Modelli di sviluppo

“Milano double-face”, Sala: «Terzo settore partner essenziale per battere le disuguaglianze»

Dialogo con il sindaco del capoluogo lombardo in occasione dell'uscita del numero di VITA magazine dedicato a Milano: «Per la casa serve una "terza via" rispetto al pubblico e al mercato: anche chi ha risorse limitate deve poter vivere dignitosamente»

di Stefano Arduini

o dice subito: «Alla fine del mio mandato, vorrei che Milano fosse una città più attenta all’ambiente, più solidale, più equa e accogliente». In altri termini una Milano più giusta. Giuseppe Sala, sindaco di Milano e dell’omonima città metropolitana dal 21 giugno 2016, sa che l’obiettivo non è ancora raggiunto.  «Quello che io provo per Milano è amore, rispetto, senso di responsabilità. Questi sentimenti si riflettono nelle decisioni che come amministratore sono chiamato a prendere quotidianamente per il buon funzionamento della “macchina”». Di Milano apprezza «il pragmatismo, l’apertura, la capacità di spingersi pionieristicamente oltre quello che già si è fatto, il coraggio di rischiare e di sperimentare e le molteplici attività di volontariato che lavorano per “combattere” quello che non mi piace: ovvero la condizione di disagio, precarietà e povertà che molti vivono».  Perché nella sua Milano (il complesso monumentale di Brera e l’Orto Botanico, i suoi luoghi del cuore), la forbice della disuguaglianza si sta allargando. E un sindaco non può girarsi dall’altra parte. 

Il tema della casa è cruciale per la città. I costi sono alle stelle, lei stesso affidando la delega al nuovo assessore Guido Bardelli ha messo l’accento su questo tema. Come si può realisticamente fare?

La casa è una delle questioni cruciali per Milano, soprattutto in questo momento storico. Da una parte abbiamo la difficoltà di recuperare e riqualificare gli alloggi che costituiscono il patrimonio comunale residenziale per rispondere alle esigenze abitative di chi vive in condizione di disagio economico e sociale. Dall’altra sempre più famiglie non riescono più a sostenere gli attuali costi abitativi e in qualche modo abbiamo il dovere di aiutarle, sebbene il tema non sia prettamente di competenza comunale. Dobbiamo quindi trovare una via alternativa, una soluzione accessibile terza rispetto al servizio pubblico e al libero mercato, che permetta anche a chi ha risorse economiche limitate di vivere dignitosamente nella nostra città. Con il nuovo assessore, Guido Bardelli, lavoreremo a questo.

 Milano si sta allontanando dall’essere città dei lavoratori e dell’ascensore sociale?

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