Disabilità
Milano, il museo accessibile che include davvero tutti
Presentato al Museo diocesano Carlo Maria Martini il progetto “Nessuno escluso”. Realizzato con il contributo della Fondazione Alia Falck. Utilizzati quattro diversi linguaggi: Comunicazione aumentativa alternativa - Caa, DescriVedendo, Easy to Read e Lis. Nel percorso che comprende dieci opere permanenti è inserita, fino al 25 maggio, la Deposizione di Tintoretto

Accessibilità e inclusione. Due termini che rischiano l’astrazione. Al Museo diocesano “Carlo Maria Martini” di Milano sono diventate concrete. Nelle parole di Tania, una giovane con disabilità del Gruppo Guida del Centro socio educativo della Cooperativa Arcipelago Anffas Nordmilano. «È bello essere qua. Tutte le volte che Nadia (Righi, direttrice del Museo diocesano, ndr.) ci dà possibilità per noi è una sfida» ha detto nel corso dell’incontro stampa di martedì 15 aprile. «A me piacciono le sfide e dare emozioni», per Tania, infatti «la vita è un miracolo di tutti i giorni: non diamo niente per scontato».
L’accessibilità nasce nelle relazioni
Tania e i suoi amici, Gianluca, Martina, Corrado ed Emanuela, sono state le voci guida che hanno aiutato i presenti a leggere ed entrare nella Deposizione del Tintoretto che è l’opera in mostra in queste settimane al Museo Diocesano.
Una lettura – presentazione non solo commovente, ma capace di entrare nel quadro, paragonarsi. «Un lavoro di significazione importante che chiede tempo e su cui lavoriamo da anni», osserva il presidente della Cooperativa Arcipelago – Anffas Nordimilano, Francesco Cacopardi. I giovani della cooperativa, infatti hanno iniziato descrivendo le ville di Cinisello negli scorsi anni.

Lo scorso anno con la mostra Divine creature i giovani con disabilità si erano sperimentati come guide. Un’esperienza come ha sottolineato Emanuela Roncari, referente del progetto Anffas che quest’anno ha richiesto una lettura profonda dell’opera «L’accessibilità non è scontata, è una storia, nasce in una relazione. Come rendere accessibile la cultura? Lo si fa esplicitando il bisogno, il desiderio della bellezza».
Il progetto “Nessuno escluso”
Perché l’esperienza dei giovani con disabilità della cooperativa Arcipelago non resti una “perla rara”, al museo diocesano di Milano ci si è impegnati nel progetto “Nessuno escluso” che è stato realizzato con il contributo della Fondazione Alia Falck e in collaborazione con la Consulta Diocesana Comunità Cristiana e Disabilità.
L’obiettivo, esplicitato dalla direttrice Nadia Righi è proprio quello di «far entrare nel museo le persone con fragilità diverse. Lo scorso anno abbiamo avuto l’esperienza di Divine creature, grazie alla quale abbiamo conosciuto le persone speciali della cooperativa Arcipelago e grazie alla Fondazione Alia Falck abbiano potuto aggiungere un tassello in più».
I linguaggi inclusivi, il tassello in più
Righi ha sottolineato il fatto che «il museo ha lavorato costantemente in un’ottica di abbattimento delle barriere architettoniche e cognitive che, spesso, precludono la fruizione e la comprensione di diverse categorie di pubblico». Grazie all’adozione di quattro diversi linguaggi che supportano la fruizione delle opere d’arte permanenti la visita al museo diocesano può vienire un’esperienza per tutti.

Lungo il percorso di visita delle sale del museo, infatti, accanto alle opere selezionate (al momento una decina) sono apposti dei Qr code per ogni linguaggio inclusivo: la “Comunicazione Aumentativa Alternativa”, il metodo DescriVedendo, il linguaggio “Easy to read” e la “Lingua Italiana dei Segni”.
I ringraziamenti della direttrice sono andati «a Fondazione Alia Falck che ha creduto da subito nel progetto e a don Mauro Santoro della Consulta Diocesana Comunità Cristiana e Disabilità che ci ha seguiti nel percorso».
L’accessibilità non dev’essere straordinaria
Prendendo la parola, il direttore generale della Fondazione Alia Falck, Riccardo Sorichetti ha inscritto il sostegno al progetto nell’attenzione della fondazione stessa verso la cultura e la vocazione ad accompagnare all’autonomia attraverso il lavoro. La speranza è che “Nessuno escluso” possa venire adottato anche da altre istituzioni.
«L’inclusione non si realizza attraverso gesti straordinari, ma rendendo accessibili a tutti le cose di ogni giorno. Ed è proprio questo che abbiamo fatto insieme al Museo Diocesano. Per questo credo sia giusto dire che è stato un lavoro importante, ma non eccezionale», ha sottolineato don Mauro Santoro, responsabile consulta diocesana Comunità cristiana e disabilità.
A chiudere gli interventi monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale della diocesi di Milano che ha ricordato il fatto che il museo è nato come «palestra per contemplare il bello. Fa parte della sua identità originaria il suo essere aperto a tutti, un laboratorio che vuole schiudere lo sguardo sull’infinito, attraverso la bellezza, ad ogni persona che lo visita e lo abita. Il progetto “Nessuno escluso” è un ingrediente aggiunto che dona ulteriore energia e vitalità per raggiungere questo obiettivo».
In apertura alcuni dei giovani della cooperativa Arcipelago di Anffas Nordmilano – Immagini dell’autore
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