente. Per me era mio padre. Il più gentile, il più premuroso, il più divertente». Poi ha condiviso ricordi personali: «È sempre rimasto ottimista, anche nei momenti più difficili. Era una persona incredibilmente intelligente, leggeva centinaia di libri e credeva che la conoscenza fosse lo strumento principale per combattere la dittatura. Lavorava instancabilmente, perché sapeva che il suo obiettivo era più importante di tutto».

Secondo Daria, la parte più difficile è accettare la sua scomparsa, ma il suo lavoro continua: «Mi manca ogni giorno. Ma so che vorrebbe che continuassimo a lottare. Non avrebbe voluto che lo piangessimo, avrebbe voluto che agissimo». Ha poi ringraziato le autorità di Milano per il sostegno e l’attenzione alla memoria di suo padre: «Sono immensamente grata alla città di Milano, ai suoi cittadini, alle sue autorità. Non avete solo inaugurato questo cippo, avete compiuto un passo importante nella lotta per la verità. Questo è più di un omaggio: è la prova che la sua voce non è scomparsa, che continua a risuonare». Alla fine della cerimonia, molti partecipanti hanno deposto fiori davanti al cippo commemorativo.

Nella foto di apertura Daria Navalnay, credit Claudio Furlan/Lapresse

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.