Famiglia

Milano: il Comune apre uno sportello e un albo delle badanti

Le aspiranti assistenti familiari dovranno anche seguire un corso i formazione ad hoc.

di Chiara Sirna

Uno sportello e un albo delle badanti. Sono i primi passi mossi dal Comune di Milano per faclitare l’incontro di domanda e offerta e soprattutto la regolarizzazione delle assistenti familiari già presenti sul territorio italiano.
L’iniziativa è frutto di un accordo con Italia Lavoro, la società del Ministero dell’Economia che opera come agenzia di promozione e gestione di politiche del lavoro, dell’occupazione e dell’inclusione sociale.
L’attività degli operatori invece concretamente consisterà non solo nell’offrire servizi di supporto e collocamento in famiglia alle badanti straniere, ma anche nell’avviare corsi di formazione ad hoc.
Conditio necessaria per esserre inseriti nell’elenco dell’albo delle badanti infatti sarà proprio l’aver frequentato un corso di formazione per assistente familiare, tenuto ovviamnete da esperti e operatori di settore.
In parallelo infine lo sportello provvederà anche a sbrigare le pratiche burocratiche necessarie alla regolarizzazione e contrastare dunque una clandestistinità che nel settore dell’assistenza familiare raggiunge addirittura percentuali del 75%.
Stando ai dati forniti dall’assessorato per le Politiche Sociali del Comune di Milano, nel periodo sperimentale che ha preceduto l’apertura dello sportello, tra il 2005 e il 2006, a Milano sono state presentate 1.585 domande da parte di altrettante aspiranti badanti o colf. Di queste 683 sono state ritenute idonee e iscritte nell’elenco, in larga parte provenienti da Perù ed Ecuador.
Ma lo status di illegalità per molte delle badanti già presenti tra i confini nazionali o in arrivo potrebbe subire cambiamenti radicali. Nella bozza del “disegno di legge delega al governo per la modifica della disciplina dell’immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero”, al quale stanno lavorando il ministero dell’Interno e della Solidarietà Sociale infatti non solo si rivede il meccanismo dei flussi prevedendo una programmazione triennale delle quote, che di anno in anno possono poi essere modificate a seconda delle esigenze e delle richieste dei datori di lavoro, ma si smantellano anche i limiti posti dalla legge Bossi-Fini all’ingresso di colf e badanti.
In caso di aumento delle richieste di assunzioni di assistenti familiari infatti il testo della bozza prevede che “la loro quota già fissata potrà essere superata in una misura prefissata”. Così è previsto al momento nel testo della bozza, che pure una volta trasformata, a metà febbraio, in disegno di legge delega dovrà passare al vaglio del Parlamento, per poi essere rinviata all’esecutivo per l’adozione definitiva (entro 12 mesi dal via libera del Parlamento) tramite l’emanazione di un decreto legge attuativo.


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